Un nome un programma. Rilasciato il 2 dicembre 2008, Bokeh ( pron. boke-aay or boke-uh ) identifica il termine inglese con il quale i fotografi un po' più esperti definiscono lo sfocato di un'immagine. Espressioni come “ bokeh rendition” oppure “ this lens draws a good bokeh” etc., descrivono il comportamento di un'ottica nel rappresentare le aree di una fotografia che si trovano fuori fuoco (OOF ossia Out Of Focus).

Un'altra espressione che si trova spesso accostata a queste terminologie è DOF, Depth Of Field, che nient'altro è che la cosiddetta profondità di campo o PDC. Quali sono le relazioni tra queste sigle e cosa è in grado di fare Bokeh, lo vedremo tra un istante.


Bokeh Rendition, ovverosia “Ma quant'è bello questo sfocato!”. In apparente contro-tendenza, in un momento cioè in cui ogni singolo pixel sembra dover essere spremuto fino ai suoi limiti fisici per estrarre il maggior dettaglio possibile, c'è un aspetto della fotografia che non si occupa di risoluzione, test chart e grafici MTF ma di quanto è ben resa l'area fuori fuoco di uno scatto.

Esistono obiettivi in grado di riprodurre uno sfuocato tanto piacevole, graduale e morbido da essere definiti addirittura “ cream machines” dai nostri fratelli americani che, con questa definizione un po' pittoresca, classificano le ottiche migliori in questo senso.

Lo sfuocato, o bokeh, e la sua resa determinano due aspetti importanti: in primis più il bokeh è morbido e graduale maggiore sarà la naturalezza dello scatto; in secondo luogo, un bokeh molto pronunciato, serve ad ottenere fotografie quasi “tridimensionali” nelle quali, grazie alla limitata profondità di campo (DOF o PDC che dir si voglia), il soggetto a fuoco risalta in modo evidentissimo rispetto alle aree immediatamente circostanti che sono, appunto, sfocate.


Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 1 

Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 2 

Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 3 

Alcune immagini che utilizzano un DOF molto corto: a seconda delle intenzioni del fotografo, si può utilizzare l'effetto per evidenziare un soggetto, sottolineare un sentimento, rendere più drammatica l'azione.


Tipi di bokeh. Il bokeh, la sua profondità e la sua qualità dipendono ovviamente dal tipo di obiettivo utilizzato... e, spesso, anche da quanti soldi uno ci investe!

I più “veloci” hanno già capito che i risultati migliori si ottengono spendendo di più ed in effetti questa percezione è giusta anche se fino ad un certo punto.

Uno dei motivi per i quali i corpi macchina Canon hanno avuto e continuano ad avere un grande successo, tra coloro i quali fanno dello sfuocato un'arte, è la possibilità di adattare facilmente ottiche di terze parti utilizzandole anche allo scopo di cercare ed ottenere la “sfocatura perfetta”.

E' il caso, ad esempio, di coloro che hanno usato ed usano il Contax Zeiss 85mm f1,2 con le full frame della serie 1D oppure 5D/5DMkII: la caratteristica di questo obiettivo costosissimo, da collezione e oramai non più prodotto da diversi anni, è quella di avere, già alla massima apertura, una risolvenza eccezionale, ottenendo così estrema nitidezza nella parte a fuoco ed un bokeh eccellente (f1.2!) per fotografie uniche.

La resa del bokeh varia da un obiettivo ad un altro e quello dello Zeiss è un esempio, per così dire, estremo: esistono in commercio molti altri vetri, a prezzi decisamente più umani, che consentono di ottenere ottimi risultati, tanto per Canon quanto per Nikon, Olympus, SONY etc...


Apertura e numero di lamelle del diaframma. Senza addentrarci nei meandri della fisica ottica e senza complicare eccessivamente il discorso tirando in ballo altri parametri, diciamo che i due fattori che determinano la quantità e la qualità del bokeh sono l' apertura massima consentita da un obiettivo (f-stop) ed il numero/forma delle lamelle del diaframma.

1) L' apertura (f-stop) non determina solamente la capacità di un obiettivo di catturare una maggiore o minore quantità di luce ma influisce direttamente sulla profondità di campo ovvero su quanto sfuocato, prima e dopo il soggetto a fuoco, ci può essere: maggiore è l'apertura maggiore è la quantità dello sfuocato, minore è l'apertura maggiore saranno le cose messe a fuoco nella fotografia.

Quindi se volete dare risalto al soggetto nella fotografia, sfocando tutto il resto, dovrete aprire l'obiettivo al massimo; se, al contrario, volete tutto il più nitido possibile dovrete chiudere l'obiettivo ** .

2) Il numero e la forma delle lamelle del diaframma si occupano dell'aspetto immediatamente successivo: una volta che ho chiuso/aperto il diaframma per determinare quanto sfocato voglio, come è che lo stesso viene rappresentato? Con che qualità?

Più sono le lamelle, più la forma del foro che compongono si avvicina ad un cerchio perfetto ; per migliorare ulteriormente l'andamento circolare, si adottano anche lamelle arrotondate. Qualche volta si legge tra le specifiche tecniche di un obiettivo che le lamelle sono “ 9, arrotondate ”: si è in presenza di un'ottica nella quale l'aspetto della resa dello sfuocato è stata particolarmente curata, almeno sulla carta.


Eccezioni, gli obiettivi catadiottrici. Esistono degli obiettivi, detti catadiottrici (gli astrofili li conoscono bene), che nominiamo perché hanno un bokeh diciamo “particolare”: le aree luminose degli oggetti fuori fuoco, invece di assomigliare a dischi perfettamente circolari, assumono una forma che ricorda quella di un dado (accoppiamento del bullone, per i “meccanici”). Questi obiettivi rappresentano l'estremo opposto della definizione ideale di bokeh .


Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 4 

Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 5 

Alien Skin Bokeh, sfocato digitale 2 - Bokeh & 'bokeh', nozioni di base 6 

Bokeh a confronto: a sinistra uno sfocato normale con dischi pieni e morbidi; al centro e a destra gli sfocati “nervosi” di obiettivi catadiottrici, caratterizzati da cerchi che ricordano la forma di un dado.


Ok, e per i comuni mortali? Come ottenere effetti simili senza acquistare obiettivi specifici a grande apertura, senza dover comprare una reflex, senza andare falliti, senza perdersi tra le miriadi di funzioni offerte da Photoshop, senza perdere troppo tempo e magari anche utilizzando una compatta?

Pare che, a questa quasi interminabile serie di “interrogativi impossibili”, a rispondere abbia pensato Alien Skin con il suo plug-in Bokeh . Leggiamo di seguito!


** I più esperti qui avrebbero giustamente qualcosa da dire sulla lunghezza focale e la sua relazione con il DOF, sul fenomeno della diffrazione, sul concetto di iperfocale, sulla densità dei sensel eccetera ma non è questa la sede più opportuna. Suggeriamo a tal proposito di utilizzare il forum per approfondimenti eventuali.