9. Test Endurance Copy Test


Introduzione

Dopo aver analizzato il drive in prova, simulandone il riempimento e torturandolo con diverse sessioni di test ad accesso casuale, lo stato delle celle NAND è nelle peggiori condizioni possibili, e sono esattamente queste le condizioni in cui potrebbe essere il nostro SSD dopo un periodo di intenso lavoro.

Il tipo di test che andremo ad effettuare sfrutta le caratteristiche del Nexthardware SSD Test che abbiamo descritto precedentemente.

La prova si divide in due fasi:

1. Used: l'unità è stata già utilizzata e riempita interamente durante i test precedenti, vengono disabilitate le funzioni di TRIM e lanciata copia del pattern da 1GB fino a totale riempimento di tutto lo spazio disponibile; a test concluso, annotiamo il tempo necessario a portare a termine l'intera operazione.

2. New: l'unità viene accuratamente svuotata e riportato allo stato originale con l'ausilio di un software di Secure Erase; a questo punto, quando le condizioni delle celle NAND sono al massimo delle potenzialità, ripetiamo la copia del nostro pattern fino a totale riempimento del supporto, annotando, anche in questa occasione, il tempo di esecuzione.

A test concluso viene divisa l'intera capacità del drive per il tempo impiegato, ricavando così la velocità di scrittura per secondo.


Risultati

Copy Test Brand New
OCZ ARC 100 240GB 9. Test Endurance Copy Test 1


Copy Test Used
OCZ ARC 100 240GB 9. Test Endurance Copy Test 2


Sintesi

OCZ ARC 100 240GB 9. Test Endurance Copy Test 3


Il Nexthardware Copy Test, come al solito, ha messo a dura prova l'unità in prova, cosa abbastanza normale visto che va a rilevare la velocità media di trasferimento dati e non la velocità di lettura o scrittura sequenziale.

Il risultato a disco vergine non è sicuramente esaltante, ma ripetendo il test a drive usurato il risultato di circa 300 MB/s diviene senza alcun dubbio di buon livello.


Grafico comparativo

OCZ ARC 100 240GB 9. Test Endurance Copy Test 4


Per quanto concerne la comparativa, abbiamo volutamente inserito entrambi i risultati ottenuti dall'OCZ ARC 100 240GB, visto che il drive rende meglio in questo test proprio nelle condizioni di lavoro più gravose.

Come mostrato sin dal primo test della recensione, in condizione di massima usura il drive restituisce prestazioni degne di nota e riesce dunque a piazzarsi al primo posto.

Il risultato a drive vergine lascia il tempo che trova dato che, come già spiegato in precedenza, in un contesto reale un SSD opererà sempre in uno stato di usura quantomeno parziale.