Percepire i suoni, ascoltare la musica. Il grande equivoco dell'alta fedeltà

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  1. #71
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da marcoc1712
    Allora mi scuso di nuovo, meglio così, la crisi di astinenza da cannonau è grave, DEVO rimediare...
    Ma noi non stiamo discutendo, bensì dialogando!



    Ok, registriamo il fatto che probabilmente intendiamo la stessa cosa con lievi sfumature, mi adeguo io e tirom inans (andiamo avanti).

    RImane il mio dubbio:

    Cosa c'è di diverso dal dire che riducendo il numero e l'ampiezza delle riflessioni precoci (quelle che originano il fenomeno di mascheramento, in quanto a Delta T minore della soglia) nell'ambiente di riproduzione si migliora la resa acustica in ambiente? Non mi pare sia un messaggio così originale.

    Sono io che son 'de coccio'?
    e sei de coccio si...dai scherzo!!
    Le riflessioni precoci ok...ma ti fermi là
    ti ho parlato dell'onda posteriore ....la trascuri
    il suono prodotto dal mobile per le vibrazioni indotte dal pistone... nohoo?
    Le voci che si producono in ambiente (tutte le pareti e tutto quello che ci puo' essere in
    un ambiente domestico . Tutto cio' non è optional. Fà per benino i suoi danni incalcolabili.
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  2. #72
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da bigtube
    e sei de coccio si...dai scherzo!!
    Le riflessioni precoci ok...ma ti fermi là
    ti ho parlato dell'onda posteriore ....la trascuri
    il suono prodotto dal mobile per le vibrazioni indotte dal pistone... nohoo?
    Le voci che si producono in ambiente (tutte le pareti e tutto quello che ci puo' essere in
    un ambiente domestico . Tutto cio' non è optional. Fà per benino i suoi danni incalcolabili.
    mmh...

    per riflessioni precoci intendo TUTTE le riflessioni che possono attivare il mascheramento per il fatto di arrivare entro la soglia di tempo minimo, da ovunque provengano e comunque generate, non solo le laterali, chiamiamole 'perniciose' così ci capiamo.

    Io continuo qui a considerare il diffusore come 'perfetto' secondo la metodologia proposta da Russo, quindi esente per definizione dai problemi che citi. Se usciamo da questo metodo di 'separazione degli ambiti' ci sono fattori propri aggiunti da ed in ogni componente, meglio rimandare, capiamo prima la questione a livello di "sistema".

    Il succo quindi rimane: riduci al minimo le riflessioni 'perniciose' (tutte le riflessioni perniciose) dell'ambiente di riproduzione e percepirai meglio il suono primario, grazie al fatto che ridurrai i mascheramenti.

    Dove per perniciose si intendono tutte le riflessioni che non eliminate arriverebbero al punto di ascolto con un ritardo tale da provocare effetti di mascheramento, mentre il minimo è quanto indispensabile a far percepire l'ambiente come 'congruente' in assenza di suono riprodotto, non di meno altrimenti cadremmo nell'errore della camera anecoica, non di più altrimenti gli effetti dei mascheramenti causati dalla non-invarianza temporale saranno inutilmente enfatizzati.

    Ma questo, a prescindere dalla spiegazione del motivo, non è specifico di Russo o di MOSS, è una delle posizioni 'estreme' propugnate in acustica ambientale, che conduce a realizzare stanze con tempi di riverbero molto bassi e molto 'asciutte'.

    Ovvio che la quantità e qualità di quel minimo e quindi il 'modo' e gli 'strumenti' con cui lo si persegue diventa il discriminante, ma è un altro film.

