La registrazione integrale di Hans Fagius del repertorio organistico Bachiano, risalente agli anni ’80, ha conosciuto negli ultimi anni una grande diffusione grazie ai cofanetti Brilliant Classics dal prezzo estremamente invitante. Negli anni scorsi infatti questi 17 CD, che includono anche i Preludi-corali di Neumeister ritrovati in America nel 1985, erano pubblicati solo dalla casa discografica svedese BIS e a prezzo pieno.
Si tratta di registrazioni che si possono porre a metà strada tra la prassi esecutiva filologica e l’interpretazione tradizionale più romantica; un equilibrio che garantisce una buona affidabilità dal punto di vista storico senza però ricadere nell’esagerazione e salvando l’ascoltatore da gare di velocità d’esecuzione e monotonia timbrica. Hans Fagius ha distribuito le incisioni su cinque diversi organi, tutti svedesi:
Cahman (1724) della Kristine kyrka a Falun, ricostruito da Magnusson nel 1982 (CD 1, 2, 13, 14, 17)
Cahman (1728) della chiesa di Lövstabruk, Uppsala (CD 3, 4, 9, 10)
Mats Arvidsson (1982) della chiesa di Mariefred (CD 5, 6)
Nils-Olof Berg (1985) della Missionskyrka a Uppsala (CD 7, 8)
Wahlberg (1764) della Fredrikskyrkan a Karlskrona, ricostruito da Grönlund nel 1987 (CD 11, 12, 15, 16)
Tutti gli strumenti sono d’epoca barocca o di tale ispirazione, e sono dotati di due manuali e pedialiera; potranno forse sembrare troppo piccoli, ma si prestano bene all’esecuzione di Bach grazie anche alla presenza di un’ancia di 16′ al pedale e di un’ancia dolce sul positivo che permette all’organista di rendere intelligibili le varie voci con un buon fraseggio, evitando di produrre un minestrone acustico assolutamente intollerabile per le fughe Bachiane.
I grandi Preludi e fughe sono eseguiti generalmente con registrazioni ricche e con un sapiente uso dei registri ad ancia sia ai manuali che al pedale; i cambi di registrazione (e di manuale) non sono frequenti, spesso Fagius varia solo tra i due tempi, tranne alcune eccezioni come ad esempio la Fantasia in sol minore BWV 542, il Preludio in la minore BWV 551, la Fuga in sol maggiore BWV 541 e la Fantasia in fa maggiore BWV 540. Ciò nonostante l’ascolto non annoia anche perché l’uso dello staccato è abbastanza moderato e limitato; tra i pezzi più staccati troviamo la Sonata a tre voci nº 5 e il Preludio in re maggiore BWV 532, che comunque non mancano di sentimento.
Discorso a parte merita la stupenda interpretazione della Toccata, adagio e fuga in do maggiore, BWV 564 all’organo Nils-Olof Berg, le cui ance si distinguono non poco da quelle degli altri organi protagonisti di quest’integrale per via della loro sonorità che ricorda più quella delle ance francesi, dal timbro chiaro e squillante; e così la Toccata, suonata col pedale unito al grand’organo e le ance di 16′ e 8′, si avvicina ad un’esecuzione alla Cochereau, sebbene sia più spedita e, ovviamente, senza la Controbombarda 32′, ma con un Fagotto 16′ dal carattere simile a quello della Bombarda.
Peccato invece per la Passacaglia e fuga in do minore BWV 582, bellissima pagina organistica vittima di un’esecuzione veramente piatta e rapida, suonata da capo al fine con l’organo pleno, come da prassi filologica in voga al tempo e talvolta anche tuttora.
Tornando alle 6 Sonate a tre voci BWV 525-530, va detto che sono molto valide; la scelta del timbro terso del Principale nei movimenti primo e terzo, con eventualmente l’aggiunta di un ottava o di una decimaquinta, si rivela felice data anche la sonorità decisa ma al tempo stesso equilibrata di questi registri maschili. Questa caratteristica si nota con piacere anche ascoltando l’Orgelbüchlein, eseguito interamente all’organo Mats Arvidsson di Mariefred, il cui Principale è particolarmente ricco di carattere; il risultato è una meravigliosa e, se vogliamo, un po’ romantica incisione del corale «O Mensch, bewein dein Sünde groß» BWV 622: quasi sette minuti da ascoltare ad occhi chiusi, lasciando scorrere dentro di sé il timbro tanto semplice quanto fondamentale del Principale che recita il corale. L’ascolto mi ha riportato alla mente vecchie e indimenticabili incisioni di Albert Schweitzer dello stesso corale. Per il resto dell’Orgelbüchlein le registrazioni sono scelte con attenzione per ciascun corale, come pure per quanto riguarda tutti i corali in generale, recitati solitamente con la sesqualtera o con l’ancia del positivo. Notevole la raccolta dei Corali di Lipsia BWV 651-668; meno brillanti invece le interpretazioni dei Corali di Schübler BWV 645-650, che non reggono il confronto, estetico, si intende, con le ormai storiche incisioni di Helmut Walcha e Karl Richter (è anche vero che i due suonavano organi abbastanza diversi da questi strumenti svedesi), anche se la scelta dei registri anche in questi casi risulta molto ricercata. Da non perdere assolutamente è invece il corale «Vom Himmel hoch, da komm ich her» BWV 700 suonato interamente con il bel registro di Tromba dell’organo Nils-Olof Berg; un’interpretazione tanto insolita quanto magnifica.
