3. Visto da vicino - Parte seconda


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Come già anticipato nella pagina precedente, sul fondo dello stand troviamo un piccolo proiettore LED RGB che, grazie alle lenti fornite nella scatola degli accessori, realizza bellissime proiezioni sulla superficie della vostra postazione.

Non si tratta certamente di una novità, essendo una caratteristica presente da tempo su molti altri monitor ROG, ma è di sicuro gradita ad un pubblico giovane amante del modding.


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La regolazione, anche in questo caso, avviene tramite software o tramite OSD, seppur con qualche limitazione nella scelta degli effetti o del colore.


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Rimanendo in tema RGB, l'illuminazione del logo specchiato ROG collocato sul retro dello schermo rimane tra le più uniformi e accattivanti sul mercato, con colori vividi e animazioni fluide.

Sul ROG Swift PG32UQX, in particolare, le dimensioni della sagoma si fanno importanti diventando un elemento decisamente presente (forse anche troppo) all'interno della postazione.


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Lo schermo OLED presente nella parte frontale mostra di default il logo ROG e può essere personalizzato all'interno dell'OSD sotto la voce LiveDash.

Per sfruttarne, però, il pieno potenziale, è necessario utilizzare il software Armoury Crate ed entrare nell'apposito pannello di controllo del dispositivo.

Al momento della stesura di questa recensione è possibile scegliere all'interno del menu tra tre tipologie di elementi: statistiche hardware, banner personalizzati e animazioni.

La prima è, senza dubbio, la funzionalità più utile ed interessante, in quanto offre la possibilità di monitorare temperature, frequenze, tensioni, FPS e molto altro.

La funzionalità banner personalizzati permette essenzialmente l'inserimento di venti caratteri suddivisi su due righe di test, mentre la sezione di animazioni consente all'utente di scegliere tra una quindicina di gif predefinite con la possibilità di caricarne una creata ad hoc a patto di rispettare, ovviamente, le specifiche indicate.

Tralasciando il giudizio estetico o l'effettiva utilità, dobbiamo doverosamente soffermarci su un aspetto che ha portato alla completa disattivazione del display LiveDash durante tutti i nostri test.

Purtroppo, le costanti e frenetiche animazioni mostrate sul piccolo schermo risultano estremamente fastidiose e motivo di distrazione, in particolar modo durante le ore notturne, mentre si guarda un film o si gioca a titoli immersivi caratterizzati da atmosfere scure.

Sappiamo bene che queste animazioni non sono lì per ricordarci che siamo di fronte ad un monitor gaming da diverse migliaia di euro, ma che servono in realtà ad evitare il cosiddetto burn-in del piccolo pannello OLED, d'alta parte, però, considerate queste insormontabili difficoltà tecniche, sarebbe stata forse opportuna un'implementazione di tipo differente.

A riguardo esistono ormai numerose tecniche per evitare il fenomeno del burn-in come, ad esempio, il banale pixel shift, senza bisogno di scomodare soluzioni più ingegnose come il Pixel Refresh di LG.

In definitiva, allo stato attuale del software, non è in alcun modo possibile fermare o rallentare le costanti animazioni e l'unica soluzione è spegnere del tutto il display rinunciando a tutte le funzioni LiveDash.


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Ci spostiamo infine nella sezione di Input Output, come di consueto collocata al di sotto dell'attacco del monitor, nascosta dallo sportellino in plastica ad incastro che riprende in maniera naturale la particolare texture rigata.


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Partendo dalla sinistra, troviamo il connettore di alimentazione da 12V, 3 porte HDMI 2.0, una DisplayPort 1.4, il connettore USB-B femmina, due porte USB 3.1 e l'uscita jack 3.5mm.

L'assenza di una porta HDMI 2.1 è motivata dalla natura intrinseca del modulo NVIDIA G-SYNC ULTIMATE che non supporta questo tipo di connessione e che, in ogni caso, è rivolta principalmente al mondo console per il quale questo monitor risulta più che sprecato.