Oh God, mo' scomodiamo anche Socrate?
A pensarci questa può essere una buona occasione per fare il punto "metodologico" su ciò che si prova e sul come lo si prova.
Intanto vi è da porre una premessa di carattere fisiologico, ovvero gli esseri umani hanno capacità percettive differenti anche intese nel senso del tempo di reazione allo stimolo. A questo va aggiunta la quota emotiva, che interviene variando il tono di base del muscolo stapedio, quello che regola la tensione della membrana del timpano attraverso la sua azione sulla staffa, piccolo osso dell'orecchio interno che fa parte del sistema di trasmissione delle onde sonore alla coclea, che è l'organo che le trasformerà in segnale elettrico nervoso (sto cercando di alimentare la mia coclea con un alimentatore lineare ma mi si incastra il Belleson nel condotto uditivo........ ). Non so voi ma una delle cose più stressanti che ho fatto è stata una prova audiometrica dall'Otorino in occasione di un controllo, eppure si trattava semplicemente di cogliere un monotono e di schiacciare un pulsante. Tutto questo per dire che una prova comparativa può essere pesantemente inficiata da condizioni "umane" non inerenti alla prova stessa. E allora come ovviare a questo limite? Chi usa strumenti di misura preferisce disumanizzare del tutto la prova ricorrendo a dati numerici ripetibili, cosa buona e giusta in se ma limitata dalla limitatezza delle macchine, da una parte, e dai limiti della misurazione dall'altra, poichè il metodo prevede il conoscere a priori cosa e come viene misurato. Poichè la realtà fisica della musica non mi risulta che abbia modelli teorici completamente sviluppati e che quindi possa essere misurata nella sua interezza ecco allora che l'unica maniera che io vedo per apprezzare la qualità di un segnale musicale sta nell'.........ascoltare la musica. Non il disco test, non il brano "conosciuto" ma ciò che capita, in assoluto relax e senza troppe seghe mentali.
Ma.........il mio guaio personale è che quando ascolto musica tutto mi sembra suonare da decentemente a molto bene a meno che non sia messo a comparazione con una variazione dello stato del sistema. E le variazioni dello stato del sistema sono almeno di tre tipi:
- quelle che permettono un test ABX immediato ( per esempio due files campionati in modo differente che possono essere fatti suonare alternativamente in frazioni di secondi), magari in cieco
- quelle che richiedono qualche minuto di stop tra un segnale e l'altro ( cambiare un HDD e riavviare il PC oppure cambiare un cavo)
- quelle che richiedono un tempo lungo e che non sono stabili nel tempo (per esempio due ampli a valvole che devono essere staccati, attaccati e fatti andare in temperatura o due diffusori)
Sembrerebbe chiaro che il test ABX sia in grado di dare risposte immediate, che ci vuole? Un pulsante e il suono cambia. Eppure........provate ( è facile) a fare un test abx immediato e ripetetelo lasciando 30" di silenzio tra una traccia e l'altra e controllate se le vostre sensazioni concordano. Se si siete degli elaboratori veloci, buon per voi, altrimenti siete degli elaboratori lenti come me.
Ma nelle altre due situazioni elencate il test abx non è possibile, di fatto, se non con forzature metodologiche che inficierebbero il principale assunto del variare un solo fattore per volta per avere un barlume di risposta attendibile. Per ora mi fermo qui, si continua più tardi...........