    Ho capito bene adesso o continua sfuggirmi il nesso?
    Ultima modifica di marcoc1712 : 19-06-2015 a 03:43
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
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  3. #73
    tebibyte
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    La posizione di Russo su quello che lui chiama mascheramento è chiara ed anche logica ma allora perchè se io ascolto una registrazione in camera anecoica, dove elimino completamente ogni suono riflesso ambiuentale, la musica non c'è più? Ohimè, credo che il nostro cervello ami le riflessioni ambientali, anche quelle della ri-creazione dell'evento, senza le quali il sistema orecchio cervello si sturba!
    Il grande equivoco continua ad essere la "monogamia della registrazione", quella fedeltà assoluta che è fasulla tanto quanto l'unione perenne. Non esiste la fedeltà ne' assoluta ne' relativa, perchè non esiste la possibilità di comparare direttamente tra la"realtà" e la "riproduzione", che sarebbe forse l'unico vero strumento per addivenire ad un qualche risultato (le memorie acustiche.......ricordate?). Il resto, personalmente, sono belle teorie, anche affascinanti, ma poco attinenti con la realtà dell'esperienza di ciascuno di noi, che dimostra invece che è il nostro cervello a condurre il gioco perchè è lui che integra, equalizza, scarta, dimentica, si fa fregare, gioca, gode, soffre........ E' lui che guida il pullman, non l'ambiente, non l'ampli, non le casse e le loro riflessioni posteriori..... Per citare l'indimenticabile Jessica Rabbit "Io non sono cattiva, mi hanno disegnata così!"
    Insomma ogni "correzione ambientale" ha bisogno di un cervello che la giudichi per funzionare, non basta rew e il microfonino calibrato!

  4. #74
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da audiodan
    La posizione di Russo su quello che lui chiama mascheramento è chiara ed anche logica ma allora perchè se io ascolto una registrazione in camera anecoica, dove elimino completamente ogni suono riflesso ambiuentale, la musica non c'è più? Ohimè, credo che il nostro cervello ami le riflessioni ambientali, anche quelle della ri-creazione dell'evento, senza le quali il sistema orecchio cervello si sturba!
    Il grande equivoco continua ad essere la "monogamia della registrazione", quella fedeltà assoluta che è fasulla tanto quanto l'unione perenne. Non esiste la fedeltà ne' assoluta ne' relativa, perchè non esiste la possibilità di comparare direttamente tra la"realtà" e la "riproduzione", che sarebbe forse l'unico vero strumento per addivenire ad un qualche risultato (le memorie acustiche.......ricordate?). Il resto, personalmente, sono belle teorie, anche affascinanti, ma poco attinenti con la realtà dell'esperienza di ciascuno di noi, che dimostra invece che è il nostro cervello a condurre il gioco perchè è lui che integra, equalizza, scarta, dimentica, si fa fregare, gioca, gode, soffre........ E' lui che guida il pullman, non l'ambiente, non l'ampli, non le casse e le loro riflessioni posteriori..... Per citare l'indimenticabile Jessica Rabbit "Io non sono cattiva, mi hanno disegnata così!"
    Insomma ogni "correzione ambientale" ha bisogno di un cervello che la giudichi per funzionare, non basta rew e il microfonino calibrato!
    Daniè ....ma che picchio c'entra la camera anecoica. Nell'ambiente dove deve avvenire la riproduzione deve essere attuato un trattamento, non abolita la possibilita' di riconoscere
    che l'ambiente esiste. L'essere umano in camera anecoica non puo' resistere nemmeno un minuto. E' completamente antifisiologico.
    Ti voglio riportare una affermazione in proposito proprio di Russo estesa all'ascolto in cuffia :
    "L'ascolto in camera anecoica non è possibile per questioni lunghe da spiegare ma sostanzialmente perchè l'esperienza crea una aspettativa di comportamento ambientale che se contraddetta crea incongruenza insanabile; il secondo ambiente DEVE esistere perchè DEVO in qualche modo percepirlo, si tratta di fargli fare meno danni possibile.
    Un caso di incongruenza insanabile è quello dell'ascolto in cuffia, mi aspetto il comportamento acustico dell'ambiente in cui sono e mi ritrovo suoni elaborati da un ambiente sconosciuto e diverso anche da quello dal vivo.
    Rilevata l'incongruenza in modo consapevole o meno l'ascolto in cuffia diventa inaccettabile
    ."

