2. Visto da vicino


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OCZ Technology ha deciso di mantenere per il nuovo prodotto di punta lo stesso design utilizzato per la precedente serie Vector proprio un anno fa e trasferito con successo anche sul Vertex 450.

Come potete osservare, il Vector 150 è caratterizzato da un fattore di forma da 2,5" con uno spessore di soli 7mm contro i canonici 9,5mm.

Il peso, nonostante lo spessore ridotto, si aggira sui 115g contro i 118g del Vector.

Come per il suo predecessore, il profilo ultraslim ne permette l'utilizzo in netbook e notebook dalle dimensioni contenute e negli ultrabook di ultima generazione che prevedono la possibilità di sostituire il drive in dotazione.

Lo chassis dell'unità è costituito da un guscio in alluminio pressofuso, chiuso sul lato posteriore da una piastra in acciaio verniciata color argento e bloccata tramite quattro viti poste sui rispettivi angoli.

Sulla parte superiore dell'unità troviamo un'etichetta che ricopre l'intera superficie e che utilizza lo stesso sfondo nero e azzurro visto sulla confezione; questo tipo di soluzione, purtroppo scarsamente utilizzata, permette di avere maggior spazio a disposizione per la grafica e rendere meno anonimo il prodotto.

Sulla parte azzurra dell'etichetta campeggia il logo della serie di un bel colore argento, mentre sulla parte bassa a sfondo nero sono riportati i loghi di OCZ e Indilinx.


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Sul retro dello chassis è applicata un'etichetta che riporta tutte le informazioni riguardanti l'unità.

Sui quattro angoli sono presenti i classici inviti filettati per l'installazione in un bay e le quattro viti per il fissaggio del PCB alla cover inferiore.

Nella foto in alto è chiaramente visibile anche il sigillo di garanzia che va a coprire una delle quattro viti che tengono bloccata la piastra costituente la superficie inferiore dell'unità; ricordiamo, ancora una volta, che la rimozione di tale sigillo fa inevitabilmente decadere la garanzia sul prodotto.


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Una volta disassemblato completamente il drive, troviamo al suo interno il classico PCB che, come consuetudine dei prodotti OCZ, utilizza una disposizione della componentistica che non rispetta alcuna simmetria nella distribuzione dei componenti principali.

OCZ, inoltre, ha previsto un pad termico che va ad interfacciarsi tra il controller Indilinx e la superficie inferiore del telaio, al fine di ottenere un più efficiente smaltimento del calore.

Da notare anche il notevole spessore del guscio in alluminio che conferisce un'estrema robustezza al Vector 150 e spiega, allo stesso tempo, il peso leggermente superiore rispetto agli altri SSD concorrenti da 7mm.


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Sul lato superiore del PCB sono presenti il controller Indilinx Barefoot 3, situato in una posizione quasi centrale, gli otto chip di memoria NAND Flash disposti intorno e, in prossimità del connettore SATA, uno dei due chip dedicati alla cache.

Sull'estremità opposta troviamo un connettore a pettine che viene utilizzato dai tecnici in fase di debug e che potrebbe non essere presente sulla versione definitiva del prodotto.


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Sul lato opposto del PCB troviamo gli altri otto chip NAND Flash ed il secondo chip DRAM da 256MB di cache, il tutto contornato dall'elettronica secondaria realizzata con componentistica SMD miniaturizzata.


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L'OCZ Vector 150 adotta l'ormai collaudato controller Indilinx Barefoot 3, contraddistinto dalla sigla IDX500M00-BC, di cui si conoscono pochi dettagli specifici e che consente di ottenere prestazioni di altissimo livello.

L'Indilinx Barefoot 3 è un controller di ultima generazione realizzato su socket BGA, che prevede al suo interno la presenza di un potentissimo processore Arm Cortex dual-core accoppiato ad un coprocessore matematico OCZ Aragon, che si occupano di tutta la logica di funzionamento dell'unità grazie ad un sistema di interleaving multi canale a otto vie verso le celle di memoria.

Il supporto è garantito sia per le NAND Flash che seguono lo standard ONFI che per le DDR Toggle Mode.

Il protocollo di trasmissione adotta un'interfaccia nativa SATA Rev. 3.1 (6Gbps) retrocompatibile con la precedente SATA Rev. 2.0 (3Gbps), mentre la sicurezza dei dati è garantita dalla possibilità di codifica con chiave di criptazione AES a 256 bit; al momento non è supportato TCG-Opal e, di conseguenza, lo standard Microsoft eDrive.

Fra le prerogative di questo controller c'è il supporto alla tecnologia "OCZ Ndurance" che è un avanzata suite di gestione delle NAND Flash progettata specificatamente per i controller Indilinx, al fine di estendere in modo significativo la vita delle celle di memoria, che il produttore garantisce fino a 50GB di scritture al giorno per una durata di 5 anni.


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L'immagine in alto ci mostra i chip di memoria, identificati dalla sigla TH58TEG7DDJBA4C, prodotti con processo litografico a 19nm da Toshiba.

Ciascuno dei sedici chip di memoria presenti sull'unità ha una densità di 128Gbit (16GB) e contiene al suo interno due Die da 8GB.

Questi particolari ICs sono NAND Flash Toggle Mode di tipo sincrono, utilizzano una configurazione MLC (Multi Level Cell) a due bit per cella, un package del tipo 48 pin TSOP, sono conformi allo standard DDR Toggle Mode 2.0 ed hanno un arco di vita stimato in circa 3.000 cicli di scrittura.

Ricordiamo che un'interfaccia di tipo sincrono consente di scambiare un maggior quantitativo di dati con evidenti benefici dal punto di vista prestazionale.


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L'ultima immagine è relativa ad uno dei due chip di DRAM cache DDR3L-1600 da 256MB di produzione Micron che affiancano il controller Indilinx Barefoot 3, fornendo un valido aiuto in termini di boost prestazionale e facilitando le operazioni di Garbage Collection.