Originariamente inviato da
audiodan
Insomma ci troviamo a fare i conti con:
- registrazioni che non hanno, ne' possono avere, alcun carattere di fedeltà rispetto all'evento sonoro reale
- n° di ambienti all'incirca infinito, o quasi, ciascuno differente dall'altro
- n° di sistemi all'incirca infinito, l'uno diverso dall'altro
- n° di sistemi orecchie-cervello all'incirca infinito, l'uno diverso dall'altro
aggiungerei, perchè tutt'altro che secondario, anche
- n° di impianti elettrici all'incirca infinito, l'uno diverso dall'altro, che al massimo, e questo è l'unico punto veramente in comune, condividono una tensione più o meno uguale.
Bene, a fronte di tutto questo incredibile insieme di sistemi noi umani riusciamo ancora a trovare una base comune di discussione e a rilevare qualche esperienza comune trasmissibile. Insomma , caro Alessandro, è l'insieme diffusore-ambiente-cervello il sistema, con quest''ultimo attore che conduce il gioco.
Insomma, invidio la vostra voglia di cercare leggi che regolano le interazioni tra i vari sistemi implicati in questo miracolo che è il segnale musicale percepito, ma allora, vi chiedo, non sarà meglio spostare il discorso sulle categorie percettive, ovvero cercare una pur grossolana sistematizzazione dell'aspetto più importante, ovvero il lavoro svolto dal sistema orecchio-cervello?
Domandone delle 200 pistole:
- perchè qualcuno percepisce chiaramente l'effetto di un cavo e altri manco per niente?
- perchè qualcuno predilige i sistemi ad alta efficienza mentre altri li aborrono a favore di quelli a radiazione diretta?
OT (ma non troppo): Giova, le distorsioni percettive del pensiero di altri sono parte del quotidiano di tutti noi, ma la discussione a questo serve, a superare le le interpretazioni erronee. Mi piacerebbe pensare che tu non creda che il pensiero di Russo sia la Verità Assoluta, così come non credo che Russo abbia bisdogno, in questa sede, di avvocati difensori. In ogni caso non è qui che è stato affossato, ne' girano per queste pagine le persone implicate in quella evidentemente squallida vicenda. Peraltro reitero la curiosità di sapere quali prodotti dell'Ing Russo, al di là di quelli da me ricordati, sono stati vilipesi, bistrattati e sottratti al pubblico godimento. Credimi, non c'è dileggio in queste parole, ma solo il tentativo di capire se davvero nel passato si è sacrificato un genio.
OT2 (questo vero): caro Marco, si chiama braccino in gergo tennistico la malattia che ha afflitto in terra sarda i valenti mangiatori di formaggio e tortelli. Ho paura che sia una malattia destinata a peggiorare nei prossimi giorni, con mio dispiacere perchè se i tuoi ragazzi giocano a pallacanestro non c'è confronto. Se poi I sassaresi tirano col 60% da tre e stradominano sotto le plance la cosa rischia di diventare rognosa. Sassari è l'antibasket, IMHO, ma i buoni in genere non vincono se non nei film di Frank Capra.......