Super Test, Canon PowerShot G11

L'aspetto esterno della serie G è ormai in lenta e progressiva evoluzione da qualche anno: la nuova G11 non presenta quindi rivoluzioni rispetto al passato. Già con la G10 ad es. l'impugnatura leggermente pronunciata e rivestita in gomma anti-sdrucciolo era ideale in forma e dimensioni e la cosa non cambia con l'ultimo modello. Anche collocazione e dimensione delle ghiere di controllo superiori in metallo è quasi esattamente la stessa così come il layout dei tasti posteriori. Addirittura l'obiettivo, l'ottimo 28-140mm F2,8-4,5, è il medesimo. La costruzione, naturalmente di ottimo livello, è sempre del “solito� metallo: ben assemblata, senza giochi o scricchiolii, solida e perfettamente bilanciata la G11 rinnova quella che ormai è una vera tradizione.

Ma allora le vere differenze dove stanno? Beh, esteriormente l'unica è data dallo schermo LCD a colori posteriore snodabile: non si tratta affatto di una novità assoluta, men che mai in casa Canon e soprattutto per la serie G. E' che dopo tanti anni i progettisti hanno capito che era il caso di re-introdurre un accessorio estremamente utile: la serie G, per la cronaca, con lo schermo posteriore snodabile “vari-angle� c'è nata e vissuta per sei generazioni dal 2000, anno della prima introduzione, al 2004 (dalla G1 alla G6).

Il design, lo abbiamo già detto, evolve quello che in realtà è diventato un classico moderno; la G11 è leggermente meno squadrata della G10 ed è ammorbidita in alcuni tratti ed in corrispondenza di qualche angolo.

Lo schermo snodabile è un LCD da 2,8�, leggermente più piccolo del precedente 3 pollici, che mantiene la stessa elevata risoluzione del vecchio modello installato sulla G10: 416.000 pixel. Molto ben visibile in esterni, anche in condizioni di luce forte e/o diretta. In condizioni di bassa luce si apprezza la velocità di refresh dell'inquadratura che non diventa mai scattosa e non compromette la cattura dell'attimo.

L'evoluzione progressiva della serie G ha ovviamente pro e contro: il piccolo mirino ottico è, come sempre, un accessorio di fortuna più che un risorsa della G11. Microscopico, con un'inquadratura che riflette a malapena l'80% del campo effettivo, in parte ostruito dall'obiettivo retrattile e con un evidente deformazione alle focali grandangolari, sarebbe ora venisse sostituito con un EVF. Panasonic ha dimostrato, abbattendo definitivamente anche questo ultimo tabù, che i mirini elettronici possono essere eccezionali: quello impiegato nella GF-1 ne é la prova.

In definitiva, se c'è un aspetto migliorabile della G11 è proprio questo e trattandosi si di una compatta ma comunque “della� compatta per eccellenza (attualmente le controfferte Nikon sono inesistenti) che più si avvicina al concetto “pro� di macchina fotografica, un benedetto EVF come si deve è un'assenza non giustificabile.