2. NVIDIA GK-106
La GPU GK-106 che equipaggia la GeForce GTX 650 Ti Boost è decisamente più simile a quella delle GeForce GTX 660 rispetto a quella della GTX 650 Ti differenziandosi dalla prima, infatti, per la sola disattivazione di una singola unità SMX (192 CUDA Cores), mantenendo invariate la frequenza operativa e la presenza della tecnologia GPU Boost.
La tecnologia NVIDIA GPU Boost consente di regolare automaticamente la frequenza di funzionamento della GPU in base ai consumi energetici della scheda video, alla temperatura e al carico computazionale della scheda video.
Durante le nostre prove, la GeForce GTX 650 Ti Boost ha operato a frequenze superiori ai 1070MHz, oltre 100MHz di Boost rispetto alla frequenza base della GPU GK-106.
Rispetto alla GeForce GTX 650 Ti, la versione Boost guadagna una partizione ROP, passando da 16 a 24 unità complessive ed innalzando il BUS di memoria da 128 a 192-bit.
Modelli/Specifiche | GeForce GTX 660 | GeForce GTX 650 Ti Boost | GeForce GTX 650 Ti |
 GPU |  GK-106 | GK-106 | GK-106 |
CUDA Cores | Â 960 | 768 | 768 |
Frequenza Base | 980MHz | 980MHz | 925MHz |
Frequenza Boost | 1033MHz | 1033MHz | N/A |
SMX | 5 | 4 | 4 |
 ROPs | 24 | 16 | 16 |
 GPU Boost | Sì | Sì | No |
 BUS Memoria | 192-bit | 192-bit | 128-bit |
La disattivazione delle unità di elaborazione viene eseguita in fase di produzione "bruciando" i relativi fusibili di alimentazione: questo processo non è reversibile ed impedisce di risvegliare le piene funzionalità della GPU.
La scelta di utilizzare un singolo modello di GPU per numerose schede video consente ad NVIDIA di ridurre i costi di produzione e di sfruttare al meglio ogni GPU prodotta: capita, infatti, che alcune unità di elaborazione non siano funzionanti e l'approccio modulare consente di recuperare anche le GPU "meno fortunate".
Per un esame approfondito della architettura NVIDIA Kepler, vi rimandiamo alla nostra recensione della scheda video NVIDIA GeForce GTX 680.