è una simmetria centrale e non assiale,quando cambia la condizione di pressione ci spostiamo dal primo al terzo quadrante,ed il centro di simmetria non è 0,0 ma 0,003ecc per le ragioni prima esposte.Originariamente inviato da Andrea 007
non capisco cosa non convinca dell'esempio.Rimango della mia opinione.
Y=aX^2 + bX + c
consideriamo invece y=0 (quindi non spingiamo la cassa di 6 quintali)
La cassa starebbe ferma solo se X = 0 e di conseguenza c = 0. (altrimenti si muoverebbe da sola)
L'esempio della cassa non mi convince.
supponiamo di avere una cassa cubica di 600 Kg e lato 50cm con un coefficiente di attrito pari a 0,9
Fa=0,9*600*9,8=5292N
se io plottassi la velocità della cassa in funzione della pressione esercitata sul lato avrei l'ascissa ferma a zero fino al momento in cui esercito 5292/0,25=0,21168Bar,il chè significa che se plottassimo con una risoluzione al bar il punto iniziale a noi potrebbe sembrare 0,0 mentre ci sono variazioni significative nell'intervallo [0,0,021168].
se poi decidiamo arbitrariamente che quelle variazioni non ci interessano ben venga ma il concetto è fisico e per un'analisi completa dovremmo tenerne conto.se poi studiassimo l'andamento solo in una parte o nel totale intervallo in cui la velocità resta nulla poichè non "vinciamo l'attrito" cadremmo nell'errore di pensare che tutta la funzione sia rappresentata dall'unico punto 0,0.ovviamente la relazione non è dello stesso tipo e quindi non avremmo al condizione di moto autonomo,qui il modello di riferimento sarebbe un'altro come del resto lo stesso riferimento.
come dicevo possiamo farlo perchè se tu plotti con risoluzione "scarsa" 0,003 per te è 0,ma fisicamente non è così,è una approssimazione e ti ripeto che mi può star bene ma il fatto è comprendere perchè esista quel fattore che a nostra scelta decidiamo di togliere.Tra il resto se osservi il foglio di Martin vedi che:
Si ricava una curva che è una approssimazine polinominale dei punti misurati(plotta).
che è del tipo Y = a X^2 + bX + c dove b e X sono solitamente diversi da 0.
Poi,quando traccia la curva, pone C = 0 infatti quando guardi i dati che scaturiscono
da questa curva vedi che per Y = 0 X è perfettamente = 0
se tu studiasse un sistema per creare un controllore dovresti sviluppare forme di quarto o quinto ordine,in quel caso segheresti via tutti i termini di "minor peso" rispetto al primo?
potresti farlo è a tua discrezione e per decidere valuterai quanto gli altri influiscano.
non sto dicendo che non puoi fare la tua approssimazione secondo cui c=0 anzichè 0,00qualcosa,sto dicendo che se lo fai è perchè sai che quello causerà una variazione per te irrilevante ma esistente.
tu parti dall'idea di base che 0,0 debba giustificare la funzione mentre non è così,0,0 martin non la riporta come coppia misurata ed una volta ottenuto il grafico e la relazione dai dati misurati quel punto è l'approssimazione dovuta alla risoluzione ed alle possibilità del software.
se tu avessi variazioni di 0,1 o di 0,001 ancora vedresti 0,00qualcosa come 0 e plottando troveresti che 0;0,00qualcosa fa passare il grafico in 0,0.
è ovvio che approssima bene l'oggetto ma non per questo c è nullo,che poi a noi venga comodo o non ci dia problemi considerarlo tale è un altro conto.
è meno precisa a livello di rigore logico,fisicamente un dato può darti variazioni nell'ordine del miliardesimo,sta a te valutare se quel miliardesimo sia significativo oppure no,dipende dai casi di studio.Sono d'accordo si tratta di approssimazioni che differiscono tra loro per valori
infinitesimali
Non sono d'accordo che sia meno precisa
A me pare che il mio metodo dia una prioritá alla misura Y=0 X=0
che ritengo essere l'unica teoricamente esatta e scarta solo quelle misure che portano
a volori di "a" anomali.
