5. Prova sul campo


É arrivato il momento fatidico, ovvero la prova sul campo durante la quale valuteremo la qualità costruttiva, l'ergonomia, l'autonomia e le prestazioni del nuovo Viper V2 Pro.


Razer Viper V2 Pro 5. Prova sul campo 1 


Per i test abbiamo fatto uso, come di consueto, del nostro RIG Razer redazionale composto dalle seguenti periferiche.


Periferiche
Razer
Tastiera
BlackWidow V3 Pro
Mouse
Viper V2 Pro
Tappetino
Acari
Sistema audio
Leviathan V2
Microfono
Seiren Pro
Joypad
Xbox One X|S Controller
Sedia
Razer Iskur Black Edition
Illuminazione ambientale
Chroma HDK & Philips Hue Play


Ergonomia

Avendo avuto modo di provare l'intera gamma Viper non avevamo dubbi in merito all'ergonomia di questo prodotto, si tratta di un mouse simmetrico dotato di una struttura sufficientemente ampia anche per i gamer dotati di mani di grandi dimensioni, inutile dire che le prese maggiormente indicate sono la claw grip e la finger tip

Pur trattandosi di un mouse simmetrico, Razer ha deciso ancora una volta di relegare questo modello ai soli destrorsi, aggiungendo i tasti laterali esclusivamente a sinistra (sarà comunque possibile l'utilizzo da parte degli utenti mancini rimappando i tasti principali).

I materiali utilizzati sono di ottima qualità, in particolar modo le finiture.

L'assenza dei laterali in gomma si avverte poco grazie ad un rivestimento leggermente ruvido che assolve a tal scopo.

Non abbiamo trovato gradevole l'utilizzo del mouse dopo l'applicazione dei grip tape (in bundle) che, seppur aumentando notevolmente la presa, offrono una sensazione al tatto decisamente meno entusiasmante.

Sempre convincenti gli switch ottici realizzati da Razer per i pulsanti principali, assolutamente reattivi e caratterizzati da un tempo di risposta minimo oltre che da un appagante feedback tattile.

Non abbiamo riscontrato grosse differenze con la seconda generazione dato che la novità è rappresentata dall'incremento della durata (90 milioni di click), assolutamente da non trascurare.

Anche la rotellina, analoga a quella del modello precedente, ci ha soddisfatti, risultando fluida ed esente da qualsiasi gioco meccanico.

L'unica pecca è la regolazione degli step dei DPI attraverso il tasto posto inferiormente al mouse, che lo renderà praticamente inutilizzabile durante le sessioni più accese.

Durante le prove abbiamo infatti dovuto rimappare i due pulsanti laterali per questo scopo.


Razer Viper V2 Pro 5. Prova sul campo 2 


Il peso, come lasciato intendere pesantemente dal marketing, è il vero punto forte del Viper V2 Pro, parliamo di soli 58 grammi, un vero primato per un mouse wireless.

L'importante "reingegnerizzazione" effettuata da Razer su questo modello ha permesso, infatti, di rendere disponibili ai pro player, un mouse avazatissimo per le competizioni.

Rispetto all'utilizzo con il modello Ultimate, ad esempio, lo sforzo del polso è nettamente inferiore garantendo un tempo prolungato di utilizzo senza mai stancarlo.

Il beneficio riguarda anche il tracciamento stesso, che risulterà più fluido a parità di risoluzione impostata.


Tempi di ricarica ed autonomia della batteria

Il nuovo Viper V2 Pro è dotato di una batteria a litio estremamente leggera, di cui non sono state rese note le specifiche, che ci ha consentito di raggiungere quasi 60 ore di utilizzo continuativo (per gran parte del tempo il mouse è stato impostato su 2000 DPI a 1000Hz).

Per ricaricare al 100% la batteria sono necessarie circa quattro ore tramite connessione USB.

Peccato per l'assenza della compatibilità con la Razer Dock Chroma, che abbiamo trovato estremamente comoda e utile sulla versione Ultimate.


Gaming - Valorant

Razer Viper V2 Pro 5. Prova sul campo 3 


Per la prova in ambito gaming abbiamo scelto Valorant, lo sparatutto multiplayer tattico sviluppato da Riot Games (League Of Legends) e rilasciato su PC il 2 giugno 2020 come free-to-play.

Si tratta di un titolo in prima persona incentrato sulla strategia e sulla cooperazione pensato per due squadre di cinque giocatori in cui ogni componente sceglierà una delle classi disponibili (Controllori, Assassini, Iniziatori e Sentinelle) per portare a compimento gli obiettivi delle quattro modalità selezionabili (Non Competitiva, Assalto Spike, Competitiva e Deatmatch).

A differenza di Overwatch, a cui viene spesso paragonato, il titolo di Riot è meno frenetico e ragionato, impostazione più vicina a CS:GO.

Nel gioco la vittoria dipende dalla capacità dei singoli componenti del team di comunicare, organizzarsi e mettere in atto la strategia minuziosamente pianificata nella prima fase del round.

Il nuvo sensore ottico Focus Pro 30K si è comportato in maniera egregia sia utilizzando il mousepad Acari che il Firefly Cloth Edition, risultando estremamente preciso anche in modalità wireless.

La regolazione fine del LOD e della Landing Distance ci ha permesso di regolare alla perfezione il comportamento del tracciamento in base alla superficie di appoggio e alle nostre esigenze e stile di gioco.

Nonostante l'assenza di un Polling Rate oltre i 1000Hz (presente sul Viper 8KHz) non abbiamo riscontrato problemi di fluidità, in particolar modo limitandoci all'utilizzo del ROG PG348Q a 100Hz.

Probabilmente questa limitazione potrebbe essere malvista dagli "atleti professionisti" dotati di monitor ad altissimo refresh (240 o 360Hz).

Abbiamo provato, per pura curiosità, ad utilizzare in gioco il selettore dei DPI posto inferiormente al mouse, inutile dire che il contatore delle uccisioni è incrementato notevolmente durante questo frangente.

La cosa più interessante è che non abbiamo riscontrato grossissime differenze tra la modalità wireless e quella cablata durante il gameplay, sicuramente merito della tecnologia HyperSpeed Wireless con AFT (Adaptive Frequency Technology) che abbiamo avuto il piacere di provare su altri prodotti a marchio Razer.


Razer Viper V2 Pro 5. Prova sul campo 4 


Produttività

Per il test di produttività ci siamo affidati al solito Photoshop CC 2020, tramite cui abbiamo editato tutte le foto presenti in questa recensione.

Al di là dell'estrema precisione del sensore, in particolar modo a basse risoluzioni per le operazioni di rifinitura, la cosa che più ci ha soddisfatti è stata ancora una volta l'elevata maneggevolezza, accentuata ulteriormente da un peso così ridotto.

I pulsanti sono stati rimappati in base alle scorciatoie più utilizzate e la presenza della modalità Hypershift ci ha permesso di avere fino a quattro combinazioni disponibili.

Inutile dire che non siamo riusciti nemmeno ad avvicinarci ai 30.000 DPI di risoluzione massima garantiti dal sensore, che riteniamo assolutamente inadatti a qualunque utilizzo anche con setup multi-monitor 4K (forse ci sarà speranza con un 8K).