Conclusioni

In sintesi le memorie DDR3 si sono dimostrate sin dalla loro comparsa più performanti delle ormai mature e collaudate DDR2.

Il motivo della subitanea affermazione delle DDR3 è da ricercarsi nella disponibilità di un chipset, il P35, che ha consentito di sfruttarne appieno da subito le potenzialità. E' ovvio che ancora ci sono margini di miglioramento notevoli legati a due fattori:

  • uno relativo alla nascita futura di chip di memoria DDR3 con timings ancora più bassi e frequenze di esercizio sempre più elevate;

  • l'altro relativo alla nascita di nuovi chipset capaci di operare alla frequenza di FSB default pari a 400 MHz (già si vocifera del successore dell'X38 che sarebbe l'X48 che avrà proprio questa caratteristica) capace di sfruttare la velocità base delle DDR3 che ormai si sta attestando intorno ai 1600 MHz (la quasi totalità dei chip è 1333 MHz per la fascia entry level delle memorie DDR3, 1600 MHz per la fascia media, e 1800-1866 MHz per la fascia top delle memorie). Ovviamente la nascita di tali chipset sarà strettamente correlata alla nascita di processori capaci di operare a default a 400 MHz (oggi siamo a 333 MHz).

Come in tutte le tecnologie nascenti il freno iniziale alla diffusione massiccia delle DDR3 è il prezzo che si attesta intorno a 400-500€ per dei buoni kit 2x1GB, di contro delle buone DDR2 costano all'incirca un terzo.

Infine con questo focus si spera di aver chiarito la questione relativa ai timings primari delle memorie, misurati in T (periodo del clock di funzionamento), che non vanno letti scorrelati dalle frequenze di esercizio, e che sono uno dei principali motivi addotti da molti per giustificare (sbagliando) la presunta supremazia sulle performance dei moduli DDR2 attuali aventi timings considerati a torto minori e che introdurrebbero quindi una minore latenza.


Si ringraziano Syspack Computer Italia ( www.syspack.com) e SuperTalent ( www.supertalent.com) per aver fornito i sample utilizzati nel presente focus.