Benedetti ragazzi, voi elargite perle di saggezza, non c'è una virgola sbagliata nei vostri interventi, condivisibili in toto salvo che in qualche piccolo particolare, per me non secondario:
- il mio modesto impianto stereo nasce e vive per ascoltare la musica, cosa che al momento fa in modo assolutamente soddisfacente, nonostante tutto.
- visto tale assunto non ho alcuna voglia di incasinarmi con controlli remoti, reti wifi, PC delocalizzati e quant'altro. Non solo sono vecchio e perciò renitente e resistente a tutte queste diavolerie moderne ma anche affezionato a vedere il mio impianto "in front of me" (senza nessun televisore sul muro di fronte, totem inamovibile della oramai stragrande maggioranza degli impianti!!).
- gli apparecchi sono ragionevolmente ben disposti e distribuiti, non voglio tediare nessuno riportando le pressochè nulle risultanze derivate dal posizionamento differente dei cavi, avendo privilegiato non solo la qualità degli stessi ma anche le suddivisioni dei circuiti elettrici tra analogici e digitale e tante altre cose, forse marginali ma che concorrono tutti a portare il loro piccolo contributo.
- rivendico con forza, ancora una volta, l'approccio pragmatico e la condivisione delle informazioni, lasciando ad altri la ricerca delle spiegazioni, perchè da molti anni ho accettato che l'unica maniera per non conoscere la realtà che ci circonda è quella di costringerla in uno o più modelli stabiliti aprioristicamente mentre sarebbe assai meglio accettare che ci siano effetti, quando costantemente ripetibili, che non trovano spiegazioni ma richiedono la creazione di altri e diversi modelli teorici. In questa ottica la differenza di suono tra i condensatori è un buon esempio di come la modellizzazione esistente non spieghi ne' sia in grado di correlare una misura alla diversa percezione sonora. Qui funziona solo la pragmatica applicazione pratica della prova comparativa. Il discorso, a questo punto, si allarga una volta di più alla pressochè impossibile correlazione tra le sensibilità percettive di ciascuno e le misure elettriche, oltrea sottolineare la difficoltà della scelta tra soluzioni che hanno solo differenti sfumature (ma non sempre!), alla stregua della scelta tra due bottiglie di Barolo di due diveri produttori . Il sommelier forse vi spiegherà nei dettagli le ìncredibili sfumature dei frutti di bosco e della mandorla, ma io sarò già in enoteca a comprare un cartone da sei bottiglie di quello da me preferito, così da poterlo bere allegramente in compagnia. Mi rendo conto di far parte di una minoranza esigua, quella degli ascoltoni pragmatici, ma anche di non avere più troppa voglia di stare ancora a filosofeggiare sulle priorità tecniche, per fortuna mantenendo ancora un po' di voglia di sperimentare soluzioni ritenute da me utili, nate solo sulla scorta della mia intuizione, che non mi costringano però ai doppi salti mortali per adottarli, visto che alla mia età la schiena si incricca facilmente. Peraltro concordo pienamente che la corrente che un alimentatore emette, in qualsiasi apparecchio atto alla riproduzione musicale, è parte stessa della musica, concetto tanto semplice quanto misconosciuto. Ma niente polemiche, per carità, l'uno di minoranza si ritira ad ascoltare............