3. ASUS ROG STRIX RX 580 - Layout & PCB
La RX 580 utilizza la GPU Ellesmere (o Polaris 20 XTX) prodotta con processo a 14nm e già impiegata con successo nella "precedente" generazione con la RX 480; nulla sembra essere cambiato se non il clock leggermente più alto, mentre quello delle memorie è rimasto lo stesso.
Il rebrand è una soluzione che fa storcere il naso agli appassionati, ma dal punto di vista commerciale è oramai una pratica diffusa e le caratteristiche della "vecchia" serie sono ancora più che adeguate al mercato attuale, almeno per quel che riguarda la fascia mainstream.Â
Com'è possibile intuire dall'immagine soprastante, il PCB utilizzato per la ROG STRIX RX 580 è decisamente sovradimensionato; nello spazio che solitamente viene abbondantemente coperto nelle soluzioni di fascia alta troviamo ora, oltre alla GPU, otto moduli di memoria GDDR5 ed otto fasi di alimentazione.
Non crediamo che un PCB più compatto avrebbe contribuito a ridurre in modo significativo il prezzo di vendita, ma siamo sicuri che, almeno con il dissipatore triventola, non avrebbe avuto la stessa resa estetica.
Notiamo altresì che non c'è alcuna differenza con la RX 480 STRIX: al di là del nome, cambia solo il BIOS ed il dissipatore.
Come giù accennato la GPU che spinge la RX 580 è la ben nota Ellesmere dotata di 2304 SPs, 32 ROPs e 144 TMUs, per un ammontare complessivo di transistor pari a ben 5,7 miliardi.
Il clock è stato portato per il modello in prova a 1380MHz con il profilo OC, contro i 1340MHz della versione reference ed ai 1266MHz delle GPU impiegate sulle schede della precedente generazione.Â
Da notare nei quattro angoli l'applicazione della resina che impedisce alla pressione esercitata dal dissipatore di scaricarsi sui pin saldati della GPU evitandone così una prematura fine.
Gli otto moduli GDDR5 prodotti da Samsung e siglati K4G80325FB-HC25 non hanno subito un aggiornamento con il salto generazionale e con una frequenza di 2,0GHz consentono di ottenere una banda passante attraverso il BUS da 256 bit di ben 256 GB/s.
Sul PCB contiamo un totale di otto fasi di alimentazione, di cui sette dedicate alla GPU ed una ai moduli di memoria.
Sei fasi possono contare sui regolatori DrMOS che integrano in un unico package due transistor ed il driver, mentre le restanti due sono realizzate in modo convenzionale con mosfet, tre per fase, e driver separati.
Non c'è differenza nell'efficacia delle due soluzioni, ma la prima è maggiormente consigliata in quanto occupa meno spazio e contribuisce a ridurre la complessità dei collegamenti.
Le oscillazioni in uscita agli otto regolatori vengono smorzate grazie ad altrettanti induttori e a ben 12 condensatori a stato solido con una tensione operativa massima di 2,5V.
A monte dei regolatori troviamo invece cinque condensatori con tensione operativa massima di 16V che contribuiscono a stabilizzare la tensione di alimentazione proveniente dal connettore PCI-E ad 8pin.
La STRIX RX580 fa uso di un solo connettore PCI-E ad 8pin che riesce a sopperire abbondantemente, insieme allo slot PCI-E, ai circa 185W richiesti dalla scheda a pieno carico.
Da notare, alla sinistra del connettore, la presenza di sei punti di misura utili per monitorare con multimetri esterni le principali tensioni della scheda; si tratta di una chicca molto apprezzata dagli overclockers, ma di nessuna utilità nel normale utilizzo.
All'estremità della scheda trovano posto il connettore per le tre ventole integrate, l'uscita del sistema di illuminazione AURA RGB e due connettori PWM per altrettante ventole di sistema.
Tramite il sistema ASUS FanConnect II, infatti, queste ultime potranno essere regolate direttamente dalla scheda in funzione della temperatura operativa, così da assicurare un adeguato raffreddamento nelle sessioni di utilizzo più impegnative.
