Non c'è spazio... per i fronzoli. Non ci vuole un genio per capire a chi può essere destinato il Twelve Hundred: al contrario di quanto afferma la casa madre (The Unbeatable Gamer's Choice, il che certamente è anche vero) noi lo vediamo indicato per tutti coloro i quali desiderano un “contenitore” indistruttibile, votato al lavoro (che siano ore interminabili di video-giocate oppure lunghe sessioni di progettazione CAD fa poca differenza) e del quale “dimenticarsi” per parecchio tempo.
Le linee tese e pulite del Twelve Hundred sottolineano un prodotto solido e senza civettuole inutilità. |
Metallo pesante. Nonostante le dimensioni tutto sommato contenute per un full-tower (è leggermente più piccolo di un Cosmos S, ad esempio), il Twelve Hundred non fa nulla per mascherare i suoi kili, quasi 15 a vuoto ed un bel po' di più a pieno carico, impianto a liquido compreso. D'altronde qui non si parla di portatili ma di un prodotto destinato a durare per parecchio tempo, robusto, espandibile finché si vuole e sopratutto affidabile.
Di fianco l'esploso tecnico con tutte le parti interne ed esterne del case. Da notare l'ingegnerizzazione delle bay frontali composte di cestello, ventola, cassettino porta-filtro e mascherine traforate. |
Chassis, pannelli e griglie frontali sono tutte in acciaio rifinito in vernice nero opaco (lucida per le griglie); le flessioni sono inesistenti, in qualsiasi punto si applichino una forza torcente o una pressione elevata.
Persino le piccole manopole per la regolazione della velocità delle tre ventole frontali da 120mm sono in metallo. | |
L'enorme ventola superiore da 200mm per l'estrazione dell'aria calda è a sua volta protetta da una rigida griglia, sempre in acciaio. |
Twelve Hundred. Viste tre quarti/frontale/posteriore. |
Le restanti parti esterne del case sono in plastica ad alta resistenza e non denunciano cedimenti o scricchiolii al tatto e alla pressione. La struttura a traliccio della copertura superiore inoltre conferisce ancora maggiore rigidità all'insieme.
Twelve Hundred. Viste laterali case aperto/chiuso. |
Per utilizzare gli slot di espansione da 5.25” dove collocare le unità (CD/DVD/frontalino lettura/scrittuta memorie multiformato ecc..) e per scalzare le mascherine copri-slot, è necessario rimuovere ambedue i pannelli, svitandoli, e, sempre di cacciavite, bisogna procedere per smontare sia i cestelli interni che le relative griglie di protezione. |
Come già detto, le finiture e il design del case, sono estremamente ben fatte: internamente tutto è rivettato e/o accuratamente smussato.
La parte inferiore è dotata di resistenti piedini in gomma anti-scivolo pre-montati. | |
Un particolare della doppia lamiera posta in corrispondenza dell'alloggiamento destinato all'alimentatore. | |
I supporti in gomma ammortizzante per l'alimentatore. Manca il cassettino porta-filtro nella parte inferiore. |
Da tutto quanto sopra si comprende facilmente la vera natura del Twelve Hundred: un prodotto anti-smanettoni, destinato a chi sa dove mettere le mani. L'assemblaggio dei componenti infatti deve essere pensato bene in anticipo visto che l'accesso interno, benché lo spazio a disposizione sia moltissimo, non è né veloce né tanto meno del tutto intuitivo (come vedremo più avanti). Dal nostro punto di vista questi sono più punti a favore che svantaggi: certo, al posto delle solite viti avremmo visto meglio sistemi più raffinati e rapidi (anche perché il case Antec non è che costi poco); di contro però, il fatto che ci siano questi paletti porta a razionalizzare al massimo la progettazione del proprio PC evitando di lasciare al caso aspetti magari importanti.