2. Visto da vicino


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Dal punto di vista estetico il Kingston HyperX sicuramente si distingue dai prodotti della concorrenza, introducendo delle piacevoli novità ben visibili nelle foto in alto.

La struttura, come di consueto, è costituita da due semigusci che, incastrandosi tra loro, vengono bloccati da quattro viti. 

La parte superiore è realizzata in materiale plastico di colore azzurro, ma al posto della classica etichetta adesiva troviamo una grande "X" in acciaio satinato riportante il logo del prodotto in rilievo sul lato sinistro e quello del produttore serigrafato sul lato destro.

Su quella posteriore, realizzata in alluminio pressofuso, è presente un'etichetta che riporta il Part Number, il luogo di produzione, le varie certificazioni e l'immancabile sigillo la cui rimozione pregiudica la garanzia.

 

Kingston HyperX 240GB 2. Visto da vicino 3  L'immagine ci mostra i due connettori SATA (dati + alimentazione) che permettono al disco di interfacciarsi con la mainboard, oltre ad un connettore a quattro pin utilizzabile dal produttore per test diagnostici.

 

La rimozione del sigillo di garanzia e delle quattro viti di blocco, operazione peraltro non semplice a causa dello standard utilizzato dal produttore, permette di accedere al PCB e di rimuoverlo dal suo alloggiamento in plastica per poterlo meglio esaminare.

Come visibile dalla foto, Kingston ha previsto due pad termici che permettono un più veloce smaltimento del calore prodotto dai componenti di ciascuno dei due lati del PCB.

 

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Le due foto in alto ci mostrano il PCB che presenta un layout abbastanza ordinato con una disposizione della componentistica molto simile agli SSD dotati dello medesimo controller.

Sulla faccia superiore, infatti, troviamo il controller SandForce SF-2281 posto nelle immediate vicinanze del connettore SATA dati e otto chip NAND Flash disposti su due file da quattro; sulla faccia inferiore, invece, sono presenti i rimanenti otto chip di memoria, il tutto contornato dall'elettronica secondaria realizzata con componentistica SMD miniaturizzata.

 

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Il controller utilizzato per l'HyperX è l'ormai noto SF-2281 che abbiamo avuto modo di vedere sulle ultime unità da noi già recensite.

Il SandForce SF-2281 è un controller di ultima generazione realizzato su socket BGA 256 Pin, che si occupa di tutta la logica di funzionamento del disco grazie ad un sistema di interleaving multi canale a otto vie con funzioni di de-multiplexing e multiplexing verso le celle di memoria.

Il protocollo di trasmissione adotta un'interfaccia nativa SATA Rev. 3.0 (6Gbps); il controllo degli errori utilizza un algoritmo proprietario aggiornato ed è gestito direttamente dal controller con verifica a 55 bit ECC.

Sulla foto in alto a destra sono ben visibili i chip di memoria IMFT 29F16B08CCME2 prodotti da Intel con processo litografico a 25nm che hanno una densità di 128Gbit (16GB).

Il package è del tipo TSOP a 48 pin, sono conformi allo standard ONFi 2.2, possono essere alimentati con una tensione compresa tra 2,7 e 3.3volt e sono in grado di operare in un range di temperature che vanno da 0° a 70° centigradi con un lifetime stimato di circa 5.000 cicli di scrittura.

L'interfaccia utilizzata è di tipo sincrono che, unitamente alla presenza di due Die per package, permette di scambiare un maggior quantitativo di dati con evidenti benefici dal punto di vista prestazionale.

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