6. Intel Smart Response Technology

 

Una delle principali novità del PCH Intel Z68 è l’introduzione della tecnologia Intel Smart Response che consente di utilizzare un SSD di piccole dimensioni come cache per gli Hard Disk tradizionali.

L’idea di Intel non è nuova dal momento che i grandi produttori di controller RAID professionali integrano da alcuni anni funzionalità simili per gli ambienti enterprise, dove gli SSD sono ancora poco diffusi.

Per poter utilizzare la tecnologia Intel Smart Response, il sistema deve essere equipaggiato con una scheda madre Intel Z68, un BIOS compatibile, il controller dei dischi deve operare in modalità RAID e devono essere installati nel sistema gli ultimi driver Intel Matrix Storage.

Sono supportate cache su SSD da 18.6 a 64GB; eventuali dischi di dimensioni maggiori saranno utilizzati solo parzialmente per l’Intel Smart Response e lo spazio rimanente sarà accessibile all’utente come una tradizionale partizione.

 

Gigabyte GA-Z68X-UD7-B3 6. Intel Smart Response Technology 1 


È possibile accelerare non solo dischi singoli, ma anche configurazioni RAID 0; tuttavia, è presente il limite di un solo volume accelerato per sistema.

Il software Intel Smart Response si occupa di scegliere quali dati copiare sull’SSD in modo da renderli disponibili all’utente con latenze e transfer rate migliori.

L’algoritmo si basa sulla frequenza di utilizzo dei vari programmi, rendendo necessario un certo tempo di apprendimento in modo che il sistema “comprenda” le abitudini dell’utente.

Le modalità operative sono solo due ed andremo ora ad analizzarle.

Enhanced (Avanzata): questa è la modalità di default e viene attivata automaticamente sulle schede madri Gigabyte che hanno installato l’apposito software di configurazione.

I contenuti dell’unità SSD sono costantemente sincronizzati con quelli del disco meccanico e le scritture vengono eseguite in parallelo sulle due unità.

Questa modalità è detta anche write through e risulta più affidabile.

Maximized (Ingrandita): gli utenti più esigenti in termini di prestazioni, possono scegliere la modalità Maximized che opera in modalità write back, eseguendo le scritture prima sull’unità SSD e solo in seguito sul disco meccanico.

Le performance risultano così migliori, ma il rischio di perdere dei dati per una mancanza di energia o un errore del sistema sono decisamente maggiori.

Nel caso fosse necessario spostare l’hard disk su un’altra macchina, entrambe le unità devono essere spostate, oppure è necessario disattivare preventivamente la cache su SSD.

In abbinamento alla tecnologia Smart Response, Intel ha presentato una nuova linea di SSD dedicati appartenenti alle serie 311 e 320.

I primi sono caratterizzati dall’utilizzo di memorie NAND SLC, i secondi utilizzano le tradizionali memorie MLC.

Perché scegliere le costose SLC per un disco da dedicare alla cache del sistema?

Le celle single layer sono più efficienti e hanno una vita stimata maggiore rispetto alle sorelle minori; in modalità Maximized, infatti, la quantità di dati scritti può essere notevole dato l’elevato ricambio su disco.

Gli SSD 311 sono disponibili in una sola versione da 20 GB, i 320 sono invece disponibili nel taglio da 40 GB, ma con prestazioni in lettura più che dimezzate.

L’utilizzo di un SSD come cache può essere utile agli utenti che non vogliono investire su un sistema dotato di dischi allo stato solido di grandi capacità o che desiderano avvantaggiarsi dei migliori tempi di risposta degli SSD, pur non rinunciando ai dischi da 2-3TB attualmente in vendita.