    come molti pure tu salti alle conclusioni senza senso per far rientrare tutto nella tua ideologia di ascolto.
    Va' bene tutto ma non travisare .
    Il lavoro di Russo è apparentemente estremo, in realta' vuole restituire all'ascoltatore il salvataggio del messaggio musicale riprodotto.
    Questo non impone che tutti dobbiamo pedissequamente mettere in opera esattamente come ha fatto lui. Si puo' benissimo andare
    per gradi successivi e constatare per gradi come cambiano le cose .
    Da qui a emettere sentenze sulle affermazioni di scienza di Russo ce ne corre. Le sue non sono teorie sono affermazioni di scienza che piaccia o no.
    Dopodichè per me si puo' anche chiudere l'argomento che ho suggerito con il link al documento di Russo perchè vedo che nessuno si vuole mettere in discussione tranne
    Marco che ha dialogato con un intento di crescita e apertura. Si vuole rimanere nel proprio orticello? Nessun problema ....non ce l'ha ordinato il dottore.
    E qui di orticelli a compartimenti stagni ne sono nati un bel po', tutti rigorosamente convinti di essere nel giusto e indiscutibile regno del " io lo sò come si
    deve ascoltare per bene".
    Ultima modifica di bigtube : 19-06-2015 a 11:36
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  5. #75
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Se non ho capito male (non ho ancora letto tutto il documento postato qui, ma non è la prima volta che sento parlare di queste cose) in sostanza il succo del "moss-pensiero" si può riassumere in due parole:

    il sistema non deve introdurre informazioni incongruenti con quelle originali, cosa che renderebbe incongruente l'intera informazione.

    In caso contrario il nostro sistema percettivo si trova di fronte ad una situazione "anomala" (non autoconsistente e quindi "innaturale") che il nostro cervello non sa bene come interpretare. Con tutto ciò che ne consegue.

    Fin qui il ragionamento è assolutamente logico e non fa una piega (...ma non è certo originale, e sconfina nell'ovvietà se si hanno un minimo di nozioni in materia di percezione).

    Tra parentesi, nel caso di un evento reale in un ambiente reale le informazioni contenute nel campo acustico sono ovviamente congruenti, cioè "autoconsistenti". Questa è senza dubbio una caratteristica peculiare di quanto percepito "nel mondo reale" (ascolto diretto "dal vivo"). Ma siamo sicuri che le informazioni siano ancora congruenti dopo che un tale campo acustico è stato catturato da uno o più microfoni e successivamente processato in vari modi prima ancora di arrivare a casa nostra?

    (purtroppo temo che -nella migliore delle ipotesi- una cosa del genere possa essere vera al più per un ristretto numero di registrazioni... ma non divaghiamo).

    Comunque sia, per tornare al discorso attuale, limitatamente all'ambiente di ascolto, ipotizziamo pure che l'informazione che andiamo a riprodurre sia ancora "congruente" (e non già irrimediabilmente compromessa in precedenza).

    Originariamente inviato da bigtube
    Daniè ....ma che picchio c'entra la camera anecoica.
    proviamo a seguire il moss-pensiero:

    1) partiamo dal presupposto che non dobbiamo "inquinare" il messaggio con informazioni incongruenti;

    2) grazie a riflessioni, rifrazioni, interferenze, ecc., qualsiasi ambiente in cui si immetta uno stimolo sonoro "aggiunge" a questo la sua propria "firma acustica". Aggiunge cioè un certo numero di informazioni relative alla propria forma e dimensioni, alle caratteristiche dei materiali che ne compongono le varie superfici, agli eventuali ostacoli presenti, ecc.

    3) è evidente che (tranne eventualmente in qualche improbabile caso fortuito occasionale), le informazioni estranee aggiunte dall'ambiente di ascolto non possono essere congruenti con quelle originali.

    Che cosa se ne può dedurre?

    Evidentemente, se ne dovrebbe dedurre che la soluzione ideale dovrebbe essere quella di fare in modo che ti arrivi solo l'informazione originaria, senza alcun contributo estraneo da parte dell'ambiente di riproduzione.

    Ma qual è l'unico ambiente che non aggiunge alcun contributo proprio ad un suono che vi venga immesso?

