aes/ebu, lo sconosciuto

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  1. #1
    bit
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    Predefinito aes/ebu, lo sconosciuto

    Ebbene si, mi è venuta voglia di provare l ingresso aes/ebu.
    Il mio ampli cuffie ne è provvisto, il problema è il music server che ne è ovviamente sprovvisto.
    Credo quindi che dovrei comprarmi una interfaccia. Avete suggerimenti in merito?

  2. #2
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Sì, uno: lascia perdere.

    Roba vecchia e del tutto inadeguata all'uso in fase di riproduzione "di qualità". È perfettamente equivalente alle sue versioni "consumer" (S/PDIF e Toslink), con le quali condivide tutti i difetti "strutturali". In sostanza si differenzia dal S/PDIF solo per l'utilizzo di un segnale bilanciato (e con livelli diversi), utile per coprire le lunghe distanze che possono essere richieste in ambito "pro". In ambito domestico, a meno che tu non abbia il server in garage ed il DAC in soffitta, non c'è alcun vantaggio ad utilizzarlo.

    http://it.wikipedia.org/wiki/AES/EBU
    Ultima modifica di UnixMan : 28-10-2015 a 12:26
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  3. #3
    bit
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    Ciao paolo, grazie della tua risposta.
    Il fatto è che l ingresso usb non mi ha mai convinto in generale e palando con alcune persone piu addentrate nel settore, ultimamente il discografico linceto, mi hanno vivamente cOnsigliato questo tipo di connessione.
    Da li era sorta la curiosita.

  4. #4
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da franz 01
    Ciao paolo, grazie della tua risposta.
    Il fatto è che l ingresso usb non mi ha mai convinto in generale e palando con alcune persone piu addentrate nel settore, ultimamente il discografico linceto, mi hanno vivamente cOnsigliato questo tipo di connessione.
    Da li era sorta la curiosita.
    Adesso anche Lincetto fa' testo? L'ingresso USB sta antipatico ai professionisti per ragioni di praticita' e anche affidabilita' ma in ambito domestico va' piu' che bene sopratutto per far transitare
    in asincrono il segnale I2s che checchè se ne dica rappresenta la miglior trasmissione di segnale digitale . Come ha detto Paolo è roba superata ma in ambito professionale ha un suo perchè ma
    senza allargarsi troppo....se ti delude poi, lo fai pagare a mister Lincetto .....vedrai che si rifiuta.
    player1:thin client+voyage - player2:futros450+Debian > Usb Transport: I2soverUSB + DAC (6x1704+I/V a tubi) - Attenuatore passivo Lightspeed
    Ampli finale: OTL 6C33 - MyRef Fremen Ed. - Diff.: Diapason Adamantes II - Guida LMS+Squeezelite - B

  5. #5
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Originariamente inviato da franz 01
    Il fatto è che l ingresso usb non mi ha mai convinto in generale
    allora, per prima cosa chiariamo un punto fondamentale: di "ingrssi" (interfacce) USB ne esistono di diversi tipi, estremamente diversi tra loro.

    Le prime interfacce USB, solitamente basate su USB 1.1 (USB Audio Device Class v.1.0, AKA UAC1) e che sono state praticamente le uniche reperibili sul mercato fino a non molto tempo fa sono quelle "sincrone" o, più precisamente, "isocrone".

    Queste indubbiamente erano una vera schifezza perché legavano il clock dello stream audio a quello del bus USB, prodotto (sempre) "dal lato sbagliato", cioè quello del "host" (computer). Per giunta tale clock è tipicamente (e quasi inevitabilmente) di pessima qualità relativamente alle esigenze di un sistema audio digitale (phase noise / jitter elevato). Come se non bastasse, poiché tale clock ha una frequenza che non è in rapporto intero con le frequenze di campionamento normalmente utilizzate per l'audio (né con la serie 44.1KHz e suoi multipli né con quella 48KHz e multipli), l'uso di interfacce USB isocrone costringe all'utilizzo di tecniche di reclocking (in effetti, resampling) asincrono dello stream audio, con tutto ciò che questo comporta (insomma, un disastro completo su tutta la linea...).

    Per fortuna, sebbene il mondo sia ancora pieno di vecchie interfacce "isocrone" (che disgraziatamente continuano ancora ad essere utilizzate, perfino per alcuni prodotti di produzione corrente), nel frattempo qualcuno "si è accorto" del problema e sono state trovate soluzioni alternative che non sono affette da nessuno di tali gravi problemi.

