Helicon Focus e CombineZP, fuoco infinito - [BLOG]

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  1. #1
    Amministratore L'avatar di MAN
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    Predefinito Helicon Focus e CombineZP, fuoco infinito - [BLOG]

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    Clicca sull'immagine per ingrandire
    Anello in oro bianco, diamanti e zaffiro centrale
    Nikon D300 + Voigtländer APO Macro 125mm F2,5 SL
    5 scatti combinati in Helicon Focus


    Quando si fotografano oggetti di alta gioielleria o, più genericamente, ci si diletta nello still-life, i problemi che si incontrano sono molteplici.
    Uno di questi è rappresentato dalla profondità* di campo offerta dagli obiettivi macro che vengono utilizzati: essendo essi dei tele e medio-tele, spesso abbinati a fotocamere reflex con sensori APS-C, la relativa PDC non basta, ad es., a coprire per intero i particolari di un gioiello.
    Potremmo intervenire diaframmando fino a valori molto alti ma, data l'elevata densità di pixel degli attuali sensori, la diffrazione sempre in agguato comprometterebbe il dettaglio dell'immagine che, in casi come questi, è prioritario.
    Software come Helicon Focus e CombineZP offrono, sia per Win che Mac, a prezzi contenuti (CombineZP è anche gratuito) una buona soluzione: combinando tra loro scatti dello stesso oggetto effettuati con punti di messa a fuoco progressivamente differenti, questi programmi sono in grado di ottenere un unico fotogramma la cui caratteristica è quella di avere tutto l'oggetto inquadrato perfettamente a fuoco.
    Ovviamente esistono anche altre strade per ottenere risultati di questo tipo ma sia Helicon Focus che CombineZP meritano un serio approfondimento.


  2. #2
    mebibyte L'avatar di OSMIUM76
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    "Potremmo intervenire diaframmando fino a valori molto alti ma, data l’elevata densità di pixel degli attuali sensori, la diffrazione sempre in agguato comprometterebbe il dettaglio dell’immagine che, in casi come questi, è prioritario".

    Come come come??? Io sapevo che chiudere il diaframma migliora l'immagine e adesso leggo il contrario? Mi spiegate come è possibile che chiudendo il diaframma si ottiene un aumento del difetto? Grazie.

  3. #3
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    Eh, si, lo ripeto: diaframmando a valori elevati, in special modo con le attuali reflex da 10+ mpixel, il fenomeno della diffrazione, normale per qualunque ottica, è molto più evidente e va a detrimento della risoluzione di un'immagine. In questo grafico (test effettuato da Photozone con una Nikon D3x accoppiata al nuovo Nikkor 50mm F1,4 AF-S G), puoi osservare che il picco massimo delle performance viene raggiunto intorno ad F4-5,6 per diminuire gradualmente alle aperture più alte (F8, 11 ...).



    Un articolo "pratico" di Luminous Landscape che evidenzia il problema in un'applicazione fotografica reale:

    Understanding Lens Diffraction

    Un articolo un po' più tecnico ma ben fatto e non eccessivamente lungo:

    Diffraction limits of Resolution | Andre Gunther Photography

    Con l'attuale offerta di fotocamere digitali, la cui densità inizia ad aggirarsi intorno ai 5 milioni di pixel per cm2, il fenomeno della diffrazione si manifesta (MOLTO) in anticipo rispetto alla cara vecchia pellicola.

    Per tutta questa serie di motivi si stanno diffondendo soluzioni come quella indicata nel primo post, in modo da mantenere il meglio della risolvenza di un obiettivo utilizzando la sua apertura ideale ed ottenere comunque una profondità di campo eccezionale. Ovvio, solo per alcuni tipi di specifici utilizzi come lo still-life, dove tutto è fermo. Ad ogni modo il discorso è molto vasto e comprende anche altre considerazioni da fare come, ad es., il tipo di ottica impiegata, la relativa PDC* etc...

    Emanuele

    *PDC Profondità di campo.
    Ultima modifica di MAN : 03-10-2009 a 12:20

  4. #4
    mebibyte L'avatar di OSMIUM76
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    Predefinito Depressione dopo la lettura...

    Ma non basterebbe fare un diaframma "diverso"? Voglio dire se la luce impatta sul bordo dell'ostacolo e viene deviata... basterebbe usare un materiale che assorbe, blocca la luce in modo più efficace, che minimizza il comportamento della luce diffratta, la devia di meno... se i materiali fisici hanno questa caratteristica non si potrebbe realizzare un diaframma a cristalli liquidi? O un diaframma a specchio che rispedisce al mittente la luce che non serve? O un diaframma con delle specie di paraluce interni come ad esempio avviene cogli obiettivi catadiottrici?

    P.S.: l'effetto simil-flou della camera stenopeica è dovuto allo stesso fenomeno?

  5. #5
    Amministratore L'avatar di MAN
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    Il foro della camera stenopeica produce quel tipo di effetto "veiling flare" molto pronunciato in seguito al fenomeno diffrattivo della luce che passa attraverso un buco piccolissimo di qualche decimo di mm. La diffrazione è ad oggi un grosso limite per tutti i sistemi fotografici (soprattutto digitali e ancor di più se con elevata frequenza spaziale del sensore, cioè molti pixel per farla breve) e, che io sappia, nemmeno l'idea di un diaframma a cristalli liquidi potrebbe funzionare perchè comunque nel percorso che la luce effettuerebbe, tra ottica e sensore, ci sarebbe un corpo estraneo -la parte dell'LCD che rimarrebbe inattiva- che, per quanto trasparente, sarebbe sempre lì in mezzo a compromettere il passaggio del fascio di luce... tra l'altro, per quanto nero, un LCD non penso bloccherebbe la luce come le lame di acciaio di un diaframma. Lamelle del diaframma a specchio verso la parte esterna invece credo che comporterebbero problematiche di riflessi interni che Dio ce ne scampi e liberi, soprattutto in obiettivi molto complessi caratterizzati da diversi elementi e gruppi nei quali si avrebbero rimbalzi a non finire. Insomma, non è una problematica tanto facile da risolvere. IMHO

    In ogni caso, complimenti per l'originalità delle tue pensate.

    Emanuele

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