Una delle più grandi realtà ormai assimilate dalla quasi totalità degli appassionati di informatica, riferendoci in particolar modo al mondo del Hardware, è la rapida ed inevitabile obsolescenza dei prodotti.

Tutto quello che è “tecnologico” è destinato nell'arco di pochi mesi, alcune volte giorni, a diventare superato dall'ultima novità lanciata sul mercato. Sebbene sia comune associare questo rapido avvicendamento prevalentemente a processori e schede video, sono molti i prodotti che recentemente si sono aggiunti alla lista dei componenti che soffrono di questo fenomeno.

Uno dei settori che fino ad oggi si è distinto per un più lento ricambio generazionale è quello dei supporti di memorizzazione, questo a causa di alcune caratteristiche che accompagnano da circa 30 anni tutti i sistemi che si sono susseguiti nel corso del tempo. Uno degli aspetti che ha maggiormente frenato l'evoluzione di tutti i sistemi di storage visti fino ad oggi, è l'utilizzo del “Disco”: potremmo parlare di dischi ad incisione, magnetici o ottici, in ogni caso, tutto quello che dalla fine degli anni 60 ad ora ha accomunato le soluzioni tecnologiche per il salvataggio dei dati, è sempre stato il supporto rotante.

Grazie alla facilità di memorizzazione delle NAND Flash e in seguito alla loro larga diffusione, che ha determinato un aumento esponenziale di capacità, si è reso possibile un profondo rinnovamento nel campo dello storage.

Questa rivoluzione tecnologia si è palesata in origine con le unita flash portatili USB, volgarmente chiamate Pen Drive. Negli ultimi 2 anni invece, il prodotto che ha catturato maggiormente la curiosità degli utenti è il fantomatico Solid State Drive, fratello dell'ormai vetusto Hard Disk, ma composto da “semplici” chip di silicio saldati ad un circuito. Liberatosi del “caro vecchio disco magnetico”, l'SSD presenta un'evoluzione tecnologica che segue in maniera decisa e distinta i tre componenti principali che lo costituiscono:


  1. I chip NAND Flash , che compongono la parte dedicata alla memorizzazione all'interno di un SSD, seguono un processo evolutivo molto vicino a quello delle memorie RAM, ne ricaviamo una progressiva miniaturizzazione del processo produttivo con conseguente aumento di capacità. Ne derivano sia dal lato del produttore, che dal lato degli utenti finali, dei vantaggi importanti come la diminuzione del costo produttivo, con relativo abbassamento del costo finale e progressivo miglioramento della tecnologia e con relativo incremento prestazionale.

  2. Il Controller di gestione dei processi di memorizzazione, come scrittura e lettura ma anche il wear-levelling e il write amplification, non è altro che una piccola CPU studiata per gestire un flusso di dati che, tramite degli algoritmi, si occupa di migliorare le prestazioni e la prospettiva di vita del supporto. Potete facilmente immaginare con che rapido processo di rinnovamento si possono alternare nel mercato soluzioni sempre più innovative e potenti.

  3. Il Firmware , componente di grande importanza all'interno di un SSD, viene sviluppato generalmente dagli stessi produttori del controller, ma segue uno sviluppo molto più rapido. Quest'ultimo infatti, è responsabile di eventuali problemi o migliorie che possono cambiare radicalmente il comportamento del SSD. Come anticipato, sono diverse le news che possiamo trovare quotidianamente che parlano di positivi o disastrosi aggiornamenti che costringono gli utenti a continui upgrade o downgrade.


Come avrete intuito, i nuovi supporti di memorizzazione allo stato solido promettono e permettono di abbattere il grande collo di bottiglia che ha sempre caratterizzato questa specifica sezione delle nostre macchine, ma allo stesso tempo introducono un nuovo componente che è destinato a soffrire di rapida obsolescenza. Soprattutto in questo momento, in cui la tecnologia adottata sta creando una grande concorrenza e le novità sono all'ordine del giorno, Nexthardware.com ha pensato di riassumere in un unico Focus le anticipazioni, sia dal punto di vista dei controller che delle NAND flash.