3. Visto da vicino - Parte seconda


Analizzate le caratteristiche importanti, in questa seconda pagina andremo a fondo su alcuni dettagli particolari e comunque inerenti l'aspetto qualitativo.


Mad Catz R.A.T. PRO S 3. Visto da vicino - Parte seconda 1 


Seguendo l'originale schema di colori delle periferiche PRO, il cablaggio, di un giallo acceso, è rivestito in un tessuto intrecciato che risulta di adeguato spessore per resistere all'usura tipica di una periferica di questo tipo.

Il connettore terminale, di tipo USB standard, è placcato in oro.


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In assenza di una illuminazione RGB, che stonerebbe decisamente con le marcate scelte estetiche, si è dovuto ricorrere ad un classico indicatore dedicato per visualizzare lo step di risoluzione correntemente utilizzato fra i tre disponibili.


Mad Catz R.A.T. PRO S 3. Visto da vicino - Parte seconda 5 


La strana geometria della base cattura inesorabilmente l'occhio, ma ad un'analisi più attenta scopriamo non esserci nulla al di fuori dell'ordinario: cinque pad surfer in teflon sono incollati con cura alla massima distanza possibile fra loro, assicurando l'ottimale stabilità del mouse.

Anche il gruppo ottico del sensore PMW3310 risulta trovarsi nella classica posizione centrale, completando un quadro completamente esente da qualsiasi "sorpresa", come la destinazione d'uso competitiva richiede fermamente.


Mad Catz R.A.T. PRO S 3. Visto da vicino - Parte seconda 6  Mad Catz R.A.T. PRO S 3. Visto da vicino - Parte seconda 7 


Una volta acceso il mouse siamo nella condizione di mostrare in operatività il tasto Profile ed il rispettivo indicatore relativo al profilo in uso.

In questa posizione il pulsante svolge un ruolo di "emergenza" come pure l'indicatore illuminato, certamente poco pratico per un eventuale utilizzo in gioco.