    Evidentemente -per definizione- proprio una camera anecoica. Qualsiasi altro ambiente naturale aggiungerà sempre e comunque qualcosa "di suo", e questo qualcosa non può che essere estraneo (e quindi presumibilmente incongruente) rispetto alla informazione acustica originale.

    Sfortunatamente l'esperienza ci dice che la cosa non funziona, e che anzi una camera anecoica è forse quanto di peggio ci possa essere per ascoltare decentemente musica.

    Ergo, ci dev'essere "qualquadra che non cosa"...
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  6. #76
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Giovanni, dai, lo sai che né io né te né Daniele siamo maestri in diplomazia, il mezzo 'forum' non aiuta e Daniele ha una 'idiosincrasia' per tutto quello che non si trasformi in una prova concreta a stretto giro, beato lui che può, io sono imbranato e quindi teorizzo e basta (o quasi), ma così rischi di passare per il guardiano della fede di Russo ed è un ruolo che ti sminuisce troppo a mio avviso, te lo dico con benevolenza.

    MI spiacerebbe interrompere un bellissimo dialogo, che a mio avviso sta regalando molto, non possiamo pensarla sempre tutti allo stesso modo, ma è evidente che spesso c'è più vicinanza tra i concetti che non nel 'modo' di esporli, che è solo il media dell'idea, non l'idea in se.

    Quindi grazie di aver postato i documento di Russo, grazie per aver voluto chiarirmi alcune (ce ne sono molte altre) cose che mi sfuggivano nel suo pensiero e grazie se vorrai continuare a farlo, anche e soprattutto se oltre alle 'verità' di Russo aggiungi qualche tua personale convinzione (so per certo che ne hai di ottime ed originali), ma anche Grazie a Daniele per gli stessi motivi e per l'ospitalità, virtuale sul forum ma reale ed ahimè non realizzatasi per difetto mio, ma verrà la volta buona ed allora sarebbe bello partecipassi anche tu e tutti gli amici 'in loco' ad una bella sessione conviviale.

    Nel merito:

    a. camera anecoica

    quoto al 100%, infatti nel post precedente, interpretando il pensiero di Russo ed applicando il suo metodo di separazione degli ambiti (componenti perfetti) io parlavo di ridurre le riflessioni ad un minimo che mantenga la resa 'congruente' (alla nostra mente) dell'ambiente in assenza di suono riprodotto, senza cadere nell'artificiosità straniante della camera anecoica.

    b. fedeltà, a cosa?

    v. la - a mio avviso - stupefacente convergenza di opinioni tra me e Paolo (unixman) poco sopra.

    c. 'memorie acustiche' (sonora e musicale in primis)

    Più che a queste, occorre a mio avviso far riferimento ai relativi 'linguaggi' ed alla loro capacità di rappresentare i rispettivi significati senza perdita di informazione nei vari passaggi e principalmente tra quello dallo stato fisico del suono a quello ''astratto', mentale, immaginifico, virtuale - definitelo come volete - della musica (che può vivere senza suono ma non senza una mente che la ricrei al suo interno) e viceversa.

    Non si tratta di sola memoria, ma dalla capacità di interpretare i diversi linguaggi colmando le lacune attingendo dalla propria cultura, che è sì memoria, ma non del messaggio in se. V. sopra.

    d. correzione ambientale. Quoto Daniele al 100%, ma credo che nessuno sostenga il contrario (tranne i fautori del drc automatico).

    Personalmente, anzi, ritengo ci siano una serie di interventi preliminari che garantiscono gran parte del risultato ottenibile anche senza reale necessità di ricorrere a misure (che comunque male non fanno), come ho scritto più volte. Le misure servono certamente a verifica di quello che l'analisi dimensionale e l'ascolto dei difetti della stanza ci dice, ma fino a che non saranno stati eliminati quelli 'grossolani' aggiungono poco ai passi che bisogna comunque compiere, mentre se male interpretate possono condurre ad errori 'sonori'.

    In altre parole, se le misure dovessero mai indicare che in una stanza 3.5*4*2.70 non trattata, non serve assorbimento alle basse frequenze, rifatele, controllate tutto, rifatele ancora, ricontrollate tutto e quindi buttate la strumentazione e rifatele di nuovo, lo stesso vale per le riflessioni precoci ed il tempo di riverbero, in seconda e terza battuta.

