3. Vista da vicino - Parte prima
Come accaduto per la variante top di gamma e per tutti gli altri modelli della serie, anche la ROG STRIX RTX 2060 eredita dalla precedente generazione l'avveniristica struttura triventola a cui ASUS ha apportato alcune lievi migliorie sia estetiche che funzionali.
Anche la cover nera opaca è esattamente la stessa della serie 10, così come il sistema di illuminazione RGB che utilizza due guide ottiche che ne diffondono per l'intera lunghezza "infinite" combinazioni cromatiche.
Il sistema di dissipazione triventole DirectCU III installato, come avremo modo di vedere nelle prossime pagine, è il medesimo utilizzato da ASUS per i modelli GTX 1080 Ti e GTX 1070 Ti, ventole incluse, mentre è stato riprogettato il telaio interno per offrire una dissipazione migliorata dei chip GDDR6 e dei VRM.
In alto, infatti, è possibile notare una parte della struttura di rinforzo su cui viene mostrata a caratteri cubitali l'appartenenza alla gamma GeForce RTX.
Anche le tre ventole "Wing Blade" con certificazione IP5X sono mutuate dai modelli GTX di fascia alta, date le ottime performance e, soprattutto, l'estrema silenziosità grazie alla modalità 0dB che permette loro di rimanere inattive sino a che la GPU non raggiunge i 55 °C.
Una vecchia conoscenza anche il sensazionale backplate, realizzato in alluminio anodizzato spazzolato e verniciato di nero opaco, arricchito da dettagli in grigio chiaro e dal logo ROG con illuminazione RGB AURA.
La piccola (si fa per dire) ROG STRIX RTX 2060, così come la sorella RTX 2070, non presenta il connettore NVLink per le configurazioni SLI, tecnologia riservata per questa generazione solo ai modelli di fascia alta RTX 2080 e RTX 2080 Ti.
Questa zona del PCB è stata quindi utilizzata da ASUS per il selettore del BIOS (Quiet e Performance) e per la disattivazione hardware dell'illuminazione AURA RGB.
Rispetto a quanto fatto sulla variante top di gamma (ROG STRIX 2080 Ti), questa volta il pulsante si trova in una posizione assolutamente più accessibile.
L'alimentazione è affidata a due connettori PEG, uno da 8 ed uno da 6 pin, sufficienti per soddisfare le esigenze energetiche della scheda anche in caso di pesante overclock.
Nella foto soprastante è possibile osservare il connettore AURA Sync che consente di alimentare strisce LED e altri dispositivi RGB compatibili e sincronizzarli con la scheda video, nonché i due connettori PWM ASUS FanConnect II a cui poter collegare altrettante ventole che verranno gestite in sincrono con quelle presenti sul dissipatore.
Il software dedicato all'illuminazione AURA Sync è perfettamente integrato nell'ecosistema GPU Tweak II ma, trattandosi di un'applicazione stand-alone, può essere utilizzato anche a parte.
Numerosi sono gli effetti di illuminazione disponibili, tra i quali vale la pena menzionare "Music", che illuminerà la scheda in base ai file audio riprodotti sul PC, e "GPU Temperature", che ne determinerà il colore in base alla temperatura.
Una scelta assolutamente apprezzabile quella fatta da ASUS di dotare tutte le nuove schede video ROG STRIX di una staffa delle connessioni completamente verniciata e caratterizzata da una finitura opaca di colore nero di pregevole fattura.
Per quanto concerne il comparto connessioni, la ROG STRIX RTX 2060 dispone di due DisplayPort 1.4 e due HDMI 2.0b con HDCP 2.2.
Risulta assente il connettore USB di tipo C per il collegamento dei futuri visori per la realtà virtuale, presente invece sul modello Founders.