7. Conclusioni


Dopo oltre 10 anni dalla sua prima comparsa sul mercato, Razer decide di riproporre il suo storico Diamondback in una nuova veste "tecnologicamente" rinnovata, ma che conserva integralmente tutte le caratteristiche che l'hanno reso celebre, una scelta che riteniamo senza alcun dubbio coraggiosa, legata in parte al marketing ed al fattore "ricordo" suscitato nei videogiocatori, una volta appresa la notizia di questo restyling.

Si tratta pur sempre di un mouse rilasciato nel 2004 caratterizzato da soli 7 pulsanti programmabili (5 se si considera che verrà utilizzata nel 90% dei casi solo una delle due coppie laterali), un numero che non rispecchia affatto gli standard attuali.

Inoltre, nonostante la mappatura consenta di ovviare in parte a questo problema, l'assenza di pulsanti dorsali on-the-fly per la regolazione dei DPI si fa sentire, soprattutto nelle sessioni di gioco in cui lo switch di sensibilità in tempo reale è di estrema importanza (FPS).

I difetti sopracitati, se possono definirsi tali, non sono altro che un effetto del processo tecnologico, ma ciò non significa assolutamente che il Diamondback non sia un mouse valido, anzi, è la chiara dimostrazione di come un prodotto così "datato" possa sopravvivere tanto tempo rimanendo attuale.

Tolti questi sassolini dalle nostre scarpe, possiamo ora parlare dei reali motivi per cui il Diamondback è ancora tra noi e sprizza energia viva da tutti i pori.

Design ambidestro altamente ergonomico, struttura in ABS dotata di finitura ruvida di ottima fattura, dimensioni contenute (125x60x30mm) ed un peso di soli 89 grammi sono le caratteristiche peculiari che lo rendono un prodotto altamente versatile ed adattabile ad ogni tipologia di utente.

Se a tutto questo aggiungiamo il nuovo sensore laser 5G (evoluzione del noto AVAGO ADNS-9800) in grado di raggiungere i 16.000 DPI massimi (fin troppi a nostro parere) ed una illuminazione CHROMA garantita da 21 LED RGB dislocati su tutta la struttura, il gioco è fatto.

Come sempre straordinario ed efficiente il software di gestione universale Razer Synapse 2.0, grazie al quale potremo personalizzare in modo impeccabile tutte le caratteristiche del nostro mouse ed averle sempre a portata di mano in qualunque situazione tramite l'integrazione con il CLOUD personale.

Il prezzo di 99€ IVA inclusa, nonostante sia in parte giustificato dal grado di qualità offerto da questo prodotto, è senza ombra di dubbio mal tarato: basti considerare che allo stesso prezzo è possibile acquistare il nuovo Mamba Tournament Edition, dotato del medesimo sensore ma di ben 11 pulsanti programmabili (due dei quali dedicati alla rotellina tilt-shift) e pulsanti dorsali per la regolazione rapida dei DPI.

Quindi, perché scegliere il Diamondback 5G anziché prodotti sulla stessa fascia prezzo ma dotati delle "quasi" indispensabili caratteristiche moderne?

Beh, la risposta è semplice: se nel vostro setup da gioco, 10 anni fa, avete avuto il mitico ed originale Diamondback come fedele compagno di avventura per ore ed ore di divertimento, lasciatevi pure trasportare dalla nostalgia, vi capiamo perfettamente!

In caso contrario puntate pure sull'ottimo Mamba Tournament Edition, sicuramente uno dei mouse gaming attualmente più avanzati sul mercato.

Segnaliamo, infine, che per i collezionisti sarà inoltre disponibile in esclusiva sul Razer Store una Collector's Edition caratterizzata da una nuova confezione "Premium" ed una sorta di ArtBook, grazie al quale sarà possibile rivivere l'intera storia del Diamondback, ad un costo di 119,90€.


Voto: 4,5 stelle


Razer Diamondback 5G 7. Conclusioni 1 PRO
  • Sempre il vecchio e caro Diamondback
  • Buona ergonomia
  • Sensore laser 5G a 16.000 DPI
  • Illuminazione CHROMA spettacolare
  • Ottima qualità costruttiva
  • Peso piuma

CONTRO

  • Prezzo leggermente alto


Si ringrazia Razer per l'invio del prodotto oggetto della nostra recensione.


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