    Interventi successivi, mirati alla ricerca di una particolare riflessione e di fine tuning in generale, sono enormemente semplificati dalla presa di misure, ma l'arbitro finale rimane sempre ed immancabilmente la nostra mente, con tutte le sue aberrazioni e perversioni.

    Le misure, come sempre, non sono altro che una povera ed incompleta rappresentazione simbolica di alcuni fenomeni fisici, che però ha il vantaggio di poter essere confrontata e condivisa con altre menti, a condizione di condividere un adeguato contesto culturale, che ci consenta di interpretarle, altrimenti sono solo dati, rumore.
    Ciao, Marco.

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  7. #77
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    Originariamente inviato da UnixMan
    Se non ho capito male (non ho ancora letto tutto il documento postato qui, ma non è la prima volta che sento parlare di queste cose) in sostanza il succo del "moss-pensiero" si può riassumere in due parole:

    il sistema non deve introdurre informazioni incongruenti con quelle originali, cosa che renderebbe incongruente l'intera informazione.

    In caso contrario il nostro sistema percettivo si trova di fronte ad una situazione "anomala" (non autoconsistente e quindi "innaturale") che il nostro cervello non sa bene come interpretare. Con tutto ciò che ne consegue.

    Fin qui il ragionamento è assolutamente logico e non fa una piega (...ma non è certo originale, e sconfina nell'ovvietà se si hanno un minimo di nozioni in materia di percezione).

    Tra parentesi, nel caso di un evento reale in un ambiente reale le informazioni contenute nel campo acustico sono ovviamente congruenti, cioè "autoconsistenti". Questa è senza dubbio una caratteristica peculiare di quanto percepito "nel mondo reale" (ascolto diretto "dal vivo"). Ma siamo sicuri che le informazioni siano ancora congruenti dopo che un tale campo acustico è stato catturato da uno o più microfoni e successivamente processato in vari modi prima ancora di arrivare a casa nostra?

    (purtroppo temo che -nella migliore delle ipotesi- una cosa del genere possa essere vera al più per un ristretto numero di registrazioni... ma non divaghiamo).

    Comunque sia, per tornare al discorso attuale, limitatamente all'ambiente di ascolto, ipotizziamo pure che l'informazione che andiamo a riprodurre sia ancora "congruente" (e non già irrimediabilmente compromessa in precedenza).


    proviamo a seguire il moss-pensiero:

    1) partiamo dal presupposto che non dobbiamo "inquinare" il messaggio con informazioni incongruenti;

    2) grazie a riflessioni, rifrazioni, interferenze, ecc., qualsiasi ambiente in cui si immetta uno stimolo sonoro "aggiunge" a questo la sua propria "firma acustica". Aggiunge cioè un certo numero di informazioni relative alla propria forma e dimensioni, alle caratteristiche dei materiali che ne compongono le varie superfici, agli eventuali ostacoli presenti, ecc.

    3) è evidente che (tranne eventualmente in qualche improbabile caso fortuito occasionale), le informazioni estranee aggiunte dall'ambiente di ascolto non possono essere congruenti con quelle originali.

    Che cosa se ne può dedurre?

    Evidentemente, se ne dovrebbe dedurre che la soluzione ideale dovrebbe essere quella di fare in modo che ti arrivi solo l'informazione originaria, senza alcun contributo estraneo da parte dell'ambiente di riproduzione.

    Ma qual è l'unico ambiente che non aggiunge alcun contributo proprio ad un suono che vi venga immesso?

    Evidentemente -per definizione- proprio una camera anecoica. Qualsiasi altro ambiente naturale aggiungerà sempre e comunque qualcosa "di suo", e questo qualcosa non può che essere estraneo (e quindi presumibilmente incongruente) rispetto alla informazione acustica originale.

    Sfortunatamente l'esperienza ci dice che la cosa non funziona, e che anzi una camera anecoica è forse quanto di peggio ci possa essere per ascoltare decentemente musica.

