La battaglia legale tra Oracle e Google sui diritti di utilizzo di Java nel sistema Android va avanti ormai dal 2010.
L'ultima volta che abbiamo trattato l'argomento, Oracle aveva perso punti contro Google in quella che sembra essere una battaglia infinita: ieri la giuria coinvolta ha riacceso le speranze di Oracle, passando le accuse verso big G dall'infrazione dei brevetti a quella dei copyright.
Il giudice William Alsup, che sta seguendo il caso, deve infatti decidere se le Java API, che sono alla base di tutte le applicazioni che girano su Android, possono essere coperte da copyright secondo la legge degli Stati Uniti.
Storicamente parlando, nessuna API software è mai stata protetta da copyright, ma Oracle sostiene che la struttura e l'organizzazione delle API Java sono sufficientemente complesse da meritare protezione dalla copia.
La giuria ha evidentemente considerato il fatto Google usa Java non nella filosofia del "write once, run everywhere", alla base del linguaggio di programmazione, ma come base di partenza per un progetto commerciale, Android appunto, derivato dalle API.
Il colosso della ricerca ha fino a lunedì prossimo per rispondere al verdetto, staremo a vedere.