14. Produttività


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Nonostante la GeForce RTX 3090 sia stata commercializzata da NVIDIA come l'ultima frontiera che la tecnologia mette a disposizione per i videogiocatori più esigenti (ed effettivamente lo è), la punta di diamante della nuova generazione è in realtà rivolta a creatori di contenuti e utenti che svolgono attività legate alla modellazione tridimensionale.

Per i test relativi alla produttività e per mettere in risalito l'enorme potenziale della scheda abbiamo selezionato, oltre al benchmark V-Ray Next, due tra i più comuni software per l'animazione ed il rendering di modelli tridimensionali quali Blender in versione 2.90 e OctaneRender.


Blender 2.90

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Disponibile ormai dal lontano 1998, oggi Blender è il più celebre software open source e multipiattaforma di modellazione tridimensionale e bidimensionale; dispone inoltre di funzionalità relative a mappature UV, simulazioni di fluidi, rivestimenti, particelle e altre simulazioni non lineari.

Al momento è ufficialmente disponibile il supporto a sistemi operativi Windows, macOS, GNU/Linux e FreeBSD; in realtà, grazie ai numerosi porting creati dalla community nel tempo, è possibile utilizzare Blender su qualsiasi OS, persino Pocket PC e AmigaOS.

Oltretutto, dall'introduzione del Blender Game Engine è possibile effettuare la modellazione di caratteristiche interattive come collisione di ostacoli e programmazione della logica degli elementi, permettendo la creazione di applicazioni real-time come i videogiochi.

In questo caso, per i test di produttività, ci siamo affidati a Open Data Blender, un progetto parallelo all'omonimo software, che negli ultimi anni ha spopolato come benchmark sintetico, soprattutto per mettere alla prova le possibilità della propria GPU dal punto di vista del rendering.

Per le GPU RTX di NVIDIA Blender mette a disposizione la possibilità di effettuare le computazioni con le API OptiX, piuttosto che CUDA, accorciando notevolmente i tempi di attesa del rendering per i possessori di una scheda video Turing o Ampere.


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La prima scena selezionata per mettere alla prova la nostra GeForce RTX 3090 Trinity è stata "bmw27".

In questo frangente, oltre a evidenziare le prestazioni nettamente superiori derivanti dall'impiego delle API OptiX rispetto a CUDA, la scheda in prova impiega appena nove secondi a portare a termine il rendering, contro gli undici e i diciannove ottenuti, rispettivamente, dalle RTX 3080 e 2080 Ti.


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Il gap prestazionale si riflette in egual modo nel test successivo, denominato "classroom", confermando il netto dominio della RTX 3090.

La scheda risulta mediamente più veloce del 15% rispetto alla RTX 3080, mentre ottiene un vantaggio del 50% sulla RTX 2080 Ti.


OTOY OctaneRender e OctaneBench

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Lanciato sul mercato nel 2012 e prodotto da OTOY, OctaneRender è famoso per essere uno dei più completi motori di rendering al mondo che sfrutta interamente l'accelerazione hardware della GPU, garantendo ottime prestazioni anche durante la fase di modifica delle scene in real-time.

Il software si basa interamente sulle API CUDA di NVIDIA, restringendo le schede grafiche utilizzabili alla sola casa di produzione statunitense, anche se dal 2019 è in corso lo sviluppo di un aggiornamento che permetterà di utilizzare Vulkan, permettendo, in futuro, ai possessori di GPU AMD di sfruttare il potenziale di OctaneRender.

Inoltre, le ultime versioni del software rese disponibili dal team di sviluppo OTOY hanno ottimizzato ulteriormente il supporto alle RTX di NVIDIA (Turing e Ampere) sfruttando la presenza di RT e Tensor Cores, garantendo prestazioni ancora superiori rispetto a prima.


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Per sfruttare appieno i 24GB della GeForce RTX 3090, NVIDIA ha reso disponibile una scena di rendering particolarmente esigente, sia a livello computazionale che di memoria RAM necessaria al suo caricamento.

Il grafico parla chiaro: l'ammiraglia dell'architettura Ampere impiega appena 45 secondi per effettuare il rendering, mentre RTX 3080 e RTX 2080 Ti necessitano rispettivamente di 640 e 520 secondi per portare a termine il lavoro.


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Come si evince dalle immagini, i formidabili risultati ottenuti dalla GeForce RTX 3090 durante la fase di rendering della scena sono imputabili ai 24GB di memoria GDDR6X di cui dispone.

Una tale quantità di RAM risulta totalmente sproporzionata per qualsiasi ambito videoludico, ma è invece ideale per la modellazione di scene complesse.

Nel caso di OctaneRender, abilitando la modalità Out-of-Core si "concede" al software di utilizzare, laddove quella della GPU non dovesse essere sufficiente, una quantità prestabilita di memoria RAM del sistema, nel nostro caso 8 dei 32GB disponibili.

Dal momento che la scena con cui abbiamo effettuato i test può essere abbondantemente caricata nei 24GB della RTX 3090, questa ottiene delle prestazioni nettamente superiori rispetto alla RTX 3080 (screen di destra), costretta a utilizzare ben 6,7GB della RAM di sistema, rallentando il processo di rendering.


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Per evidenziare il gap prestazionale che c'è fra la GeForce RTX 3090 e le altre schede in prova, abbiamo utilizzato il benchmark sintetico OcataneBench.

Le scene di cui viene fatto il render durante il test non sono particolarmente pesanti, quindi possono essere tranquillamente caricate all'interno della RAM di tutte e tre le schede.

Dai risultati infatti è possibile evincere tutta la potenza bruta del chip GA102-300, il quale risulta più veloce del 19% e 84% rispetto a GA102-200 e TU102-300A.


V-Ray Next

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Rilasciato nel 2018, V-Ray Next è la quarta ed ultima versione del celebre software di rendering sviluppato da Chaos Group a seguito dell'acquisizione di Render Legion e del relativo motore proprietario, Corona Render.

Rispetto alle versioni precedenti, è stata introdotta la possibilità di utilizzare contemporaneamente CPU e GPU nel processo di rendering, sono stati aggiunti numerosi strumenti per l'analisi illuminotecnica, oltre al controller automatico dell'esposizione ed un nuovo Denoiser che si basa su processi di machine learning.

Per i nostri test ci siamo avvalsi del benchmark integrato, che effettua il rendering di un salotto in modalità ADL (Adaptive Dome Light), utilizzando unicamente la GPU per lo "sforzo" computazionale.


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Il rendering del nostro "salotto" conferma quanto visto nei test precedenti: la GeForce RTX 3090 ottiene risultati superiori alla sorella minore del 23%, mentre il gap prestazionale è di circa il 115% rispetto alla RTX 2080 Ti.