Avevo preparato un bel papiro pieno di belle frasi su quello che bisognerebbe fare o non fare, sull'inutilità d'imbeccarsi a vicenda mentre magari sarebbe più costruttivo pensare a cosa fare TUTTI ASSIEME orientali e occidentali per evitare il ripetersi, in ogni angolo del mondo, di quello che è successo a NY ma rileggendo mi sono accorto che per ogni proposta che mi veniva in mente c'era un aspetto che danneggiava qualcuno. Mi è tornata la paura che ho provato quando Martedì ho visto l'edizione straordinaria del TG3 alle 15.00, l'ansia che ho provato nei giorni successivi, la rabbia, la voglia di piangere.
"Mi sono stancato. Non ne posso più di avere paura."
Questo è tutto quello che è rimasto di quello che avevo scritto. Ho pensato che probabilmente non sono l'unico e poi, altrettanto probabilmente, che magari in questo momento c'è qualche afgano, turco, maraocchino, ebreo, tedesco, americano, inglese che sta con l'orecchio teso, in attesa di sentire il sibilo di un F15 in volo radente o di sentire il rumore di un aereo a bassa quota o che guarda con sospetto la gente che gira al mercato o sale sull'autobus.....
E magari pensa:
"Mi sono stancato. Non ne posso più di avere paura."
Forse è solo il delirio di un ventunenne spaventato, che non sà cosa fare, se avere paura o stare tranquillo e che non riesce a togliersi dalla testa il dolore di un bambino che vede spesso quando chiude gli occhi. Lo immagina nella steppa, che piange sul corpo di una donna uccisa dalle schegge di una bomba. Giura vendetta.
E l'incubo rincomincia d capo.