Percepire i suoni, ascoltare la musica. Il grande equivoco dell'alta fedeltà

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  1. #11
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    “E' cognizione mia personale, invece, che la quasi totalità delle volte un brano musicale ascoltato in macchina con un'autoradio del piffero riesca a coinvolgermi assai di più che in un ascolto casalingo iperrealista.”

    “Il problema è esattamente la riproduzione dei suoni cioè di un evento gia' accaduto, colà non ci sono le nostre orecchie-cervello-occhi che assemblano tutta la realta' come un "unicum"
    inespugnabile......ma c'è il microfono....o addirittura piu' microfoni ( ma si puo' fare una cosa piu' stupida) e poi le manipolazioni sull'acquisito.....ma la questione è cosa accade quando si riproduce
    Quando si riproduce accade il fenomeno del mascheramento, la quale maledizione disarticola la congruenza del suono. Il microfono prende tutto anche le fonti di suono riflesso che lui
    registra e assomma in un vortice di punti di partenze refratte che incasinano il nostro cervello che cerca di rintracciare il codice congruente ma non lo trova.....e l'inseguimento della vera
    traccia è estenuante....la si rincorre ma non la prendi.... non la puoi prendere....come un ubriaco non sai chi dei due o tre è quello buono.
    Poi siccome ti vuoi male ti metti a riprodurre in un ambiente dove tutto diventa un'altra moltitudine di sorgenti di suono......ma cosa ci puo' capire di congruente il povero cervello che riceve 150.000 nuove fonti che partono ognuna col suo nanosecondo....microsecondo di ritardo a disturbare quello che era partito prima.....un massacro....ma non dovevamo ascoltare musica?”


    Prendo come spunto questi due passaggi il primo di Daniele (Audiodan) e il secondo di Giovanni (Bigtube), a mio avviso emblematici, di un qualcosa che inizia pian piano a prendere consapevolezza. Ciò che dirò non scaturisce certamente da dotte cognizioni professionali (che non possiedo) ma solo dettato ,come tutti noi, dalla passione per la Musica e la sua riproduzione ma soprattutto da svariati anni di “pratica” sul campo, da innumerevoli ascolti di “sterei” propri e di amici, da innumerevoli cambi ed ascolti di ampli, casse, pre etc. etc. sempre alla ricerca del “suono” migliore , dell’ ampli, cavo o quant’altro che avrebbe dovuto portare al “SUONO” perfetto.
    La riproduzione domestica di un evento musicale ad oggi fa “ soffrire” tanti appassionati a livello planetario perché è qualcosa che percepiamo come innaturale anche negli impianti da ennemila euro e la ricerca del componente perfetto è destinata ad accrescere la nostra frustrazione in quanto questo NON è il problema o meglio in una ipotetica scala di importanza siamo su un ordine di grandezza di gran lunga inferiore a quanto l’ambiente può “devastare” il messaggio da riprodurre (non è la scoperta dell’acqua calda …).
    Una delle poche esperienze altamente ripetibili, constatabili da chiunque e statisticamente incontrovertibile, è quello che capita a noi poveri audiofili quando ascoltiamo lo stesso CD attraverso lo “stereo” di casa, in macchina oppure in cuffia senza contare la triste (o sorprendente) esperienza di cambiare stanza o quando addirittura si trasloca: si passa da esperienze di ascolto completamente diverse sino a raggiungere l’annullamento dell’ambiente quando siamo costretti ad ascoltare in cuffia. Sfido chiunque a dire che l’ascolto in cuffia sia naturale e prospetticamente appagante, magari corretto timbricamente e con una coerenza e micro dettaglio che i migliori diffusori si sognano, ma personalmente, dopo un’ora devo smettere di ascoltare.
    Questo per dire quanto sia importante la componente ambientale nel riprodurre qualcosa che abbia una parvenza di riproduzione credibile.
    Occorre attuare una rivoluzione Copernicana nell’ integrazione impianto-ambiente: ora siamo abituati a pensare che il diffusore possa dominare l’ambiente ma purtroppo l’esempio dello stesso impianto in altra stanza stà a dimostrare il contrario.
    Potrei sbagliarmi ma non vedo studi o proposte commerciali che abbiano affrontato il problema del trattamento ambientale atto a minimizzare il problema indicato da Bigtube, se non i canonici trattamenti ( traps, assorbitori, diffrattori etc) peraltro indispensabili per alcuni ambienti ma non risolutivi (per la mia esperienza e per quanto riferito da altri) per lo specifico problema del mascheramento.
    L’unico che abbia affrontato il problema con approccio diverso mi pare di intuire che sia stato l’Ing. Russo ma la pochissima e criptica documentazione non chiarisce (almeno per me) le innovative idee.
    Anche l’approccio con il DRC (DIRAC), personalmente non mi ha entusiasmato, sicuramente migliorativo in altri parametri ma non nell’ ambienza.

