1. Rocket Lake e Z590


Dopo un'interminabile serie di indiscrezioni, culminate in una vera e propria recensione di una CPU della nuova gamma acquistata direttamente da un rivenditore compiacente, il 16 di marzo Intel ha annunciato ufficialmente l'undicesima generazione di processori Core e Pentium Gold destinati a sistemi desktop, con cui punta a riconquistare il pubblico gaming dopo essere stata messa alle corde da AMD con la serie Ryzen 5000.

A capitanare la nuova offerta troviamo il Core i9-11900K privato, però, di due interi core rispetto al 10900K, seguito da ben 24 nuovi modelli destinati a coprire un ampio pubblico composto solo in parte dai consumatori finali.

Ricordiamo, infatti, che Intel può ancora contare su un'ampia rete di partner che si affidano ad essa per la realizzazione di sistemi preassemblati, workstation e mini PC ultracompatti.


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Principale novità dei processori Rocket Lake è l'architettura Cypress Cove che, pur mantenendo un processo produttivo a 14nm, mette la parola fine alla lunga dinastia di iterazioni Skylake.

In termini pratici, Intel promette un incremento dell'IPC del 19%, linee dedicate alla tecnologia PCIe 4.0, supporto nativo per RAM a 3200MHz ed un incremento del 50% per quanto riguarda le prestazioni dell'unità grafica integrata.


Rocket Lake: lineup e specifiche

Il top di gamma Core i9-11900K, come già detto, è un 8 core 16 thread che raggiunge i 5.3GHz in Thermal Velocity Boost (tecnologia attiva solo per la serie i9 per questa iterazione), 4.7GHz di frequenza "all core" e un TDP di 125W che ricordiamo però essere in relazione al PL1, ovvero la potenza limite alla frequenza operativa base di 3.5GHz.

Per quanto riguarda l'utilizzo alla massima frequenza si fa riferimento al parametro PL2 fissato, come per la generazione precedente, a 251W.


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Novità assoluta per quanto concerne i processori Intel è il supporto nativo per le RAM a 3200MHz su tutte le soluzioni tra i5 e i9.

Unica differenza che troviamo specificata in calce alla pagina di presentazione Intel sembrerebbe riguardare il "Gear" di funzionamento tra i9 e le restanti unità: rispettivamente 3200MHz Gear 1 per i processori i9, 2933MHz Gear 1 e 3200MHz Gear 2 per i7 e i5.

Il Gear di Intel rappresenta essenzialmente il rapporto tra l'effettiva velocità operativa delle RAM e la frequenza del controller di memoria integrato in cui Gear 1 è un rapporto di frequenza 1:1 con RAM e memory controller entrambi a 1600MHz.

Gear 2 è al contrario un rapporto 2:1 meno efficiente e potenzialmente meno performante, in cui il controller richiede due interi cicli di operazioni a 800MHz per stare al passo con la frequenza delle memorie a 1600MHz.

Questo su un livello prettamente teorico, in termini pratici vi sono ben poche differenze in applicazioni gaming e, in ogni caso, la maggior parte delle schede madri destinate a questo pubblico offre lato BIOS la possibilità di selezionare il Gear scavalcando il limite imposto da Intel.

Non passano inosservate nemmeno le nuove unità grafiche UHD 750, evoluzione del progetto Iris Xe, su cui torneremo più avanti in questo articolo.


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La terza tabella è composta dai processori entry level i3 e Pentium Gold che, come si può evidentemente notare dai codici delle unità, sono essenzialmente dei semplici refresh della serie Comet Lake, con qualche piccolo miglioramento lato frequenze (100MHz).

Privi di qualsiasi reale novità non abbiamo nulla da dire sulle unità di questa fascia se non che il 10105F è, come il suo predecessore 10100F, un'ottima soluzione per gaming low budget offrendo prestazioni molto simili all'ottimo 7700K, a lungo ritenuto punto di riferimento per quanto riguarda i titoli eSport.

