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Beh, a parte che nel link citato, come già evidenziato da Bibo, vien fuori una sostanziale equivalenza fra i due formati e non una netta superiorità del PCM, potrei replicare citando vari articoli e recensioni che affermano il contrario: basta leggere ad es. tutte le ultime recensioni di Computer Audiophile dei dac che vanno per la maggiore (l'Auralic Vega, il Luxman DA-06), o l'ultima recensione dell'MSB Platinum su Remusic, ad esempio, in questi casi gli autori hanno manifestato una netta preferenza per il DSD in termini di naturalezza e piacevolezza d'ascolto.
Ricordo altresì un test che mi pare molto valido e serio, condotto da Fulvio Chiappetta su FDS di luglio 2012, in cui il segnale da un registratore professionale Telefunken M15 con un nastro master è stato registrato, avvalendosi di un Korg MR2000SBK, sia in formato PCM (a 96 e a 192) sia in DSD (a 2.8 e a 5.6), e anche in quel caso l'autore ha decretato la vittoria a mani basse del DSD.
Ma il punto mi sembra anche un altro: ci sono molti utenti che hanno nella loro audioteca dei dischi in formato SACD e che sono passati alla musica liquida, oppure che hanno acquistato o acquisteranno file in questo formato: perché penalizzarli?
Lo sforzo della tecnologia non dovrebbe essere rivolto sempre alla massima versatilità?
Più in generale, non volendo essere frainteso, ribadisco che Dirac Live mi pare un ottimo prodotto, specialmente dal punto di vista della facilità d'utilizzo, su questo è imbattibile.
Però, a mio modesto parere, potrebbe e dovrebbe migliorare su alcuni punti:
1) consentire agli utenti di operare off line, cioè senza connessione a Internet (pensando a chi ha problemi di connessione abitando in certe zone, oppure ai puristi che hanno allestito dei pc transport particolarmente ottimizzati escludendo le funzioni di rete);
2) rendere i filtri convolutori utilizzabili anche al di fuori del proprio ambiente operativo, consentendo così all'utente di scegliere se utilizzare Dirac Live nel suo modo canonico, ossia come scheda audio virtuale posta "a valle" di tutto il sistema, oppure soltanto i filtri elaborati dal Dirac Calibration Tool , per inserirli "a monte" in software quali JRiver, HQplayer, Foobar;
3) intensificare ricerca e sviluppo al fine di consentire al software di correzione di approntare dei filtri convolutori, e di operare su segnali, anche in formato DSD. Come è emerso nel thread dedicato a HQplayer, ciò è tecnicamente possibile, perché non impegnarsi in questo senso?
Insomma, nulla da eccepire sul livello qualitativo del prodotto Dirac Live in sé, ma attenzione ad una politica di marketing e di non completa considerazione di tutte le esigenze degli utenti, che rischia di essere poco lungimirante.
IMHO, of course...