    Se qualcuno ha dei link interessanti sull’argomento pregherei di indicarli.
    Ultima modifica di aletas : 16-06-2015 a 00:26
    Alessandro

  2. #12
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da aletas
    Se qualcuno ha dei link interessanti sull’argomento pregherei di indicarli.
    Se ti riferisci all'acustica in generale, ti consiglio di vedere questo thd.

    Se ti riferisci all'interazione ambiente/diffusori ed alla correzione acustica passiva, l'argomento è vastissimo, un inizio di approccio (o meglio una anteprima di inizio di approccio) è stato tentato qui, possiamo certamente e volentieri approfondire su thd apposito aggiungendo altri link interessanti.

    L'argomento è talmente vasto che converrebbe tu specificassi il 'ramo' di interesse particolare.
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
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  3. #13
    gibibyte L'avatar di DacPassion
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    @aletas
    In realtà qualche raro esempio di diffusore costruito per affrontare le problematiche del mascheramento c'è stato, ma non ha avuto mai grande successo ...forse perché tirava fuori una cosa troppo VERA per piacere all'audiofilo. :-)
    Uno di questi rari esempi è la DCM time window 1 ...un diffusore che consiglio di ascoltare a chi si senta pronto per uscire da questa grande "farsa" ...
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  4. #14
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    Originariamente inviato da marcoc1712
    Se ti riferisci all'acustica in generale, ti consiglio di vedere questo thd.

    Se ti riferisci all'interazione ambiente/diffusori ed alla correzione acustica passiva, l'argomento è vastissimo, un inizio di approccio (o meglio una anteprima di inizio di approccio) è stato tentato qui, possiamo certamente e volentieri approfondire su thd apposito aggiungendo altri link interessanti.
    Marco, grazie per i link che già seguo con molto interesse ma quello a cui mi riferisco và oltre il trattamento ambientale "canonico". Per intenderci il trattamento è fondamentale ma deve essere pensato anche per minimizzare l'impronta caratteristica di ogni ambiente e d'altra parte preservare, insieme con il diffusore, la flebile informazione "ambientale" contenuta (se contenuta ovvio) nella registrazione.
    Ultima modifica di bibo01 : 16-06-2015 a 11:33 Motivo: Aggiustato il Quote
    Alessandro

  5. #15
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    Originariamente inviato da DacPassion
    @aletas
    In realtà qualche raro esempio di diffusore costruito per affrontare le problematiche del mascheramento c'è stato, ma non ha avuto mai grande successo ...forse perché tirava fuori una cosa troppo VERA per piacere all'audiofilo. :-)
    Uno di questi rari esempi è la DCM time window 1 ...un diffusore che consiglio di ascoltare a chi si senta pronto per uscire da questa grande "farsa" ...
    Ho fatto un rapida ricerca su internet ma ho trovato poco, se possibile puoi mettere un link specifico con le caratteristiche di questi diffusori?
    Alessandro

  6. #16
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Originariamente inviato da aletas
    Ho fatto un rapida ricerca su internet ma ho trovato poco, se possibile puoi mettere un link specifico con le caratteristiche di questi diffusori?
    molte info le puoi trovare qui: DCM Time Window rebuild - Page 6 - diyAudio
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  7. #17
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da aletas
    Per intenderci il trattamento è fondamentale ma deve essere pensato anche per minimizzare l'impronta caratteristica di ogni ambiente e d'altra parte preservare, insieme con il diffusore, la flebile informazione "ambientale" contenuta (se contenuta ovvio) nella registrazione.
    Capisco, ma attenzione, hai descritto una camera anecoica ideale, progettata - appunto - per non avere nessuna riflessione e quindi nessuna impronta. Restituisce al massimo quanto emesso dai diffusori e solo quello.

