9. DeathAdder Chroma - Prova sul campo


Andiamo ora a cercare la conferma di tutte le impressioni positive che abbiamo ricavato nelle pagine precedenti, circa la qualità costruttiva e l'ergonomia del nuovo DeathAdder Chroma.


Razer BlackWidow Ultimate & DeathAdder Chroma 9. DeathAdder Chroma - Prova sul campo 1 


La scelta dei titoli per mettere seriamente alla prova il nuovo mouse gaming RGB e dare una risposta a quanti sono in cerca di una periferica che faccia la differenza, è ricaduta principalmente su Counter Strike: Global Offensive e League of Legends.

Come ormai assodato, il DeathAdder è un mouse particolarmente adatto alla presa Palm (appoggio completo della mano sul mouse), che denota anche una particolare affinità con quella Claw (ad artiglio).

I  grip laterali, inoltre, svolgono un ottimo lavoro nell'assicurare una presa salda sia al pollice che al mignolo e l'ottima finitura esterna ha tutti i presupposti per vincere la sfida del sudore e dell'usura del tempo.

Per i giocatori che prediligono una presa Palm, infine, la presenza dei tasti laterali offrirà un paio di soluzioni tattiche in più da utilizzare con rapidità sul campo di battaglia.

L'inerzia del DeathAdder non è elevata, in virtù della recente riprogettazione che ha portato il peso dai 148g del DA 3.5G ai più sfruttabili 105g del DA 2013, da cui l'odierno Chroma deriva direttamente.


Razer BlackWidow Ultimate & DeathAdder Chroma 9. DeathAdder Chroma - Prova sul campo 2 


Qualche match in modalità leggera su CS:GO (dopo il primo periodo di adattamento in Deathmatch) ci ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, che i 105g appena menzionati rientrano nel range ideale di peso per un Palm ottico da utilizzare nei titoli FPS, specialmente per quei giocatori abituati alle basse sensibilità.

Siamo rimasti invece un po' delusi dalla invariata capacità della rotellina di produrre più rumore quando ruotata in avanti, allo stesso modo del modello 4G, rispetto al movimento contrario (questo comportamento è noto come rattling).

La rotellina non è male, oggettivamente parlando, ma un mouse come il DeathAdder dovrebbe proporsi come punto di riferimento anche su questo aspetto, senza lasciare campo ai concorrenti, alcuni dei quali fanno oggettivamente meglio in termini di percezione degli scatti e delle tolleranze.

Sia chiaro, per comprendere la portata di questa nostra affermazione, che il giocatore assiduo scorre di posizione sfruttando la memoria muscolare più che agire in base alla percezione degli scatti, ma è indubbio che quest'ultima piace ed aiuta nell'azione.

Sempre in tema di meccanica, siamo sostanzialmente convinti dalla consistenza dei tasti principali, animati da switch di alta qualità Omron, che hanno armato i mouse DeathAdder sin dalla prima versione, quella con sensore da 1800 DPI.

Ottima è anche l'impressione ricevuta dai tasti laterali, nonostante utilizzino soluzioni differenti.

Per quanto concerne il sensore ottico usato, l'Avago S3988, la qualità del tracciamento è ottimale fino a velocità alte e su tutte le superfici testate con un'accelerazione inesistente, a meno che quest'ultima non venga inserita manualmente, gioco permettendo.

La gestione del sensore in termini di distanza di spegnimento è qualcosa di eccellente, con una LOD inferiore allo spessore di un CD, che vi consentirà di giocare anche su mousepad piccoli senza alcun problema.

E' un vero piacere assumere il controllo di una periferica completamente votata alle prestazioni!

Ma veniamo all'uso che se ne può fare per quanto concerne la normale produttività.

Il giocatore navigato lo sa, ma per quanti non conoscono bene la produzione Razer, il DeathAdder è progettato per essere uno strumento di battaglia, il resto passa in secondo piano.

Certamente abbiamo a disposizione un software e delle funzionalità Macro all'altezza, oltretutto perfettamente funzionanti durante le nostre prove, e di questo ne siamo soddisfatti.

Ma sono solo due i tasti laterali da dedicare a qualche Macro o funzione aggiuntiva di tanto in tanto, tutto qui.

Il DeathAdder servirà allo scopo con dedizione ed una buona ergonomia come farebbe con ogni altro mouse di qualità, a meno che non abbiate la reale necessità di uccidere i pixel con un programma di fotoritocco.

In quest'ultimo caso vedrete sicuramente la differenza.