1. Architettura Sandy Bridge-E

 

Una delle principali critiche indirizzate ad Intel riguardo alla piattaforme per Sandy Bridge è sicuramente la presenza di un controller PCI-E 2.0 dotato di sole 16 linee di comunicazione.

Se per la maggior parte degli utenti questa limitazione è irrilevante, per gli utilizzatori di sistemi multi GPU o sistemi dotati di numerosi controller PCI-E (USB, SATA, RAID, SSD), l’assenza di un controller più evoluto causa evidenti colli di bottiglia, limitando le massime prestazioni dei vari dispositivi.

Per ovviare a ciò la maggior parte dei produttori di schede madri hanno integrato nei loro modelli di fascia alta alcuni bridge PCI-E che consentono di moltiplicare il numero delle linee disponibili aumentando, però, la complessità del PCB ed i costi di produzione.


MSI Big Bang-XPower II 1. Architettura Sandy Bridge-E 1

 

Con Sandy Bridge-E Intel ha ridisegnato il controller PCI-E integrando ben 40 linee di comunicazione.

Ogni CPU Sandy Bridge-E dispone di 4 canali PCI-E configurati come segue:

  • 2 PCI-E x16 (divisibili in due porte x8 o 4 porte x4)
  • 1 PCI-E x8 (divisibile in due porte x4)
  • 1 PCI-E x4 (BUS DMI2)

Il DMI2 è il BUS di collegamento tra la CPU e il Platform Controller HUB X79 Express che non è altro che una versione riveduta e corretta dell’Intel P67 Express.

I 20 Gbps messi a disposizione dal BUS DMI2 possono essere tuttavia insufficienti in condizioni di elevato carico, soprattutto in abbinamento a unità SSD o periferiche USB 3.0; Intel ha quindi previsto un BUS opzionale chiamato SCU Uplink che consente di raddoppiare la banda massima aggiungendo altre 4 linee PCI-E verso il PCH.

Purtroppo questa funzionalità non è attiva nelle CPU della serie 3000, ma è presente esclusivamente su alcune CPU Xeon basate sulla stessa architettura.

L’attivazione del SCU Uplink è inoltre indispensabile per attivare le porte SAS incluse nelle versioni più evolute del PCH dedicate alla piattaforma per Sandy Bridge-E.


MSI Big Bang-XPower II 1. Architettura Sandy Bridge-E 2

 

Il controller PCI-E incluso nelle CPU Sandy Bridge-E è compatibile con il nuovo standard PCI-E 3.0, tuttavia Intel non lo ha potuto certificare ufficialmente perché, al momento del lancio della piattaforma, non era disponibile un numero sufficiente di schede compatibili con questa versione del protocollo di trasmissione seriale.

I produttori di schede madri hanno comunque la possibilità di attivare questa modalità di funzionamento, supportata ad oggi solo dalle schede video AMD Radeon della serie HD 7000.

NVIDIA ha annunciato che le sue schede video GeForce GTX 680, pur essendo compatibili con lo standard PCI-E 3.0, operano in modalità 2.0 sulle schede madri SandyBridge-E, non escludendo la possibilità di aggiornare in seguito i driver per supportare lo standard più recente.

Le CPU della serie 3000 possono essere equipaggiate con quattro o sei core fisici, abbinati ad altrettanti core logici attivati dalla tecnologia Intel Hyper Threading.

Le versioni Xeon delle CPU Sandy Bridge-E rappresentano, invece, l’offerta top di gamma tra le CPU per socket 2011, consentendo l’attivazione di ben 8 core fisici e fino a 20MB di cache L3, limitata a 15MB sui modello Core i7-3960X, 12MB sul Core i7-3930K e 10MB sul Core i7-3820.

A differenza delle CPU per socket 1155, Intel non ha incluso alcuna GPU nelle CPU Sandy Bridge-E, scelta dettata dal posizionamento di mercato di questi processori, nella maggior parte dei casi destinati ad essere abbinati ad una o più schede video discrete.

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