    Ergo, ci dev'essere "qualquadra che non cosa"...
    Come tutti stò cercando di capire quanto divulgato da Russo e le poche argomentazioni portate nel documento meriterebbero ulteriori spiegazioni ed esempi. L'esempio della camera anecoica insieme a quello dell'ascolto in cuffia è paradigmatico di quanto il nostro senso uditivo abbia necessità di riferimenti "reali". Non ho esperienze di "anecoica" ma presumo che se
    idealmente inserisci in camera anecoica un semispazio e dei diffusori laterali e/o posteriori che introducano artificialmente una ambienza sono sicuro che il problema dell'interferenza dell'ambiente con l'ambienza origine sarebbe risolto (fermo restando le altre problematiche inerenti al diffusore).
    Il ricreare un semispazio ovvero un pavimento o orizzonte acustico a mio avviso è imprescindibile perché connesso anche con la gravità: gli esseri viventi ne prendono atto già dalla nascita per tutte le funzioni vitali (idea personale scaturita da prove sul campo fatte misurando un diffusore con un cumulo di materassi davanti e poi ascoltando...). Ovvio che la riflessione del pavimento vada addomesticata ché se non attentamente calibrata alla luce di quanto esposto sull'interferenza delle riflessioni primarie, non essendo in armonia
    con quanto contenuto nella registrazione ( buona o cattiva che sia) produce bei danni.
    Alessandro

  8. #78
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    Originariamente inviato da UnixMan

    Ergo, ci dev'essere "qualquadra che non cosa"...
    Bellissimo, ti avevo appena 'evocato'...

    Io, grazie anche alle spiegazioni di Giovanni, credo, ma poteri sbagliare, che il Russo pensiero si comprenda bene solo se applichi quello che lui chiama il metodo dei componenti perfetti, in informatichese la separazione degli ambiti.

    Cioè considera ogni e qualsiasi componente del sistema (in senso lato) ideale, cioè privo di errore, esistono ancora cause che possono 'destabilizzare' il sistema?

    Diventa evidente che la riproduzione in un secondo ambiente con le sue caratteristiche di un messaggio contenente proprie informazioni di ambienza diverse è incongruente, anche in camera anecoica rimane incongruente, se ho il modo di rendermi conto che sono in una camera anecoica (percependo il mio respiro, i piccoli rumori da me prodotti - non pensate male! - ...

    Se anche la registrazione fosse stata presa in camera anecoica, credo che il problema non si porrebbe e quindi solo in questo caso il sistema sarebbe 'in quiete' (ma la musica inascoltabile, probabilmente).

    Il "qualquadra" è quindi insito nel sistema, non dipende dai suoi singoli componenti, che ovviamente possono aggiungere del loro e peggiorare la situazione.

    A mio avviso se ne può solo prendere atto.

    Quindi, che fare?

    Sempre interpretando il Russo-pensiero, io mi astengo dal giudizio per ora:

    Limitatamente a ciò che concerne l'ambiente, si può solo cercare il 'miglior' compromesso tra una camera anecoica (massima congruenza del messaggio con l'ambiente, ma massima incongruenza tra ambiente percepito con e senza riproduzione in atto) ed una stanza 'viva' (massima incongruenza tra messaggio ed ambiente, ma massima congruenza tra ambiente percepito con e senza riproduzione in atto, comunque incongruente in termini assoluti).

    In altre parole, ridurre le riflessioni 'perniciose' fino al minimo che ci consente di 'sentire' l'ambiente come congruente anche in assenza di messaggio riprodotto.

    Selezionando/realizzando accuratamente i componenti 'reali' a partire dai diffusori, se ne potranno limitare gli effetti deleteri.

    Tant'è.

    Da notare che non lascia nessuno spazio alla soggettività, che riconosce come esistente ma confina.

    Considera 'oggettivo' il fenomeno, pur non misurabile con metodi tradizionali, in quanto non esistente nel campo fisico ma solo nella percezione, quindi ritiene imprescindibile dotarsi di strumenti culturali (linguaggio) atti a descrivere accuratamente la percezione per poterla comunicare, catalogare e valutare e quindi consentire la formulazione dei 'desiderata' che portino alla realizzazione di componenti 'reali' adeguati.