Due giorni dopo l'annuncio ufficiale, Intel ha deciso di tirare fuori dalla manica un ultimo asso per giocarsi la partita decisiva.

Si tratta di una funzionalità dedicata al pubblico che vorrà acquistare i processori Intel di fascia più alta Core i9-11900K e i9-11900KF, che prende il nome di Adaptive Boost Technology (ABT), essenzialmente uno step di frequenze successivo che funziona in maniera analoga al Precision Boost 2 di AMD e "sovrascrive" il Thermal Velocity Boost in particolari condizioni sui core più deboli.


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Concretamente, il sistema ABT aumenterà progressivamente la frequenza operativa su tutti i core a patto che le condizioni termiche e la potenza messa a disposizione dalla scheda madre lo permettano.

Differentemente però da quanto avviene in casa AMD, gli step sono da 100MHz e non 25MHz, ciò significa che con tutta probabilità il sistema deciderà di compiere il passo successivo solo quando avrà la certezza di poterlo mantenere in tale stato a lungo tempo, evitando quindi repentine oscillazioni tra due scaglioni di frequenza.

Un'ulteriore differenza è che l'Adaptive Boost Techonology è disabilitata di default sulle piattaforme Intel e deve essere attivata manualmente dal BIOS, a meno di una diversa scelta fatta dai vari produttori di schede madri


Architettura Cypress Cove

Giunti a questo punto rimane un solo mistero da svelare: come mai Intel propone un downgrade sul core count rispetto alla passata generazione?

La risposta è in realtà abbastanza semplice ma, purtroppo per il lettore, dobbiamo prima tornare indietro nella storia di Intel e parlare del modello Tick-Tock introdotto nell'ormai lontano 2007 e andato parzialmente perduto con la lunga catena di iterazioni Skylake.

Secondo questo modello, lo sviluppo tecnologico si suddivide in due fasi: l'introduzione di un nuovo processo produttivo per l'architettura già esistente (fase Tick) ed il passaggio ad una microarchitettura differente (fase Tock) realizzabile grazie all'efficienza ottenuta.


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Con i processori Skylake Intel ha rotto la catena per dare spazio ad un approccio PAO (Process-Architecture-Optimization) che si è evidentemente incagliato sulla "O" per mezzo decennio con Kaby Lake, Coffee Lake e Comet Lake.

Nel 2020, ormai schiacciata dai continui passi da gigante della competizione sia in ambito prestazionale che tecnologico, l'azienda ha deciso di dare una svolta con la produzione dei processori mobile Sunny Cove a 10nm introducendo dopo diversi anni una vera e propria nuova architettura.

Rocket Lake non è quindi una reale novità, ma non è altro che un "backport" a 14nm della stessa tecnologia destinata però ai sistemi desktop, rientrando dopo lungo tempo nella fase di Tock che, da quanto emerso ultimamente, sarà seguito da un Tick della prossima generazione a 10nm.

E finalmente possiamo dare una risposta alla nostra domanda iniziale: lo spazio.

Il processo produttivo a 14nm non offre fisicamente abbastanza spazio per l'implementazione di 10 core con la nuova architettura Cypress Cove.

Architetturalmente parlando possiamo puntare il dito contro la sezione grafica che, a differenza delle passate generazioni, occupa (non invano) una discreta sezione del chip.


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Il downgrade sul core count non implicherebbe, però, un perdita di prestazioni, perché l'incremento nominale pari a circa un 19% di IPC non solo compenserebbe il divario con la passata generazione, ma garantirebbe migliori risultati in ambito gaming, dove 8 core sono ad oggi più che sufficienti anche per i titoli più esigenti.

Nello specifico, ogni processore di undicesima generazione monterà lo stesso chip su cui verranno disabilitati due core per le soluzioni Core i5.

