Già da qualche tempo il mercato (peraltro redditizio) delle fotocamere point and shoot è entrato in un tunnel del quale non si vede, e forse non si vedrà mai, l'uscita.

La "colpa"? Sicuramente del fenomeno inarrestabile degli "smartphone" (ormai nemmeno più classificabili come "telefonini"), dispositivi sempre più completi che ci mettono nelle condizioni di avere in tasca un solo terminale in grado di fare praticamente tutto (tra un po' anche il caffè, l'arrosto e la lavatrice).

Quindi la necessità effettiva di spendere denaro per una piccola fotocamera point and shoot passa in secondo piano per un utente medio.

Fino a qui nulla di nuovo.

E se questo concetto stesse per espandersi anche al mercato delle reflex? O meglio, se avesse già iniziato a farlo?

Un fotografo di professione o un appassionato accanito di fotografia non sceglierebbero mai di scattare foto con uno smartphone al posto di una reflex decisamente più performante (ed in molti casi costosa).

Eppure il mercato dice esattamente il contrario, basta guardare quello che è successo nel giro di un anno a questa parte.

I due colossi Giapponesi Canon e Nikon hanno, praticamente per mezzo secolo, avuto il predominio nel mercato della fotografia e anche con l'avvento del digitale la situazione è rimasta più o meno la medesima (SONY ha cambiato questo equilibrio ma non in modo tale da stravolgerlo).

Si è a lungo creduto che la chiara inferiorità di immagini dello smartphone avrebbe garantito loro (i Produttori photo) di rimanere in una botte di ferro.

Invece, le azioni di Nikon sono in calo del 33% sulla Borsa di Tokyo fino ad ora dall'inizio dell'anno e Canon che (per fortuna sua) ha almeno altre tre linee di business su cui ripiegare, è scesa del 7%: parliamo non di "zero virgola" ma di percentuali anche a due cifre...

Tradotto vuol dire che in tutto il mondo c'è stato un calo del 10-15% in spedizioni di DSLR: se pensiamo che questo mercato per quasi dieci anni è stato in crescita a doppia cifra, ci accorgiamo che questa potrebbe rappresentare una catastrofe.

Al contrario, il mercato di Apple, Samsung, Google e Microsoft/Nokia (tutti colossi impegnati in un modo o nell'altro nel florido mercato delle smartdevice) continua a crescere, segno che questi marchi stanno diventando il nuovo riferimento del consumatore medio e (purtroppo per Nikon e Canon) anche dell'appassionato accanito.

Christopher Chute, direttore IDC  per la ricerca e l'analisi marketing relative al settore del digital imaging dichiara che "il tasso di declino del mercato sta accelerando ogni trimestre - con spedizioni  globali di tutte le fotocamere digitali in caduta del 36,2% con 19,2 milioni di unità nel solo secondo trimestre e fotocamere a obiettivo intercambiabile, che comprendono reflex digitali, scese del 10,9% con appena 4 milioni di unità vendute. Canon ha venduto il 23% in meno di telecamere di un anno prima, Nikon è in calo del 18,2% e la Sony e Fujifilm sono oltre il 35%".

Nikon ha recentemente dichiarato di avere un piano di cinque anni per affrontare questo problema, l'opinione di Christopher Chute (ed anche la nostra) è che questo piano doveva iniziare almeno cinque anni fa.

Le parole di Christopher Chute sono effettivamente confermabili, visto che il mercato delle digitali è sceso da quando sono stati introdotti negli smartphone i sensori BSI (I-Phone 4 e Galaxy S2).

Con l'introduzione di questi sensori inventati da Sony, è aumentata la quantità di luce catturata dalle fotocamere degli smartphone, migliorando la luminosità, i colori, i dettagli e la qualità al pari di una point and shoot.