    Ho già manifestato la sorprendente assonanza con il mio - e ritengo anche tuo - pensiero in merito.
    Ultima modifica di marcoc1712 : 19-06-2015 a 17:11
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
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  9. #79
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    Originariamente inviato da aletas
    Non ho esperienze di "anecoica" ma presumo che se
    idealmente inserisci in camera anecoica un semispazio e dei diffusori laterali e/o posteriori che introducano artificialmente una ambienza sono sicuro che il problema dell'interferenza dell'ambiente con l'ambienza origine sarebbe risolto
    Secondo me, sempre potendo essere smentito, per carità, il nocciolo della questione è proprio qui:

    Immagina di disporre del diffusore (o sistema di diffusione) perfetto, capace di ricreare perfettamente l'ambiente dell'evento originario nei minimi dettagli quando posto all'interno della camera anecoica (intesa come componente perfetto 'ambiente').

    L'illusione di trovarsi 'dentro' quell'ambiente è completa, ma... cosa succede... dove sono Io?

    La mente è cosciente di essere (...penso e quindi sono...) ma dalla riproduzione dell'ambiente non trae il 'feedback' acustico della tua presenza 'fisica', per il semplice fatto che nella registrazione non ci sei.

    Non è risolvibile in termini assoluti, se non - forse - con riprese in camera anecoica, ma gli strumenti non sono fatti per suonare in camera anecoica e quindi non ci piacerebbe comunque quello che sentiremmo.

    p.s. Ho omesso di ringraziare anche te al post recedente, lo faccio adesso e vale per tutti quelli che ho colpevolmente dimenticato. Scusa.
    Ultima modifica di marcoc1712 : 19-06-2015 a 17:26
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
    — E. F. Schumacher (mis-attributed to A. Einstein)
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    Logitech media Server 7.9 > miniPc + squeezelite-R2 / SB+ > "Lu Scalmentu" NOS R2R DAC by TubeOne/ AudioResearch DAC 1-20 >
    Klimo Merlino Gold TPS > DIS Interconnect > Kent Gold > Reference > Monitor Audio Studio 20 SE

  10. #80
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da UnixMan

    Che cosa se ne può dedurre?

    Evidentemente, se ne dovrebbe dedurre che la soluzione ideale dovrebbe essere quella di fare in modo che ti arrivi solo l'informazione originaria, senza alcun contributo estraneo da parte dell'ambiente di riproduzione.

    Ma qual è l'unico ambiente che non aggiunge alcun contributo proprio ad un suono che vi venga immesso?
    ma cos'è ?.....una provocazione ?
    La tua soluzione "ideale" come la definisci tu non è la soluzione messa in campo da Russo e lo sai perfettamente.....l'obiettivo non è quello
    ma limitare con interventi opportuni cio' che provoca tutta l'informazione secondaria in AMBIENTE NORMALE DOMESTICO ADIBITO ALL'ASCOLTO DI MUSICA.
    Lintervento riguarda in primis il diffusore e in secundis l'ambiente . Ma l'intervento non si limita a questo ma a tutto il sistema che partecipa alla riproduzione.
    La camera anecoica è antiumana.....non è pensabile nè proponibile.

    Le soluzioni sono INVASIVE (bisogna ammetterlo) ma assolutamente efficaci per chi ha avuto la fortuna di ascoltare un sistema Full-Moss
    e ne ha riferito sempre come di un'esperienza disarmante per il risultato ottenibile.
    Non dobbiamo per forza ricrearci un full-Moss ma intanto prendere atto che esistono i problemi e poi ognuno valuata in proprio cosa vuole
    sperimentare per porre rimedio ai problemi messi in luce. Anche per piccoli passi.....anche niente....nessuno punta il fucile nè prepara la "gogna"
    player1:thin client+voyage - player2:futros450+Debian > Usb Transport: I2soverUSB + DAC (6x1704+I/V a tubi) - Attenuatore passivo Lightspeed
    Ampli finale: OTL 6C33 - MyRef Fremen Ed. - Diff.: Diapason Adamantes II - Guida LMS+Squeezelite - B

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