Al suo interno troviamo 8 core Cypress Cove, 32 unità grafiche "Gen 12", il controller di memoria DDR4-3200, 20 linee PCIe 4.0, 8 linee DMI 3.0 collegate al chipset, integrazioni per la parte AI sotto il nome di Intel Deep Learning Boost ed il supporto alla Resizable BAR, di cui vi abbiamo già parlato in occasione del lancio di Zen 3.


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Troviamo, poi, importanti novità anche per la parte multimediale con la decodifica hardware accelerata AV1 10bit, il codec HEVC 12bit (H.265) e l'uscita video HDMI 2.0 con supporto HBR3, tutte funzionalità utili a compensare il divario con i top di gamma AMD Ryzen per chi realizza contenuti ma vuole mantenere un focus sulla parte gaming e, ovviamente, arrivare a spendere cifre inferiori.

Stando ai test riportati da Intel, il Core i9-11900K sarebbe in grado di superare il Ryzen 9 5900X su una buona varietà di titoli con un margine compreso tra il 3 e l'11%, cosa che verificheremo già a partire da questa recensione.


Intel Iris Xe aka UHD 750

Come premesso, spendiamo qualche parola sui due nuovi moduli grafici UHD 750 e UHD 730 presenti su tutti i processori non "F" della serie.

Non è errato parlare di "grafica integrata" come un qualcosa di assolutamente distante dal mondo dei videogiochi ed è indubbio che, nonostante negli anni siano stati fatti dei passi in avanti, anche i processori grafici UHD 630 della passata generazione non siano in grado di offrire un'esperienza gaming anche solo accettabile.

Un timido tentativo è stato fatto in casa AMD con la realizzazione dei processori "G" ed i corrispondenti chip grafici Vega 8 e Vega 11 che hanno permesso di giochicchiare a qualche titolo leggero ad una risoluzione di 720p ed in 1080p con le impostazioni al minimo.

Stando a quanto affermato da Intel, con la rivisitazione dei chip Iris Xe il gaming senza scheda video dedicata non sarebbe più un miraggio.

A riguardo concediamo ad Intel il beneficio del dubbio in attesa di approfondire l'argomento, anche se siamo consapevoli che raggiungere le "prestazioni di una 1050 Ti" è un'impresa a dir poco titanica,

Ciò che possiamo dire ora è che eventuali test saranno effettuati in larga parte su titoli legati al mondo eSport, spesso leggeri e largamente ottimizzati.


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Giochi come Valorant, League of Legends, CS:GO, Overwatch, Rainbow Six: Siege e molti altri potrebbero essere in grado di superare stabilmente la soglia dei 120/144 FPS, mentre per quanto concerne i classici single player, sempre secondo Intel, ce ne sarebbero diversi a raggiungere il limite di giocabilità dei 60 FPS, chiaramente con più di qualche compromesso grafico.


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Al di là delle prestazioni espresse rispetto ad una GPU dedicata, anche di fascia bassa, risulterebbe, specialmente considerata l'attuale situazione di mercato, la possibilità di acquistare oggi un processore top di gamma privo di compromessi e utilizzare "temporaneamente" la grafica integrata divertendosi con gli amici su alcuni titoli multiplayer nell'attesa di acquistare un domani una scheda video, senza ritrovarsi a litigare con bottleneck dovuti ad un acquisto inadeguato rispetto alla GPU acquistata (come sarebbe invece acquistando una soluzione Ryzen "G").

Non serve certamente immaginare un universo alternativo per trovare scenari concreti dove una soluzione di questo genere risulti azzeccata, specialmente in un 2021 in cui il numero di schede video in vendita si conta sulle dita di una mano.


Chipset Z590, H570 e B560

Come di consueto, l'arrivo di una nuova generazione di processori Intel è accompagnata da un nuovo set di chipset realizzati per sfruttarne a pieno le potenzialità.

