Olympus EP-1, ritorno al futuro! E' ancora la storia a farla da padrona.

Nel lontanissimo 1959, la linea di fotocamere PEN è stata una rivoluzione autentica, così come nei '60 la, sempre rimpianta, reflex OM. Denominatore comune e, sicuramente comandamento n.1 Olympus, allora come oggi, la compattezza.

Particolarità della PEN era infatti l'utilizzo di un formato half-frame 18x24mm cioè di una pellicola grande la metà del 36x24mm. Questo stratagemma consentiva di ottenere una fotocamera di dimensioni estremamente ridotte. La PEN tra l'altro disponeva di comandi ridotti all'osso proprio per facilitarne l'utilizzo e favorire la concentrazione dell'utente sulla scena piuttosto che sulle impostazioni del corpo macchina. Risultato: oltre 17 milioni di pezzi venduti nella sua lunga carriera.

Con questo background alle spalle si comprende più facilmente perché sia stata sempre Olympus ad inventare il formato digitale 4/3 e la successiva variante micro4/3: la miniaturizzazione, il concetto “piccolo è bello”, ce l'hanno nel DNA, da sempre.


Olympus EP-1 : ritorno al futuro 2. Corpo macchina 1 - Generale ed ergonomia 1 

Olympus EP-1 : ritorno al futuro 2. Corpo macchina 1 - Generale ed ergonomia 2 

Confronto impari: a sinistra, la EP-1 tra la Nikon D5000, reflex notoriamente compatta, e la Canon G9, digitale le cui dimensioni sono rimaste invariate anche con le successive G10 e G11.

A destra, giusto per rendere l'idea, la EP-1 è affiancata alla Nikon D300 con Nikkor 24-70 f2,8: il solo obiettivo pesa due volte la EP-1, ottica inclusa!

Canon G11:

112 x 76 x 48 mm – 375 grammi

Olympus EP-1:

121x70x35mm – 350 grammi – 500 grammi con obiettivo kit 14-42mm

Canon 500D:

129x 98x 62mm – 530 grammi con batteria (no obiettivo)

Nikon D5000:

127x 104x 80mm – 600 grammi con batteria (no obiettivo)

Nikon D300/D300s:

147x 114 x74mm – 910 grammi con batteria (no obiettivo)

Nikkor AF-S 24-70mm F2,8:

Nikkor AF-S 24-70mm F2,8: 900 grammi

Nikon D300 con 24-70mm:

Oltre 1.800 grammi

La tabella dimensioni/peso vede la EP-1 al secondo posto, appena sotto la G11. Le dimensioni fisiche del corpo macchina da solo sono addirittura inferiori rispetto a quelle della compatta Canon.

E a proposito del fatto che “piccolo è bello”, le foto e la tabella soprastanti illustrano chiaramente e senza ombra di dubbio che questo è un fortissimo punto a favore della EP-1 : una macchina fotografica digitale con sensore da reflex in un corpo addirittura più piccolo e leggero di quello di una compatta, anzi, “della” compatta per eccellenza, la PowerShot G11.

Certo, con l'obiettivo kit 14-42mm, la EP-1 è più pesante e leggermente più ingombrante della Canon ma rimane comunque entro limiti accettabilissimi e certamente di gran lunga inferiori rispetto a quelli di una Nikon D5000 che è considerata, a ragione, una delle reflex APS-C più piccole. Se poi prendiamo in considerazione la D300 con il 24-70mm, questa accoppiata equivale alla bellezza di quattro EP-1 messe insieme e complete di obiettivo, batteria e memoria!

In definitiva, le potenzialità del sistema micro4/3 sono ben evidenti, se considerate sotto il profilo della praticità d'uso.

Design ed ergonomia.

Il design, chiaramente ispirato al recupero delle linee retrò anni Sessanta, è morbido, senza spigoli, molto ben fatto. Sono per altro disponibili differenti abbinamenti cromatici tra impugnatura, corpo macchina e dorsetto posteriore al fine di soddisfare le richieste di un'utenza sensibile a questo tipo di aspetti. La stessa ottica fornita in kit, l' Olympus Zuiko 14-42mm F3,5-5,6, è disponibile in due colorazioni: silver e nera, come quella in prova.

La costruzione è eccellente. Interamente di metallo, la EP-1 , pur essendo “piccolina”, fa chiaramente sentire la sua presenza: con un peso di 500 grammi, obiettivo 14-42mm compreso, non è leggera in senso assoluto ma, come abbiamo visto, ben al di sotto dei corpi reflex entry-level.


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Viste frontale e posteriore. Salta subito all'occhio la maggior complicazione della parte destra posteriore del corpo macchina che racchiude gran parte delle funzioni della EP-1: come vedremo più approfonditamente in avanti, si tratta di un vero e proprio pannello di controllo dalle molteplici funzioni, non sempre immediatamente intuibili.

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Avremmo preferito un'impugnatura rivestita in gomma morbida, leggermente più pronunciata e con una sagomatura differente che garantisse una presa maggiore ma capiamo che ci siano state esigenze di design da rispettare. Con un po' di pratica, comunque, ci si abitua facilmente.

Il display LCD posteriore a colori è ampio (3”) e ben visibile da qualsiasi angolazione; discreta la visibilità anche sotto una luce solare forte. La risoluzione non elevatissima (230.000 pixel) è sufficiente ma non allo stesso livello degli schermi da 920.000 punti che siamo ormai abituati a vedere sempre più frequentemente.

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Viste superiore ed inferiore: l'attacco per treppiedi è leggermente fuori asse; inoltre la collocazione dello sportello che protegge il comparto batteria/memoria non consente il suo accesso durante l'utilizzo su treppiede; manca una, seppur piccola, area rivestita in gomma per una base con grip migliore.


Il design semplice e dal gusto retrò è evidente anche nella parte superiore, caratterizzata da comandi ridotti al minimo indispensabile e di facile attivazione.


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Se si decide di utilizzare un treppiedi, la placca per il fissaggio rapido alla testa copre in parte lo sportelletto inferiore del comparto batteria/memoria impedendone l'accesso all'utente.

Le finiture sono quanto di meglio si possa trovare attualmente sul mercato. Qui, il particolare di uno degli anelli per la cinghia a tracolla realizzato in metallo lucidato e perfettamente incastonato nel corpo di acciaio satinato.


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Olympus EP-1, viste laterali. Da notare la pregevole finitura in metallo satinato della scocca.

Lo sportello, situato sul lato destro della EP-1 , protegge la porta USB in standard 2.0 ed il connettore HDMI.

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Porte I/O: dal basso USB 2.0, connettore HDMI.


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Il comparto inferiore ospita la batteria Li-Ion da 1150 mAh e la memoria in standard SD/SDHC.

La batteria è assicurata con blocco di sicurezza che ne impedisce l'uscita accidentale a sportello aperto.