Giovanni, io stavo molto più terra terra: se scarabocchio un pentagramma e te lo mando (ammesso che sia io che te siamo in grado di scrivere e leggere la musica, cioè condividiamo il linguaggio) tu sei in grado di comprendere la mia 'creazione' semplicemente canticchiandotela tra te e te (a questo faceva riferimento Audiodan parlando di diverse memorie sonore) quindi c'è stato un trasferimento di informazione musicale senza il suono, lo trascende, ne convieni?
Se voglio mandarti le istruzioni per riprodurre un suono, un semplice suono tenuto, (io) non ho modo di farlo, se non inviandotene una sua registrazione il più definita possibile, ben sapendo che ho sicuramente commesso errori nel prenderla e ne aggiungerà il tuo sistema nell'interpretarla, quindi seppur molto più dettagliata l'informazione in merito al suono è inferiore di quella in merito alla musica. Ne convieni?
Il motivo è che la musica NON è il suono, lo trascende. Per 'rendere' la musica a chi non ha capacità di interpretarla (o voglia semplicemente sentirla) si debbono produrre suoni. Il suono è il 'media' fisico, la musica ne dipende non più di quanto il significato dipenda dal suono delle parole (che puoi in alternativa leggere e capire senza l'interposizione del suono 'fisico').
Beethoven quando ha scritto la nona era completamente sordo, eppure ha fatto l'orchestrazione e diretto la sua prima, senza poter 'sentire' i suoni evocati dalla sua musica. Convieni con me che è riuscito a comunicare agli orchestrali tutto quanto è stato necessario perché la nona sinfonia prendesse vita in quello spazio tempo reale (per citare Russo), pur non potendo 'verificarlo' percettivamente? Questo non vuol dire che esistono media alternativi al suono 'fisico' e complementari alla partitura, disponibili all'artista per comunicare la propria idea di come rendere al musica attraverso il suono? E' in altre parole quello che sostiene Ton Koopman in merito alla possibilità di 'recuperare' il suono dell'esecuzione originale di partiture antiche, grazie ad informazioni collaterali ed anche se nessuno in vita le ha potute sentire realmente e quindi 'riprodurlo' (cioè produrlo nuovamente) utilizzando strumenti originali.
Ovviamente è molto probabile che la riproduzione sia imperfetta, ma il termine di paragone non è l'effettivo suono di un preciso luogo e tempo, ma l'idea che si è creata di quel suono nella sua mente, grazie ad un processo per nulla empirico (nessuna percezione) ma completamente culturale.
Probabilmente Beethoven era ancora più pignolo di Zappa, chi lo sa, ma Zappa aveva il conforto di poter 'sentire' quello che la band produceva, (con tutti i limiti di un sistema non invariante, mascheramenti, ecc.) SE quello che sentiva coincideva con l'idea di musica nella sua mente era buono, altrimenti no e lo rifaceva.
Quindi?
Per me quanto sopra chiarisce che:
a. La musica non è il suono fisico, lo trascende e può 'prendere atto' anche in sua assenza.
b. Il suono fisico è il media per trasferire sensorialmente la musica dalla mente dell'esecutore a quella dell'ascoltatore.
c. Il passaggio tra la mente del compositore e quella dell'esecutore può giovarsi del suono, ma non è indispensabile, può avvenire anche solo mediante simboli linguistici, di cui il principale ma non l'unico è la partitura, pur rimanendo la musica evidentemente se stessa.
d. Che sia trasportata da suoni o da simboli, la musica per essere compresa richiede capacità di elaborazione, influenzate (in diversa misura) da fattori culturali.
e.Una volta compresa la musica, una persona dotata delle necessarie conoscenze culturali e tecniche (in diversa misura) è in grado di 'riprodurla' per simboli e/o mediante suono, in questo caso 'interpretandola', cioè completando le informazioni in base alla propria sensibilità, competenza e capacità tecnica, nei limiti delle potenzialità dello strumento o voce.
Quanto sopra comporta che il trasferimento di informazione 'musicale' avviene potenzialmente senza perdita, se tutti gli attori dispongono dei comuni mezzi culturali atti a comprenderla, mentre non è così per il suono in se: ogni volta che la musica viene interpretata si ottiene un risultato diverso, pur rimanendo la stessa musica, per definizione. Le cause di queste differenze sono almeno di tre tipi:
a. diversità di interpretazione: i suoni nascono intenzionalmente diversi.
b. diversità di resa: i suoni, anche quando intenzionalmente uguali, si manifestano diversamente per cause fisiche.
c. diversità di percezione: anche quando resi in modo identico (idealmente) i suoni vengono percepiti diversamente.
E stiamo parlando di musica dal vivo! Introducendo la riproduzione anche ipotizzando assenza di 'interpretazione' da parte del sistema (ma non è così) abbiamo due nuovi punti B e C.
Tutto questo per dire che o riusciamo ad astrarre un linguaggio, anche non dettagliatissimo ma preciso e rigoroso per descrivere il suono, così da consentirne il trasferimento senza perdita di informazione tra mente e mente, o non se ne può uscire in linea teorica.
A questo credo ci fossimo già arrivati ragionando con Paolo ed altri, mi sento comunque confortato nella diagnosi da molto di quanto scrive Russo: i sintomi riconosciuti sono praticamente gli stessi, le cause soggiacenti molto simili e la sua analisi dei fenomeni in atto non mi sembra così distante da quanto dicono altri e riportato in questo e nell'altro THD, salvo smentita ovviamente.
La prognosi è comunque segnata dalla consapevolezza che il problema non si può risolvere, ma solo provare a ridurre. Russo indica le sue strade (alcune delle quali non ho ancora capito a fondo) in parte 'culturali' che mi sento di sottoscrivere in linea generale, altre 'tecniche' che probabilmente non sono nemmeno in grado di valutare, bisognerebbe provarle, certo, anche se - senza voler offendere nessuno e senza nessuna particolare avversione verso MOSS o Russo - la sua pretesa che l'unica strada da seguire sia la sua mi lascia un po perplesso, ma sicuramente è scetticismo innato esacerbato dalla mia ignoranza, non lo metto in dubbio.
Un passo per volta, comunque. Se riuscissimo a condividere la diagnosi e la necessità di operare sia (Russo dice prima) sul fronte culturale che su quello tecnico, sarebbe già un enorme passo avanti.