4. Prova sul campo


Come facciamo notare spesso, il comportamento di una tastiera gaming è essenzialmente definito dagli switch impiegati, ma oggi, con la DREVO Tyrfing V2, dovremo fare qualche sforzo in più per descrivere il comportamento degli Outemu, partendo dalla nostra esperienza sugli originali CHERRY MX.

Come sottolineato qui ed altrove, parliamo di switch clone, ovvero fabbricati sui medesimi progetti degli originali grazie al decadimento del brevetto che ne proteggeva la proprietà intellettuale, chiesto dalla Cherry Corp. nel lontano 1985 in USA.

Alcuni dettagli del comportamento come la corsa (4mm) ed il caratteristico "click", dove presente, rimangono identici, così come la semplicità del progetto che rende lo switch particolarmente robusto, ma cambiano invece alcuni dettagli, sia a causa dell'uso di molle più dure che per differenti procedure di controllo qualità.

Guardando alle specifiche, gli switch Outemu sono caratterizzati da un pre-corsa di 2,2mm per tutti i modelli, contro i 2mm degli MX Red, Black e Brown e i 2,2mm degli MX Blue, mentre la forza di attuazione è generalmente maggiore con l'Outemu Black a quota 80cN (con tolleranza di 15) contro i 60 (tolleranza 20cN) della controparte CHERRY.

Nel caso della nostra Tyrfing V2 con gli Outemu Brown, abbiamo una variazione molto piccola nella forza al contatto, 60 contro 55, ma altri 10cN in più nella forza di attuazione.

Più semplicemente, gli Outemu saranno più "consistenti" e "duri" al tatto, con un punto di attuazione sensibilmente più avvertibile nella pressione singola e un po' meno nell'esperienza generale di digitazione che ai più esperti lascerà comunque percepire facilmente le differenze.

Un lato estremamente positivo della situazione è che, con la Tyrfing V2 Brown, si avrà accesso ad una tastiera simile per comportamento agli introvabili MX Clear e con i lineari Outemu Red si ottiene un equivalente degli MX Black (anch'essi difficile da trovare).

In particolare, possiamo di fatto trasporre quanto detto fin'ora nell'esperienza di gioco ma, in ultima analisi, dobbiamo lasciare il giudizio alla preferenza personale.

Parlando di rapidità ed immediatezza, lo switch Outemu e quello MX sono equivalenti (non considerando gli ultimi Speed/Silver) e, in conclusione, la scelta si riduce alla volontà di preferire o meno, ma anche di adattarsi, a delle versioni lievemente più rigide dei classici MX che tutti conosciamo.

Dobbiamo considerare anche che gli Outemu, come la serie MX, conserva le ovvie differenze fra i vari switch, con i lineari (Red e Black) solitamente apprezzati per la maggiore rapidità contro i Brown e Blue dotati di feedback tattile, aspetto che rende lo switch meno "alieno" da utilizzare per chi proviene da altre tecnologie.

Ricordiamo che la Tyrfing V2 utilizza una matrice con supporto al N-key rollover (NKRO), che assicura la massima affidabilità nella trasmissione dei comandi sia che si usino combo a più di dieci tasti o si digiti con entrambe le mani.

In gioco possiamo utilizzare anche le comode macro, ma dovremmo fare i conti con l'assenza di tasti dedicati (utili negli MMO) o anche di tasti solitamente meno utili da impiegare comunque come il tastierino (che è ovviamente assente), ma la presenza dei profili richiamabili al volo consente di non dover usare la stessa mappa dei tasti sia per ogni gioco che per la produttività.


DREVO Tyrfing V2 4. Prova sul campo 1 


L'aspetto di produttività generale ci lascia particolarmente impressionati per il comportamento similare a quegli MX Clear così difficili da trovare al di fuori di tastiere realizzate da CODE e WASD, nonché di qualche vecchia Shine di Ducky.

Il sistema di regolazione dell'inclinazione funziona altresì molto bene e mantiene la tastiera in posizione anche con i supporti sollevati, con due appunti principali: l'angolo di inclinazione può risultare un po' eccessivo per alcuni e lo scatto degli stessi risulta un po' troppo morbido senza, per questo, nulla togliere alla stabilità.