    Idealmente è corretto, ma - ed è un grosso ma - si impongono tre considerazioni:

    a. in teoria, il 'campo libero' cioè all'aperto, senza ostacoli, dovresti ottenere lo stesso risultato, ma non è così, basta provare (hai almeno le riflessioni del suolo).

    b. nessun sistema di diffusori domestico- per fortuna - è progettato per suonare 'bene' in camera anecoica o in campo libero, altrimenti suonerebbe orribilmente in qualsiasi ambiente.

    c. nessuna registrazione è equalizzata per suonare su diffusori completamente neutri in campo libero (o in camera anecoica), il fonico ha sicuramente cercato una combinazione corrispondente alla sua idea di sistema di riproduzione 'di riferimento' più o meno corrispondente alla sua postazione di regia con i suoi monitor nel suo ambiente.

    Purtroppo non esiste uno 'standard' di riferimento, e sicuramente non lo è un sistema impianto/diffusori/ambiente calibrato con risposta di frequenza piatta allo sweep da 20 a 20.000 Hz: un tecnico che utilizzasse tale riferimento non arriverebbe mai a vedere un suo lavoro pubblicato.

    A noi, quindi, rimane solo la strada di indovinare le intenzioni del tecnico (house curve), ponendoci in condizioni intermedie tra una stanza troppo viva ed una troppo morta (anecoica), cioè in una condizione approssimata non troppo distante dalla 'media' delle diverse idee di ambienti (e sistemi) di riproduzione perseguite dai diversi fonici.

    In questo senso si deve intendere 'neutro', cioè non tanto privo di colorazioni, quanto piuttosto contenente il 'giusto' ammontare di colorazione e per questo esistono tante diversissime idee e declinazioni di suono 'neutro' o corretto, che andrebbero sempre declinate in funzione dell'ambiente di destinazione. Possiamo decidere di seguire il nostro gusto o l'idea di 'buon suono' che deriva dall'ambiente culturale che frequentiamo, ma è sempre una scelta soggettiva.

    Io porto sempre l'esempio del suono inglese ed americano: la casa inglese degli anni 60 è mediamente in mattoni, quella americana è tipicamente con mura, pavimento e soffitto in legno 'flottante', perché suonino allo stesso modo hanno bisogno di diffusori che si comportino diversamente, in particolare alle basse frequenze ed infatti in GB nascono i minidiffusori 'scatola da scarpe' ed in USA le megatorri con woofer da 16"...

    Non è che tutti gli americani e/o tutti gli inglesi fossero sordi, anzi! Semplicemente i produttori di diffusori pensati per il mercato inglese adottavano la house curve della BBC, quelli americani un'altra, più confacente alla condizione 'media' del loro mercato di riferimento.

    A mio avviso, l'unica posizione coerente è quella di 'calibrare' l'house curve del nostro sistema ambiente/diffusori/impianto in modo che ci soddisfi pienamente con il maggior numero possibile di registrazioni che siamo abituati ad ascoltare, ben sapendo che molte altre risulteranno meglio suonanti in altri sistemi.

    Potremo a buona ragione asserire che non è il nostro sistema ad essere sbagliato, ma piuttosto la registrazione, rispetto ai nostri riferimenti.

    p.s.

    Per questo motivo, la musica mixata e prodotta tenendo come target l'Ipod e le sue cuffiette suona meglio sull'ipod che non su impianti hi end, o perchè il pop inglese anni '80 suona spesso così secco e con alti impossibili: era mixato per essere riprodotto nelle discoteche o nelle auto con bassi e medio bassi super pompati, è la cruda realtà.
    Ciao, Marco.

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  8. #18
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    Marco, non stò idealizzando l'ascolto in camera anecoica, cosa penso fattile ricreando le riflessioni con opportuni diffusori aggiuntivi, pensavo piuttosto a più realistici trattamenti assorbenti- diffrangenti nelle immediate vicinanza dei diffusori per controllare le emissioni laterali precoci (fermo restando il corretto equilibrio del trattamento ambientale) in sinergia con una direttività controllata del diffusore.
    Per questo aspetto i peggiori diffusori sono gli omnidirezionali i quali si "inventano" la loro ambienza.
    Per il resto d'accordissimo su tutto.
    Alessandro

  9. #19
    gibibyte L'avatar di DacPassion
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    Originariamente inviato da UnixMan
    molte info le puoi trovare qui: DCM Time Window rebuild - Page 6 - diyAudio
    Penso non ci sono pagine più esaustive in rete.
    Paolo, se non erro, hai avuto modo di ascoltarle ...cosa ne pensi?
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  10. #20
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    Ok grazie
    Alessandro

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