Sto studiando l'andamento di "a" nelle varie curve.
immagino che nel tuo percorso studiando ingegneria ti sia imbattuto in un corso di "misure" dove questi concetti vengono avvicinati a prescindere dalla misura stessa per metterti nella condizione di saper analizzare un dato e comprendere quanto l'aspettativa possa differire dal dato misurato,credo sia inutile spendere altre parole riguardo a questo fatto,per più preciso o più corretto intendo calcolato con una risoluzione maggiore,se volessimo potremmo segare via anche i decimali e tenere solo gli interi,non sarebbe sbagliato ma un po' meno preciso.
che ritengo errato è studiare a facendo una media di valori,questo poichè se conosciamo l'andamento della funzione a ha un valore fissato e preciso,il fatto di doverlo approssimare è dovuto alla mancata considerazione dei valori a seguire,diverso sarbebe pesarlo su misure proprie per estrarre una caratteristica approssimata e diverso è da dati già di loro "forse" approssimati riestrarre un'approssimazione di diverso grado.
ad occhio può sembrare perfettamente identico il risultato ma effettivamente non lo è,poi la risoluzione adottata può permettere di non notare variazioni degne di nota.
prendiamo una relazione lineare come la resistenza elettrica(resistività*lunghezza/sezione) su un filo di rame è applciata in maniera corretta e restituisce valori esatti e che ci aspetteremmo,se la applichiamo ad una pisa in polisilicio realizzata mediante accrescimento su un wafer otteniamo dati assurdi che possiamo linearizzare se ci va ma che sono errati.Sicuramente deve avere un andamento lineare,ma al contrario di quel che pensavo,
questo andamento pare non essere costante.
Ossia nella mia funzione teorica Y=aX2
"a" non è costante pare che vari al variare di Y in maniera lineare.
Qindi la funzione della curva non sia del tipo Y = aX2 + bX + c
con a b e c costanti ma una curva + complessa dove "a" varia
.....pare in funzione di Y.
questo accade perchè scelto un modello lineare anzichè del corretto modello esponenziale,il ragionamento errato comporta un errore che potrebbe non far funzionare la cosa progettata.
se un terzo studiasse poi la cosa con un modello ancor più approssimato o del tutto sbagliato e volesse linearizzare questi valori...voilà risultati inutili.
nel nostro caso non si ottengono risultati inutili e l'approssimazione non causa stravolgimenti rispetto alle aspettative,ciò non toglie che non sia il metodo più esatto e pertinente.
il metodo in questione permette di avere una buona idea di come si comportano le cose ma non può pretendere di essere il più preciso,a noi la scelta di agire ed approssimare come preferiamo però,dato che può leggere chiunque,è giusto precisare fino a che punto vi sia rigore matematico e analitico e fin oa che punto ci si "accontenta"di approssimazioni.
inoltre nell'approssimazione linearizzando o comunque considerando variabile un coefficiente ci si imbatte nell'incoerenza di considerare variabile un parametro costante,è come dire che 3 non è proprio 3 un po' è diverso da se stesso ma a me va bene che sia 3,in una composizione lineare indipendentemente dal fatto che si stia studiando un'equazione a1*x1+a2*x2+...+an*xn o altro ogni coefficiente è costante,diversamente non avrei una legge ,ma una serie di leggi diverse(quelal in cui a=k a=k+passo...così via fino ad a=valor max) e a quel punto sarebbe più corretto considerarlo come fascio di curve per stimare una media di valori differente(cosa che accade quando si effettuano più misure e a causa dei margini di errore e approx ci ritrovaiamo dati non relazionabili con precisione)
allora mi scuso per aver mal interpretato gli smiles.Qui ci siamo capiti male per me la faccina è la risatina del pirla
ho messo "ora dimostro" tra virgolette appunto per dire che non sono
assolutamente sicuro di quello che andavo affermando.
Autoironia non presunzione.