Allo stato attuale delle cose, uno smartphone top di gamma non può ancora competere con le grandi reflex professionali a obiettivo intercambiabile, almeno non dove si parla di hardware  per specifiche applicazioni (tele, tilt-shift etc...).

Molti "miracoli" in termini di prestazioni sono derivati dalla sempre migliore integrazione HW/SW: i progressi evidenti sono visibili nell'I-Phone 5S che utilizza ancora una fotocamera da 8 megapixel ma scatta foto di maggior qualità rispetto alla precedente generazione con medesima fotocamera. 

Tutto si basa su software intelligenti, in grado di regolare automaticamente i valori grazie a complessi algoritmi.

Per non parlare del Nokia Lumia 1020 forte di 41 megapixel che, in virtù di quanto sopra descritto, scatta foto migliori di molte point and shoot in commercio.

Consideriamo poi l'aspetto, importante per un gran numero di utenti a quanto sembra, relativo alla condivisione istantanea sui social, visto che ora anche le fotocamere iniziano ad introdurre la connettività al fine di salvare, spostare o condividere il materiale foto/video.

Dal nostro punto di vista, non solo Nikon e Canon ma anche Olympus soffre di quello che potremmo definire come una sorta di "ritardo interpretativo" in relazione al trend tecnologico: nella nostra intervista a Toshi Terada in occasione del rilascio della E-M5 un paio d'anni fa, ponemmo una domanda che riguardava il controllo da smartphone della fotocamera o "addirittura" l'integrazione di OS tipo Android al suo interno. La risposta si tradusse in un sorriso a mezza bocca che, a noi, fece come l'impressione di dire "ma non diciamo sciocchezze".

Bene, si dice che il tempo sia galantuomo e non ci piace affatto dire che avevamo purtroppo ragione noi.

Tornando all'argomento principale, non c'é dubbio che la pressione tecnologica del mondo "smart" sia causa di un forte calo dei prezzi nel mercato DSLR, calo che gli analisti Nikon di JP Morgan definiscono "da incubo".

Ricordiamo infatti che il 78% delle entrate Nikon deriva dalla vendita di macchine digitali.

Anche se il mercato di reflex di fascia alta e medio-alta (D7100 su APS-C e D610, D800, 5DMkIII etc... su FF) di Nikon e Canon ha ancora una nicchia, quello più ampio dei cosiddetti "social-savvy shooter" rischia di non tenere più il passo.

Che sia l'inizio della fine? Oppure l'inizio forzato di un corso che potrebbe portare, finalmente, a nuovi device foto/video specializzati e basati su architetture HW/SW che condividano in larga misura le tecnologie proprie degli smartdevice?

Altro nodo fondamentale, secondo noi, è poi quello relativo all'implementazione corretta della feature video: alcuni  produttori ancora non comprendono in pieno che è meglio integrarlo con tutti i crismi oppure lasciar perdere completamente.

Salvataggio in ProRes, presenza del focus peaking, zebra, RAW video con un workflow standardizzato, sampling e spazio colore 10bit 4:2:2 sono tutte cose che dovrebbero essere pesantemente considerate nel design di una qualunque "videoreflex" che parta dai 1.000-1.500 Euro in su.

Sarebbe il caso infatti che macchine, recentissime, da 1.000 e passa Euro, senza fare nomi, non offrissero lo "spettacolo indecente" di un video 30p e basta con una compressione orrenda: meglio non mettercelo proprio il video a quel punto. C'è un ottimo articolo di Andrew Reid su quest'argomento, QUI.

Kodak, citata nel sotto-titolo, una decina d'anni fa aveva una figura di primo piano nel mercato fotografico e finì miseramente nel giro di poco tempo per non aver saputo contrastare correttamente la prima ondata della rivoluzione digitale.

Ora, proprio quelli che l'hanno causata rischiano di finire male per non aver saputo cavalcare quella successiva ed immensamente più imponente della rivoluzione "smart"... eppure si vedeva già da molto lontano, quell'onda.