11. Test Endurance Copy Test Â
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Introduzione
Dopo aver analizzato il drive simulandone il riempimento e torturandolo con diverse sessioni di test ad accesso casuale, lo stato delle celle NAND (in questo caso presenti sulle unità di caching) è nelle peggiori condizioni possibili, e sono esattamente queste le condizioni in cui potrebbe trovarsi il nostro drive dopo un periodo di intenso lavoro.
Il tipo di test che andremo ad effettuare sfrutta le caratteristiche del Nexthardware SSD Test che abbiamo descritto precedentemente.
La prova si divide in due fasi:
1. Used: Il drive è stato già utilizzato e riempito interamente durante i test precedenti, viene lanciata copia del pattern da 1GB fino a totale riempimento di tutto lo spazio disponibile; a test concluso, annotiamo il tempo necessario a portare a termine l'intera operazione.
2. BrandNew: Il drive viene accuratamente svuotato e riportato allo stato originale con l'ausilio di un software di Secure Erase; a questo punto, quando le condizioni delle celle NAND sono al massimo delle potenzialità , ripetiamo la copia del nostro pattern fino a totale riempimento del supporto, annotando, anche in questa occasione, il tempo di esecuzione.
A test concluso viene divisa l'intera capacità dell'unità per il tempo impiegato, ricavando così la velocità di scrittura per secondo.
Ovviamente, con l'OCZ RevoDrive Hybrid abbiamo modificato la grandezza del pattern allineandola con la dimensione massima dello spazio riservato alla cache.
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Risultati
Copy Test Used |
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Copy Test BrandNew |
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Sintesi
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L'OCZ RevoDrive Hybrid restituisce un valore inferiore alle attese con il nostro Nexthardware Copy Test, esattamente di 172,6 MB/s a drive nuovo e 135,2 MB/s a drive già ampiamente utilizzato.
Un valore leggermente sotto tono è riconducibile alla velocità e al numero delle NAND Flash utilizzate in questa unità che penalizzano il risultato del test.
Ricordiamo che l'unità usata come cache è composta da due SSD da 50GB, dotati di 8 NAND Flash asincrone collegate alla metà dei canali messi a disposizione dal controller SandForce SF-2281.
Questo approccio, come avremo modo di valutare successivamente con i test di IOMeter, penalizza i tempi di accesso in presenza di file di grandi dimensioni.
Se tentiamo di comprendere il funzionamento di questo drive, dobbiamo partire dal presupposto che le unità di cache siano state concepite per massimizzare le scritture con file di piccole dimensioni, sacrificando in parte la velocità massima nel test di scrittura sequenziale; non a caso OCZ ha sviluppato il RevoDrive Hybrid in modo da favorire maggiormente la reattività del sistema.
Grafico Comparativo
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Il grafico comparativo mette a confronto, ancora una volta, un SSD di ultima generazione, uno dei migliori dischi meccanici in commercio attualmente ed il RevoDrive Hybrid.
Solo a titolo di curiosità abbiamo provato il RevoDrive Hybrid senza supporto delle unità di cache, misurando quindi la velocità del disco meccanico installato da 5.400 rpm di produzione Toshiba, con risultati piuttosto deludenti.
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