    Parliamo delle interfacce USB asincrone, sia di tipo UAC1 (cioè basate ancora su USB 1.1, molto rare) che, molto più comunemente, UAC2 (basate cioè sugli standard USB 2.0).

    Queste interfacce risolvono completamente il problema alla radice, facendo sì che il clock dello stream audio sia completamente indipendente, slegato da quello del bus USB e dettato invece da un clock locale posto la dove dovrebbe essere, cioè (in fase di riproduzione) vicino al DAC.

    Così facendo, le interfacce USB asincrone risolvono anche quello che è uno dei maggiori problemi (difetto strutturale) delle interfacce sincrone di tipo AES3 (AES/EBU e derivate) quando queste siano utilizzate in fase di riproduzione, che è per l'appunto quello di mettere il clock "dalla parte sbagliata", cioè dal lato della "sorgente" digitale anziché dalla parte giusta, in fondo alla catena, vicino al DAC.


    Originariamente inviato da franz 01
    [...] palando con alcune persone piu addentrate nel settore, ultimamente il discografico linceto, mi hanno vivamente cOnsigliato questo tipo di connessione.
    Sarei piuttosto sorpreso che Lincetto abbia detto davvero una simile stupidaggine parlando in generale, a meno che non lo abbia fatto anni fa, quando ancora non esistevano alternative veramente valide quali le interfacce USB asincrone. Se così non fosse, presumo (e spero...) che tu abbia frainteso ciò che stava dicendo; possibile che si stesse riferendo solo ad un qualche caso particolare (ad es., rispetto ad una vecchia interfaccia isocrona è possibile che AES/EBU o anche banalmente S/PDIF vadano meglio) e/o stava parlando di "produzione" (che è il suo campo...), cioè di conversione A/D e non di riproduzione (cioè di conversione D/A).

    Infatti, contrariamente a quanto un profano potrebbe pensare, in pratica le due cose hanno esigenze che per certi versi possono essere viste come diametralmente opposte: in fase di "produzione" (registrazione) il clock deve essere "in cima" alla catena, dal lato della "sorgente", cioè vicino al ADC, mentre, al contrario, in fase di riproduzione il clock deve stare "in fondo", vicino al DAC.

    Per questo motivo un trasporto AES/EBU (o ADAT, ma anche S/PDIF o TosLink) può andare benissimo (e non presentare alcun problema) se/quando è utilizzato in fase di produzione, tra ADC e registratore digitale, mentre al contrario è inadeguato e "tutto sbagliato" per l'uso in fase di riproduzione (ovviamente se si parla di cercare la max qualità... da un punto di vista meramente "funzionale" fanno tutti il loro lavoro).

    Nonostante tale (apparente) dicotomia, in realtà si tratta esattamente del medesimo problema: la qualità del clock utilizzato dai processi di conversione A/D o D/A. Che è fondamentale nel determinare la qualità del risultato finale.

    Per ottenere la max possibile qualità di conversione è necessario (tra le altre cose) che tale clock sia sempre generato localmente, quanto più possibile vicino al chip (o quel che sia) che effettua materialmente la conversione A/D o D/A. Questo perché qualsiasi cosa sia presente sul percorso del clock, anche un banale collegamento, comporta sempre ed inevitabilmente un sensibile ed irreversibile peggioramento della qualità del clock stesso (aumenta il "jitter").

    (per chi ancora non lo sapesse, ricordo per l'ennesima volta che il clock è in tutto e per tutto un segnale rigorosamente analogico, con tutto ciò che ne consegue).
    Ultima modifica di UnixMan : 29-10-2015 a 14:44
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  6. #6
    mebibyte
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    Oltre al discorso di forma credo che ci sia un discorso di sostanza legato alle interfacce USB ...

    La mia sensazione è che nei 2 anni passati ( + o - ) molte implementazioni USB erano tutt'altro che fatte bene, magari rispecchiavano anche lo standard informatico ma poi all'atto pratico erano lontane dall'essere progettate bene ed il risultato alla fine faceva preferire SPDIF e compagnia. Oggi credo che questo non sia più vero ... Pur non amando particolarmente l'USB, quando guardo le varie Amanero o JLSounds non rimpiango le connessioni digitali tradizionali.

    Un cordiale saluto, Massimiliano

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