Similmente a quanto avvenuto con l'ottava e la nona generazione Intel, processori e schede madri di decima e undicesima generazione sono rispettivamente interscambiabili secondo la seguente tabella e con qualche differenza elencata di seguito.


Processore/chipset
 Z590H570
B560
Z490
Q470
H470
B460
H410
Comet Lake
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Rocket Lake
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
 NoNo


Il limite principale imposto da un processore Comet Lake su Chipset Intel serie 500 è l'impossibilità di sfruttare la tecnologia PCIe 4.0 essendo le relative linee fisicamente assenti.

Al contrario, l'utilizzo di un'unità Rocket Lake su scheda madre serie 400 compatibile ne potrebbe abilitare le linee PCIe in base alla predisposizione fatta, a suo tempo, dai singoli produttori.

Dal punto di vista tecnico non ci sono novità sostanziali, ma tra queste si nasconde quasi timidamente un taglio con la vecchia filosofia aziendale circa la gestione del comparto memorie, ovvero l'impossibilità di praticare alcun overclock sulle memorie se non in abbinamento al chipset top di gamma.

Non solo i processori di undicesima generazione saranno quindi in grado di supportare nativamente memorie a 3200MHz, ma gli utenti con budget limitato potranno finalmente acquistare chipset di fascia media (H570 e B560) senza limitazioni imposte dal produttore riguardo la frequenza dei moduli RAM e ciò vale, ovviamente, anche per l'abbinamento con processori Comet Lake.


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Vale la pena citare, tra le altre cose, l'introduzione del supporto nativo al modulo Wi-Fi 6E e Thunderbolt 4, prima opzionali e installati a discrezione del produttore di schede madri.

Ecco una tabella riassuntiva che mette a paragone i chipset di punta delle ultime tre generazioni.


Caratteristiche chipset
Z590
Z490
Z390
Socket
LGA1200
LGA1200
LGA1151
Linee PCIe CPU
20
16
16
Versione PCIe CPU
4.0
3.0
3.0
Configurazione PCIe
X16
X8/x8
X8/x8/x4+4
X16
X8/x8
X8/x8/+4
X16
X8/x8
X8/x4/+4
Linee DMI 3.0
X8
X4
X4
Linee PCIe 3.0 chipset
24
24
24
USB 3.2 Gen 2
6/10
6/10
6/10
USB 3.2 Gen 2x2 20Gbps
Si
Opzionale
No
USB
14
14
14
Porte SATA
6
6
6
Intel Rapid Storage Technology
Si
Si
Si
Memory Channel
2/2
2/2
2/2
Overclocking
Si
Si
Si
TDP
6W
6W
6W


Concludiamo, infine, parlando di alcune novità particolarmente rilevanti per gli appassionati di overclock.

Al di là dello sblocco lato memorie dei chipset economici di cui vi abbiamo appena parlato, la possibilità di lavorare sul memory controller e impostare un Gear ratio 2:1 facilita notevolmente l'utilizzo di memorie DDR4-5000, traguardo fino ad ora raggiungibile solo con sample particolarmente fortunati in grado di spingere la frequenza operativa del controller a 2500MHz.


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Grazie a Z590 sarà inoltre possibile modificare questi parametri a "caldo" senza bisogno di un vero e proprio "reboot" del sistema con il limite, però, di intercambiabilità tra soli due valori precedentemente impostati dall'utente.

Anche in questo caso parliamo di una funzionalità utile agli oveclockers estremi che potranno superare le fasi critiche di boot con un profilo di memoria più stabile e passare al profilo aggressivo successivamente, in fase di test.


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Come se non bastasse, all'interno del software Intel Extreme Tuning Utility viene introdotta la possibilità di impostare separatamente l'offset per AVX2 e AVX-512 o disattivarle del tutto, permettendo così di spingere il processore con un consumo inferiore per quegli utenti non interessati alle applicazioni che sfruttano questa tecnologia.