La SONY FS7 e le memorie Lexar XQD alla frusta nella savana 1 


14 giorni in Sudafrica.

Tra leoni, elefanti, coccodrilli, giraffe, ghepardi, ippopotami e serpenti velenosi, per raccontare le meraviglie di questa terra e la vita di alcuni protagonisti che hanno dedicato la loro esistenza alla protezione della natura più selvaggia.

14 giorni per realizzare 10 puntate da 10 minuti, oltre ad una manciata di servizi brevi, per la nuova edizione di "Wild - oltrenatura" condotto da Fiammetta Cicogna.

Tempi serratissimi, impresa ardua, ma entusiasmante.

14 giorni dove abbiamo dormito in 10 alberghi diversi, migliaia di chilometri percorsi in aereo e auto, con le telecamere sempre a cogliere la nuda realtà.

Prodotto da zoofactory per Mediaset, con la Regia di Paolo Aralla (bapufilm), la fotografia di Massimiliano Sbrolla e Beatrice Quadri, e il suono in presa diretta di Nicola Gualandris (Fonico), il format necessitava di una troupe leggera e pronta a cogliere l'attimo, con attrezzatura performante, in grado di affrontare ogni ambiente: savana, fiumi, laghi, oceani.

Ci siamo quindi affidati a prodotti ben mirati, di ultima generazione: 2 Gopro 4, il mixer Sound Devices 633 e la nuova fantastica telecamera 4k di Sony, la FS7.

Inizialmente dovevamo averne a disposizione 2, ma i ritardi nelle consegne della casa madre, ci hanno obbligato ad affidarci alle intramontabili Canon 5Dmk3 (2 unità) e una Panasonic GH4.

Per l'archiviazione dei dati non potevamo che affidarci a Lexar, con Compact Flash, MicroSD e SD veloci e robuste, ma soprattutto con le XQD da 32 e 64GB destinate alla FS7, Sshede che hanno preso acqua, vento e polvere, senza mai perdere un colpo.

Lexar sta puntando molto sulla tecnologia XQD, sistema adottato da Nikon e Sony, che consente di supportare il robusto codec 4K della FS7.

Anche queste XQD, come tutte le card della linea Lexar Professional, includono la possibilità di scaricare gratuitamente Image Rescue 4 il software di recupero immagini, file video e la maggior parte dei dati, anche se i file sono corrotti, cancellati, o la card è stata danneggiata.

Le scelte fatte si sono rivelate vincenti.

La resa delle Gopro, ad esempio, è entusiasmante: aia la Silver (della quale abbiamo apprezzato il monitor presente già nella camera), sia la 4k, creano filmati definiti, stabilizzati e dall'incredibile impatto visivo.


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Nell'Oceano le abbiamo sfruttate per immortalare gli squali bianchi (ci siamo immersi con le gabbie assieme a Fiammetta) mentre un famoso "acchiappaserpenti" di Durban ci ha permesso di fissarne una sul dorso di un pitone.

Il risultato è stata una sequenza inusuale e particolarmente drammatica.

Nel nostro lavoro reputiamo l'audio importante tanto quanto la qualità video.

Per registrare il parlato dei protagonisti ed i suoni della natura africana, la nostra scelta è caduta sul mixer Sound Devices 633.

La sua struttura e i suoi materiali sono di alta qualità e di alto livello: la comunicazione tra componenti analogici e il linguaggio digitale è risultata perfetta al millesimo.

Una delle caratteristiche che più lo rende unico sono i tre potenziometri fader, posti sul pannello frontale, per poter regolare i tre ingressi microfoni in entrata.

In qualsiasi situazione e con qualsiasi dito della propria mano si riesce ad avere una accurata manipolazione del livello di registrazione.

La qualità dei preaplificatori interni, caratteristica tra le più importanti di un mixer, è ottima ed il rapporto segnale rumore è praticamente nullo; per non parlare poi della scelta di inserire quattro tipi di alimentazione, includendo DC esterna (12-18 V), due celle agli ioni di litio di tipo L removibili da 7.2 V e sei batterie AA interne.

Praticamente può operare per una giornata intera di produzione solo a batterie e, qualora queste batterie accidentalmente vengono rimosse tutte insieme, con la nuova tecnologia PowerSafe la macchina garantisce 10 secondi di autonomia per salvare e spegnere la sessione senza provocare danni.


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E infine la SONY FS7.

Una novità assoluta che si è dimostrata adatta per essere sfruttata anche a mano libera, al contrario di tutte le altre camere di pari fascia della concorrenza che, per poter essere maneggiate senza cavalletto, devono per forza essere dotate di costosi supporti spallari, facendole inoltre diventare delle macchine ingombranti, difficili da gestire in circostanze estreme.

La maniglia laterale è una autentica svolta: regolabile a seconda del fisico dell'operatore, consente di controllare i parametri fondamentali di ripresa con un solo dito.

Il view finder è ora degno di questo nome ed il file XAVC-I a 180mbit è sinonimo di grande qualità.

Qualche piccolo difettino lo abbiamo riscontrato, ad esempio quando abbiamo la maniglia estesa, situazione in cui è impossibile posare la camera in terra, dovendo per forza ritrarla perdendo secondi preziosi.

Il solito ostico menu non metterà paura a chi ha già posseduto camere della casa giapponese, ma chi ci si confronterà per la prima volta, suderà freddo.

Abbiamo preferito non modificare colorimetria e altri parametri di ripresa, ma siamo partiti con la camera consegnata un paio di giorni prima, affidandoci alle impostazioni standard di fabbrica.

Segnaliamo, inoltre, che il cliente ci aveva chiesto espressamente di non usare profili flat come s-log3.

Ci riserviamo, quindi, di scoprire nei prossimi giorni gli ultimi "segreti" di questo gioiellino.


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Tutto è filato liscio (a parte qualche bagaglio smarrito ed un cavalletto rubato) e il lavoro è passato ora nelle sale di montaggio di Cologno Monzese.

La messa in onda è prevista a partire da Gennaio.

Un grazie speciale alle aziende che ci sostengono da sempre e al mio magnifico team.

Professionisti unici, ma soprattutto... amici.

Massimiliano Sbrolla


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