Molto validi anche i 6 Concerti per organo BWV 592-597 e le Partite BWV 766-770, specialmente le Partite diverse sopra «Christ, der du bist der helle Tag» BWV 766, eseguite all’organo Cahman di Lövstabruk, caratterizzato, come quello di Falun, da ance dal timbro tipicamente tedesco(*). Il principale risulta equilibrato, come si può apprezzare ascoltando il corale «Liebster Jesu, wir sind hier» BWV 730 mentre il ripieno è molto forte e brillante, tanto da risultare talvolta stridente.
Un’edizione validissima, dunque, distribuita sotto forma di due cofanetti Brilliant Classics: Volume I da 8 CD e Volume II da 9 CD. Da alcuni anni quest’integrale fa anche parte della Bach Edition, sempre della Brilliant Classics: un maxi-cofanetto da quasi 160 CD contenente l’opera omnia del Kantor di Lipsia a prezzo scontatissimo, tipicamente intorno ai 100 €. Proprio il 6 luglio scorso la Brilliant ha rilasciato un’edizione aggiornata di questo cofanetto, aggiungendovi la Passione secondo Marco BWV 247. Non ho dubbi nell’affermare che il solo integrale organistico di Hans Fagius vale il prezzo dell’intera opera omnia.
Dal punto di vista tecnico, le incisioni sono digitali e di alta qualità; la spazialità del suono è ottima, tanto da poter apprezzare molto chiaramente l’effetto delle canne pari e dispari sul bilanciamento. All’analizzatore di spettro si riscontra qualche segnale indesiderato nei dischi 14 e 17 al di sopra dei 17 kHz ma di ampiezza tanto ridotta da non poter essere praticamente rilevato dall’orecchio umano.
Una nota importante per chi intendesse convertire questi CD in MP3: tutti i dischi sono masterizzati con la pre-emphasis, ossia una particolare equalizzazione che dovrebbe ridurre il rumore di quantizzazione e che deve essere compensata nel momento in cui si estrae il contenuto del CD nel computer; in caso contrario si otterrebbero MP3 con i toni acuti enfatizzati.
Spiego dettagliatamente per chi non lo sapesse il concetto di Pre-emphasis nei CD audio :
La pre-emphasis per i CD audio è una particolare equalizzazione che gli ingegneri del suono possono scegliere di adottare in sede di masterizzazione. Questa equalizzazione prevede, in breve, un’enfatizzazione dei toni acuti, che viene poi compensata in riproduzione; il lettore CD infatti può riconoscere che è stato adottato questo meccanismo grazie ad un’informazione appositamente inserita nel disco (un flag chiamato PRE, invisibile all’utente) e procede quindi a un’equalizzazione compensativa, detta de-emphasis.
Chi ha avuto a che fare con i nastri magnetici sa bene che esisteva una tecnica simile adottata proprio per i nastri, il Dolby Noise Reduction, che, per ridurre il rumore di fondo tipico delle registrazioni su nastro, prevedeva di amplificare i toni acuti del segnale in registrazione; per riprodurre queste registrazioni su nastro occorreva quindi attivare il circuito Dolby NR che operava in riproduzione attenuando i toni acuti nella stessa misura in cui erano stati amplificati in registrazione; l’attenuazione degli acuti in realtà aveva come effetto, in riproduzione, anche l’attenuazione di buona parte del rumore di fondo intrinseco del nastro, il che era proprio l’obiettivo che si prefiggeva il sistema Dolby NR.
Perché adottare la pre-enfasi nei CD? Non conosco con precisione il motivo, c’è chi dice che l’obiettivo sia quello di ridurre il rumore di quantizzazione alle alte frequenze. Fatto sta che la maggior parte dei CD in commercio non fa uso di questa tecnica; personalmente possiedo qualche decina di CD audio di musica classica, specialmente della BIS, ma anche qualcosa della Naxos e Harmonia Mundi. Tra di dischi DG, Decca e Philips non ho mai trovato traccia di pre-emphasis. Si tratta comunque di una caratteristica che, secondo me, non migliora in modo percettibile la qualità sonora, a differenza del sistema Dolby NR per i nastri.
La pre-emphasis può procurare qualche difficoltà agli ascoltatori, e questo mi ha spinto a trattare la questione qui. Innanzi tutto ho constatato che un mio lettore CD portatile economico non è in grado di operare la compensazione, sicché il CD suona con gli acuti enfatizzati, analogamente a quanto succedeva quando si riproduceva un nastro registrato con il Dolby NR su un lettore che non disponeva del circuito Dolby NR. Ma lo svantaggio più pesante riguarda oggigiorno il salvataggio di questi CD nei computer (e di conseguenza nei lettori digitali portatili): con la maggior parte dei programmi di estrazione audio, infatti, si ottengono file audio (eventualmente MP3 o comunque compressi) non compensati. Dopo qualche giorno di ricerche ho visto che uno dei programmi in grado di estrarre l’audio dai CD operando al volo la decodifica è iTunes della Apple. Si può specificare di comprimere l’audio estratto in MP3 e altri formati, oppure di salvarlo in formato WAV non compresso; in ogni caso la compensazione viene effettuata in modo automatico e completamente trasparente all’utente (non viene notificato nulla, né esistono opzioni da configurare). So che esistono anche filtri, come il Q10 della Waves, in grado di operare, tra le altre cose, la de-emphasis, ma si tratta spesso di software non gratuiti, diversamente da iTunes, e che richiedono la presenza di un programma di elaborazione audio installato.